Disney: 5 pregiudizi dei fan sull’acquisizione di Star Wars

Crossover improbabili. Fonte: data manager online

Il 30 Ottobre 2012 è stata una data molto importante per Star Wars. In questo giorno fu infatti ufficializzata l’acquisizione della Lucasfilm Ltd. da parte della Disney, per la cifra di 4,05 miliardi di dollari. Questo evento ha profondamente diviso i fan. Se da una parte, infatti, molti hanno accolto con favore questa situazione, dall’altra tanti altri ripudiano e disprezzano profondamente questa annessione al marchio Disney. I motivi di questo forte astio sono molteplici.

A mio parere (e non solo, ovviamente) molti dei quali infondati o legati ad un pregiudizio personale. Elencando i 5 maggiori motivi di disprezzo da parte dei fan, tenteremo di fare chiarezza sugli stessi in maniera oggettiva.

La Disney ha distrutto il vecchio canone

Una piccola guida del nuovo canone di Star Wars

Partiamo col botto, con una delle considerazioni più feroci nei confronti dell’acquisizione Disney. Ovvero l’accusa mossa da molti fan nei confronti della nascita del nuovo canone di Star Wars, con l’annullamento di tutte le pubblicazioni precedenti il 25 Aprile 2014, facenti parte del vecchio Universo espanso. Pubblicazioni che sono state raggruppate sotto il nome di Star Wars Legends. Tutte storie che, quindi, non hanno più alcuna valenza canonica nell’universo starwarsiano. Le pubblicazioni più colpite sono sicuramente quelle che narravano le vicende post Endor. Tutte storie che avrebbero inevitabilmente cozzato con la nuova trilogia e tutti gli altri progetti futuri annessi.

Questa storia proprio non è andata giù a molti fan, che da qualche anno sono in vero e proprio lutto di personaggi e situazioni a cui erano, e sono, affezionati. E’ vero, la maggior parte delle storie che conoscevamo non sono più canoniche. Ma il nuovo corso targato Disney, contrariamente a quanto si pensi, non vuole fungere da rullo compressore. Ma, nei limiti del possibile, da collante.

Non si butta via niente

In queste parole, riportate in un annuncio di StarWars.com sul nuovo corso di Lucasfilm, si intuiscono le intenzioni della direzione in merito ai prodotti Legends:

In modo da concedere massima libertà creativa ai produttori cinematografici e allo stesso tempo preservare un elemento di sorpresa e scoperta per il pubblico, gli Episodi VII, VIII e IX di Guerre stellari non racconteranno la stessa storia narrata nell’Universo espanso post-Il ritorno dello Jedi. Per quanto l’universo che i lettori conoscono stia cambiando, non sarà del tutto scartato. I creatori del nuovo intrattenimento di Guerre stellari hanno pieno accesso ai ricchi contenuti dell’Universo espanso. Per esempio, elementi dell’EU saranno inclusi in Star Wars Rebels. L’Inquisitore, l’Imperial Security Bureau e la Sienar Fleet Systems sono elementi narrativi nella nuova serie animata e tutte queste idee trovano le loro origini in materiale del gioco di ruolo pubblicato negli anni ’80.

Il tempo ci ha dato prova della veridicità di queste parole. Alcuni personaggi e situazioni, come detto sopra, hanno “ripreso vita” nel nuovo canone di Star Wars. Uno degli esempi più lampanti in merito, è quello del reinserimento, nella serie canonica SW Rebels, di uno dei personaggi più amati dell’odierno SW Legends, ovvero il Grand’ammiraglio Thrawn. Il famosissimo personaggio nato dalla penna di Timothy Zahn, apparso per la prima volta nel romanzo L’erede dell’Impero (il primo della Trilogia di Thrawn) del 1991. Nonostante la diversa collocazione temporale, il personaggio ha mantenuto l’affascinante personalità che lo contraddistingueva nei romanzi.

Il Grand’ammiraglio Thrawn in Star Wars Rebels.
Fonte: starwars.com

Questi sono solo alcuni degli esempi di quelle che sono, e che saranno, le varie reintroduzioni di personaggi e situazioni del mondo Legends nel nuovo canone. Il Legends, quindi, non è considerato come un rifiuto da scartare. Ma come un prezioso contenitore da cui attingere storie e personaggi, che saranno sapientemente ricollocati all’interno della nuova continuity.

La Disney porterà il merchandising di Star Wars allo stremo

Star Wars diventerà un brand!11!” Questa è una delle frasi più classiche sentite dai detrattori in questi anni. Di per sé non significa nulla, anche perché Star Wars è un brand da un bel po’ di tempo. In realtà la frase cela un altro tipo di malcontento, molto simile. Ovvero la “paura” che al marchio Star Wars possa essere collegato un merchandising sfrenato, tipico soprattutto dell’oggettistica a tema Disney. Una paura infondata, nonché una boiata di proporzioni bibliche, visto che stiamo parlando della saga che ha completamente rivoluzionato il tema del merchandising cinematografico.

