Il film “A Christmas Carol” in versione Star Wars

Gli spiriti della Forza di Anakin Skywalker, Yoda e Obi-Wan Kenobi

Il periodo natalizio, anche per i più razionalisti, racchiude in sé qualcosa di magico. Una magia che prende forma tramite i racconti, o i film, tipici di questo periodo. Tra i tanti, ce n’è uno che tutti conoscono, un capolavoro nato dal genio dell’immenso Charles Dickens: “A Christmas Carol“, il “Canto di Natale“. Questo splendido racconto ha avuto nel corso del tempo molti adattamenti cinematografici, che accompagnano e rendono magiche le nostre vacanze natalizie.

Quello che ci chiederemo in questo focus, anche simpaticamente e romanticamente, è questo: è possibile che, in un certo senso, A Christmas Carol possa avere qualcosa in comune con Star Wars? Armatevi di immaginazione, cominciamo questo viaggio!

I protagonisti

Luke Skywalker maneggia per la prima volta la spada di suo padre in Episodio IV

In merito agli adattamenti cinematografici del racconto, uno di quelli a cui tutti siamo legati è sicuramente il Canto di Natale di Topolino, un baluardo dell’infanzia, che ancora oggi sprigiona la stessa emozione di un tempo. Stupendo anche il più recente “A Christmas Carol“, film d’animazione dove quel genio di Jim Carrey dà dimostrazione di tutta la sua duttilità impersonando gran parte dei personaggi. Tornando a noi, cominciamo il nostro viaggio trovando alcune similitudini tra i protagonisti. Come tutti sappiamo, il protagonista di A Christmas Carol è l’anziano Ebenezer Scrooge, l’avaro e scorbutico proprietario di un negozio di cambio. Ovviamente, le similitudini con Luke Skywalker (prendiamo come riferimento la sola trilogia originale, dove Luke è il protagonista) non sono di certo queste. Sotto certi aspetti è il comportamento dei due che possiamo considerare simile.

Inizialmente Luke è restio ad unirsi ad Obi-Wan, e con un pizzico di ignavia rifiuta la richiesta di aiuto da parte dell’anziano Jedi e soprattutto della principessa Leia.

“Non posso essere coinvolto. Ho del lavoro da fare. Non pensare che mi piaccia l’Impero, anzi lo detesto. Ma non ci posso fare niente in questo momento”. Luke Skywalker

Un po’ come il vecchio Scrooge, che, chiuso in sé stesso e nella sua avidità, lascia che tutto ciò che accade intorno a lui scorra senza che niente lo riguardi. Soprattutto quando si tratta di fare del bene. Andiamo ora ad analizzare le figure degli spiriti, in questo caso azzeccatissime. Vediamo in che modo in Star Wars esse fungono da guida.

Lo spirito del passato

Un collage molto significativo di Anakin Skywalker.
Fonte: Youtube

Partiamo con lo spirito del passato, che ovviamente è il padre di Luke, Anakin/Darth Vader. La funzione primaria dello spirito del passato è quella di fungere da monito, affinché non si commettano gli stessi errori già compiuti. Ma, soprattutto, serve a conoscere le proprie radici, per creare un presente, e soprattutto un futuro, più forti. Il passato però riserva spesso un certo sconforto. Come quello provato inizialmente da Luke, alla rivelazione da parte di Darth Vader di essere suo padre. Ma dal passato non si può sfuggire. O meglio, dal passato si può scappare, oppure imparare qualcosa (l’avete colta la citazione vero?).

E infatti non c’è miglior insegnante di chi, come un genitore, ha già vissuto determinate situazioni. E Luke è stato un magnifico interprete di questo insegnamento, non mollando mai con suo padre. Difatti Anakin, nonostante tutte le sue scelte, riesce a redimersi. Ciò dimostra che non bisogna mai mollare, e che c’è sempre la possibilità di tornare indietro. C’è sempre una seconda possibilità, e il signor Scrooge lo sa bene.

Lo spirito del presente

Lo spirito di Obi-Wan appare a Luke

Il presente è il momento cardine della vita, perché è il fautore sia del passato che del futuro. E’ il momento in cui compiamo le nostre scelte. Quando l’istinto, o la coscienza, ci spingono a prendere determinate strade invece di altre. E qui entra in gioco Obi-Wan Kenobi. Tramite la sua esperienza, funge da traino per Luke, convincendolo a togliersi da quel pantano di immobilità che avvolgeva le sue giornate, e a combattere per qualcosa di giusto. Si può sbagliare oppure no, ma l’immobilità e  l’indifferenza non sono mai la scelta giusta. Obi-Wan dà a Luke il dono più prezioso di tutti: la forza di volontà. Solo la forza di volontà può spingerci ad affrontare la vita con successo.

Lo spirito del futuro

Una fan art di Yoda in versione spirito di Forza. Fonte: comic vine

Non c’è nulla di più oscuro del futuro. Il futuro è una delle paure più recondite di tutti, perché rappresenta la più grande incognita della nostra vita. Come si affronta allora questo mostro senza volto? Cercando sempre di dare il meglio di sé stessi. Non arrendendosi mai. Il maestro Yoda rappresenta lo spirito del futuro per Luke. Non gli insegna solo le vie della Forza, ma tenta soprattutto di spronarlo nel credere in sé stesso. Nessuno conosce il proprio futuro, ma allo stesso tempo siamo noi stessi a costruirlo. Le fondamenta per un futuro migliore si costruiscono nel presente, con la consapevolezza delle proprie possibilità. E’ questo il monito più grande. Lo impara l’avaro Scrooge aprendosi agli altri, dopo aver osservato il suo impietoso futuro, e lo impara Luke affrontando le sue più grandi insicurezze, riuscendo a ricongiungersi con suo padre e facendolo redimere.

Questo piccolo racconto, queste affinità, sono frutto dei miei pensieri. Ovviamente ci vuole una certa dose di immaginazione per trovare delle similitudini tra le due opere, ma spero che lo abbiate trovato piacevole. E soprattutto che abbiate capito che in fondo siamo tutti un po’ Luke, o il signor Scrooge. L’importante è riuscire a trovare la nostra strada, armandoci di punti di riferimento importanti per noi, che ci incoraggino ma allo stesso tempo ci aiutino ad evitare i pericoli. Come gli spiriti per i due protagonisti.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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