È CRISI – O fai la spesa o paghi l’affitto, famiglie costrette a scegliere: scontrini oltre i 2.000€ per comprare da mangiare

scaffale verdure

Un’ondata di proteste (pixabay.com) - www.insolenzadir2d2.it

O fai la spesa o paghi l’affitto: famiglie costrette a scegliere tra cibo e necessità. La protesta e la disperazione dei consumatori

Ci sono momenti in cui le difficoltà economiche diventano così palpabili da spingere le persone a unirsi per dire basta. Da generazioni le inflazioni salgono e scendono ma i costi della vita non si agevolano.

Quando le bollette si accumulano e il carrello della spesa diventa ogni giorno più pesante, ci si trova costretti a prendere una decisione cruenta: mangiare o pagare l’affitto.

In un contesto in cui l’inflazione corre, i salari rimangono stagnanti e le spese quotidiane sembrano inarrestabili, la voce dei cittadini si fa potente, inarrestabile, assordante.

E, quando la misura è colma, le soluzioni non convenzionali emergono come l’unico modo per farsi sentire. Così, quel che inizia come un semplice gesto individuale può diventare un movimento capace di scuotere un intero sistema.

Boicottaggio in Svezia

Migliaia di svedesi hanno scelto di reagire concretamente all’impennata dei prezzi dei beni alimentari, lanciando un boicottaggio senza precedenti contro i principali supermercati del Paese. A partire dal 24 marzo 2025, è stato avviato uno “sciopero della spesa” della durata di sette giorni, con l’intento di protestare contro l’aumento dei prezzi e la crescente difficoltà delle famiglie nel sostenere le spese quotidiane.

Greenme evidenzia che questa mobilitazione arriva dopo che, nel mese di febbraio, si ha registrato il maggior incremento dei prezzi dei prodotti alimentari degli ultimi due anni. Secondo l’agenzia governativa Statistics Sweden, dal gennaio 2022 il costo medio annuale per la spesa di una famiglia ha raggiunto la straordinaria cifra di 30 mila corone, pari a circa 2. 763 euro. D’altro canto, come ricorda Greenme, i supermercati giustificano gli aumenti citando l’aumento dei costi delle materie prime, i danni ambientali e gli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni, che impattano inevitabilmente sui prezzi finali dei prodotti.

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Un movimento inarrestabile (pixabay.com) – www.insolenzadir2d2.it

Un’ondata di proteste che attraversa l’Europa

L’iniziativa svedese si colloca all’interno di un movimento di protesta più ampio che ha coinvolto diversi Paesi europei negli ultimi mesi. Secondo quanto riportato da Greenme, episodi analoghi sono stati registrati in Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro e Serbia, dove i cittadini hanno scelto di boicottare le grandi catene alimentari per contestare l’inevitabile aumento dei prezzi. Anche in Bulgaria, lo scorso mese, una simile azione di protesta ha portato a una diminuzione del fatturato dei supermercati di quasi il 30%.

I messaggi diffusi sui social, come evidenziato da Greenme, parlano chiaro: “Non abbiamo nulla da perdere, ma tutto da guadagnare. I prezzi del cibo sono impazziti mentre i giganti del settore accumulano profitti miliardari a nostre spese. ” Un grido di protesta che risuona forte in un’Europa sempre più oppressa dal caro vita.