L’evoluzione di Anakin Skywalker in ottica machiavelliana
“Gli uomini offendono o per paura o per odio” (“Il Principe” di Machiavelli, Cap. VII). Offendono, quindi aggrediscono; aggrediscono, quindi prevaricano; e smettono di difendere, di essere “passivi”, abbandonano la via dei Jedi. E, in merito, quasi ci sembra di risentire le celebri parole di Yoda in Episodio I: “La paura è la via per il Lato Oscuro. La paura conduce all’ira, l’ira all’odio, l’odio conduce alla sofferenza. Io sento in te molta paura.”
Machiavelli, per la verità, separa i due concetti ponendoli come due entità ben distinte ma sullo stesso piano. Nel mondo di Star Wars, invece, è sempre più corretto subordinare l’odio alla paura, in quanto sua diretta conseguenza.
Un amore paradossale
Il risultato dell’equazione, comunque, è sempre lo stesso: Anakin Skywalker ha percorso tappa dopo tappa il sentiero della paura, paura – qui forse il paradosso che ha conquistato i fan di ogni tempo – scaturita dall’amore, dunque un sentimento positivo, ma che vissuto portandolo all’eccesso finisce per diventare la causa di ogni rovina. Che il Prescelto dalla Forza sia incapace di frenare i propri sentimenti ce ne accorgiamo già in Episodio I: tutte le azioni del bambino rivelano un altruismo/amore incapace di limitazioni, al punto che Anakin mostrerà sin da subito la vocazione all’auto-sacrificio per proteggere le persone amate (la corsa degli sgusci prima, il non voler abbandonare la madre poi ecc.). Ho usato “altruismo” e “amore” come sinonimi volutamente, e questo per una ragione ben precisa: l’amore per il prossimo, alias altruismo, è una prerogativa dei Jedi al pari dei “riflessi” e della “preveggenza”.
Ed è lo stesso Anakin, in Episodio III, a sostenere che, almeno a livello teorico, “i Jedi usano il potere per il bene. I Jedi sono altruisti. Si interessano soltanto agli altri” e, in opposizione, che “i Sith traggono il loro potere dalle passioni. Sono egocentrici, pensano solo a sé stessi”.
Amore e passione
Ma la prassi è ben diversa: Anakin Skywalker ci mostra come anche il sentimento Jedi più nobile, l’altruismo/amore, se portato all’eccesso, si tramuti tumultuosamente in passione (dunque emozione e sofferenza) e, finalmente, nella scelta volontaria di dannare sé stesso per la salvezza altrui.
Il celebre detto di Kenobi in Episodio III, “Soltanto un Sith vive di assoluti”, esprime bene il concetto, e acquista una profondità maggiore se incrociato, per contrasto, con quanto sostenuto da Skywalker in Episodio II: “L’attaccamento è proibito. Il possesso è proibito. La compassione, che io definirei amore assoluto, illimitato, è al centro della vita di un Jedi”.
La situazione è ai limiti dell’assurdo: idealmente, infatti, Anakin Skywalker/Darth Vader è contemporaneamente vero Sith e vero Jedi; è amore e paura, salvezza e dannazione, e questo sia prima sia dopo il passaggio al Lato Oscuro.
Oltretutto, se analizzato etimologicamente, il termine “compassione” viene da “com-patire”, cioè “patire insieme”: insomma, la dichiarazione del giovane padawan in Episodio II, spesso dimenticata, è forse il passo migliore a nostra disposizione per capire che, in ottica Skywalker, “C’è solo passione”.
“Amore e paura” nel Principe di Machiavelli: un binomio leggendario
Amore e paura, quindi. Questa la materia di cui è fatto Anakin Skywalker/Darth Vader; questa la formula, speculare e “a incrociare”, con cui provare a capirlo nella trilogia prequel e nella trilogia orginale:
episodi I-II-III: Anakin che, spinto dall’amore, prova paura e diviene paura (Vader)
episodi IV-V-VI: Vader che, da signore della paura, riscopre l’amore e ritorna amore (Anakin)
Come rapportare le riflessioni di Machiavelli a tutto questo? Il collegamento è in realtà quasi immediato e, a mio avviso, estremamente significativo. Una delle massime del Principe che forse, nella memoria di molti, ha resistito alla prova del tempo, riguarda proprio la questione tra amore e paura.
Il segretario fiorentino, interrogandosi sulla natura del potere e degli uomini, riflette su ciò che è più importante per la salvezza del proprio impero e afferma senza troppi giri di parole che “È molto più sicuro essere temuto che amato, quando si abbia a mancare uno dei due” (cap.XVIII), che detto in altre significa questo: cosa è più sicuro, l’amore o il timore, per resistere e difendere il proprio regno, i propri cari?
Similitudini di pensiero
La via Jedi, che abbiamo visto essere più “relativizzante”, per quanto altruistica liquiderebbe la questione attraverso la “santa” via della rinuncia: “Esercitati a distaccarti da tutto ciò che temi di perdere”. Queste le parole di Yoda, lontane anni luce, ce ne rendiamo conto, dal concetto di “amore assoluto” incarnato da Anakin.
Il pensiero di Machiavelli, invece, si rivela sostanzialmente lo stesso di Skywalker e può essere sintetizzato in due punti: 1) il mondo è un incubo che minaccia continuamente di distruggere cose/persone a cui teniamo, ma che noi difenderemo ad ogni costo; 2) sarebbe bellissimo se per conseguire la vittoria finale bastasse l’amore, ma l’amore non basta; da qui la necessità/decisione di percorrere l’altra strada, quella della paura, quella del potere del Lato Oscuro.
Il giuramento del potere
Il fatale percorso – lo si vede bene, non a caso, proprio nei dialoghi tra Anakin e Padme – comincia a maturare pericolosamente ne L’attacco dei Cloni, a seguito della morte della madre (eppure ci siamo accorti di quanto le premesse di questo cammino fossero forti già da Episodio I!):
ANAKIN: Perché è dovuta morire? Perché non ho potuto salvarla? So che ne avrei avuto il potere!
PADME: Ci sono cose che nessuno può aggiustare; non sei onnipotente, Ani.
ANAKIN: E allora devo diventarlo! E un giorno lo diventerò. Diventerò il Jedi più potente di tutti i tempi, te lo garantisco: imparerò anche a impedire che la gente muoia!
Una tale risoluzione sarà certamente decisiva per giungere alla formulazione di quel voto, fatale, proprio sulla tomba della madre – “Non ho avuto la forza per salvarti, mamma. Non ho avuto tanto potere. Ma prendo l’impegno a non fallire mai più.” – e che porterà Anakin a crescere sempre di più in forza e ambizione ma anche, specularmente, nella paura che tale potere non sia mai sufficiente.
La vera causa del passaggio di Skywalker al Lato Oscuro, a ben guardare, va cercata proprio in Episodio II – anticipando quindi di molti anni l’esecuzione, certamente non da Jedi, del Conte Dooku a inizio Episodio III (con la celebre scena in cui il Cavaliere brandisce, emblematicamente, spada rossa e blu nello stesso momento) – alla presenza stessa di Padme, alla quale si apre senza riserve, e dalla quale a breve sarà ricambiato, accettato per quello che è, che è sempre stato e sempre sarà.
Le ragioni di un percorso logico e l’incomprensione di Padme
Arriviamo così all’ultimo dialogo tra Padme e Vader, il più triste di tutti, ne La vendetta dei Sith. Le ragioni di Anakin sono state in realtà tutte molto logiche, altro che istintive!
(“Dove sei, Qui-Gon?”)
Abbiamo conosciuto che questo è il suo modo di essere – “Aiuta gli altri senza pensare alla ricompensa” e “non sa cosa sia l’avidità”, dicono Qui-Gon Jinn e la madre, gli unici che lo abbiano realmente capito – ma ora, dopo il finale sacrificio di sé stesso, il più importante, si vede improvvisamente rifiutare da quella Padme che, sempre in Episodio II, aveva dichiarato di amarlo perdutamente, quindi in maniera assoluta, al di là dei concetti di bene e di male, di giusto e di sbagliato.
L’apparizione a sorpresa di Kenobi, poi, non è stata molto d’aiuto alla comprensione reciproca… non giustifico la mossa dello strangolamento ma, nei panni di Vader, chi non avrebbe avuto qualche difficoltà con la gestione della rabbia?
PADME: Anakin, quello che voglio è il tuo amore.
ANAKIN: L’amore non ti salverà, Padme. Solo i miei nuovi poteri possono farlo.
PADME: A che prezzo? Tu sei buono, non puoi fare questo.
ANAKIN: Non ti perderò come ho perso mia madre. Sto diventando più potente di quanto qualsiasi altro Jedi abbia mai sognato. E lo faccio per te, per proteggerti.
Anakin Skywalker e il Codice Sith
Nel capitolo precedente ha dato buoni risultati l’incrocio del Codice Sith per una migliore comprensione del percorso di Sidious verso il titolo di Imperatore. La stessa utilità, ovviamente in una direzione diversa – poiché diverse sono le passioni che muovono Skywalker – la ritroviamo in un percorso analogo per Darth Vader.
L’altruismo, l’amore e l’esperienza della schiavitù rivestiranno, com’è facile immaginare, un’importanza centrale:
- La pace è una menzogna, c’è solo passione: vale sia per la condizione iniziale di schiavo, tutt’altro che pacifica, che segna il fato di Anakin fin dalla nascita; sia per la paura e l’innato sentimento dell’amore assoluto, che predispongono al cammino della sofferenza, il cammino Sith. (fase inconsapevole)
- Attraverso la passione, acquisto forza. L’amore assoluto, insieme alla paura, spingono Anakin a mettersi costantemente alla prova per migliorarsi e migliorare il mondo, prima come pilota e poi come padawan (fase inconsapevole).
- Attraverso la forza, ottengo potere. Maggiore potere equivale ad una maggiore possibilità di esercitare l’amore assoluto. Non avere sufficiente potere equivale a non riuscire a proteggere le persone care. (fase di passaggio verso la consapevolezza)
Il passaggio al Lato Oscuro
- Attraverso il potere, ottengo la vittoria. Spinto dalla paura e incapace di rassegnarsi all’idea del fallimento, si abbraccia il potere in qualunque sua forma: Anakin Skywalker passa al Lato Oscuro (consapevolezza)
- Attraverso la vittoria spezzo le mie catene. La Forza mi libererà. Il raggiungimento dell’onnipotenza che porta a controllare tutto, per impedire: a) che le cose cambino; b) che la gente muoia. Per molti aspetti coincide con il sogno di Anakin bambino di liberare tutti gli schiavi in Episodio I (= spezzo le mie catene). Tale potere, tuttavia, non sarà mai conseguito e in questo, forse, sta l’unica vera beffa del Lato Oscuro: l’esserci passato dannandosi “per niente”.
Nel prossimo capitolo, attraverso un attento confronto con la figura di Sidious, cercheremo di capire quanto il contributo del Prescelto della Forza sia stato determinante sia nel male sia nel bene… Niccolò Machiavelli ci darà una mano.
Dandovi quindi appuntamento al prossimo capitolo, vi saluto linkandovi le prime tre parti di questo viaggio:
- Star Wars e Il Principe di Machiavelli a confronto
- L’ascesa di Palpatine nella trilogia prequel
- Il nemico e l’inganno, gli strumenti di vittoria di Palpatine