Come sappiamo, infatti, prima di Star Wars, merchandise e cinema avevano ben poco in comune. Dopo il 1977 la saga portò una vera e propria rivoluzione in merito a questo tema. Anzi fondò proprio le sue più grandi fortune sul massiccio merchandising derivante dai film, creando un vero e proprio trend senza precedenti. Quindi, bisognerebbe invitare i fan che “temono” questa deriva, a rivedere il passato.

Alcuni esempi delle storiche action figures della Kenner.
Fonte: wikipedia

La Disney renderà Star Wars un prodotto “molle” e per bambini

Tutti conosciamo, su per giù, le “linee guida” della Disney. Ovvero quelle votate a creare prodotti prettamente per un pubblico fanciullesco, e quindi prive di violenza ponderata, azione, ecc. Questo può essere vero per certi aspetti. In merito vanno fatte alcune precisazioni. In primis, dobbiamo distaccarci da quella che è la “visione mentale” che tutti abbiamo della Disney. Ovvero la casa delle canzoncine, dei cartoni animati, ecc. In breve la visione della nostra infanzia.

La Walt Disney Company è prima di tutto una delle più grandi multinazionali al mondo in tema di intrattenimento. Una vera e propria macchina da soldi, che in questi anni ha acquistato non solo la Lucasfilm, ma altre case di produzione come la Pixar o la Marvel. Questa realtà, che per molti può essere deprimente, è un vero e proprio vantaggio. I media di Star Wars infatti non si risparmiano in quanto a “violenza“, o, comunque, a “buonismo” fanciullesco. Esempio lampante il recente Rogue One, o, in maniera minore, anche Rebels, pur essendo una serie animata.

La tipica scena di un film Disney…
Fonte: Reddit

Vietato confondersi

Il secondo punto è strettamente collegato al primo. La Disney, come detto sopra, è un’entità enorme, che ha decine di ramificazioni. E’ una di queste ramificazioni, la Walt Disney Pictures, che finanzia i film di Star Wars. I film vengono realizzati sempre da Lucasfilm. Per fare solo un esempio, lo sceneggiatore de Il Risveglio della Forza è Lawrence Kasdan, che ha ricoperto lo stesso ruolo per L’impero Colpisce Ancora. Si potrebbero fare altri mille esempi, il concetto di fondo è che la creazione dei prodotti starwarsiani rimane nelle mani di persone che amano questo universo e lo conoscono da una vita.

Altro punto fondamentale, come abbiamo detto, è che a finanziare i film di Star Wars ora è la Walt Disney Pictures. Quest’ultima non ha nulla a che vedere con la Walt Disney Animation Studios, cioè la divisione che ha creato e finanziato i classici Disney della nostra infanzia. In parole povere, non vedremo mai Topolino che pilota un X-Wing, o le avventure di Simba nella luna boscosa di Endor. Come qualche sprovveduto crede. Tanto per avvalorare la questione, basta citare altre pellicole finanziate in generale da Walt Disney Company: la saga de I pirati dei Caraibi, Pulp Fiction, Apocalypto, Pearl Harbor, ecc. Titoli che non sono di certo i preferiti dei bambini.

Episodio VII è la prova che il corso Disney è sbagliato

Eccoci arrivati al fulcro di ogni male. Il film che non può essere nominato, pena le ire funeste dei detrattori del corso Disney. Il Risveglio della Forza racchiude in sé tutte le critiche mosse a sostegno di questo tema. Episodio VII è “insensato, una palese copia del IV, senza né capo né coda, con buchi di trama e personaggi di poco spessore”. Ed è “ricolmo di buonismo e fanservice”. Ora, non siamo qui a sindacare sui gusti delle persone, che sono soggettivi. Ma è poco intelligente giudicare il film in sé. Con la saga di Star Wars non si può ragionare singolarmente. Il fascino di ogni trilogia va, per forza di cose, visto nell’insieme. Quindi, finché non si completerà la nuova trilogia, i giudizi saranno sempre incompleti e imprecisi.

Il ponte

Volendo comunque prendere il film singolarmente, non si può negare, a mente fredda, che quello era l’unico modo di giostrare questa pellicola. Il Risveglio della Forza era un banco di prova enorme. Come proseguire e non ledere la sacralità di una saga che non si toccava da anni? Creare una storia completamente a sé stante sarebbe stato uno tsunami di polemiche. La scelta fatta è stata ottima, perché si è riusciti a legare il passato e il futuro. Il passato omaggiando Episodio IV, e il futuro lasciando dei misteri e degli interrogativi irrisolti, dando il la affinché la nuova trilogia potesse avere un corso indipendente. Metaforicamente, è come un bambino che toglie le rotelle e impara, senza più l’aiuto del padre, ad andare in bici.

Su Episodio VII va comunque operata un’analisi più dettagliata, di cui sicuramente ci occuperemo in seguito. Il succo del discorso è che, ai fini di un collegamento omogeneo, Episodio VII non poteva essere altro che un ponte tra le due trilogie. Aspettiamo quindi l’uscita degli ultimi due episodi, solo allora potremo dare giudizi ponderati.

La Disney ha rovinato Star Wars

L’ultimo punto è un po’ una sintesi dei precedenti, con qualche considerazione in più. Alla luce di questi ultimi anni, la Disney sta rovinando Star Wars? Io credo che, per ora, il bilancio sia l’esatto opposto. In questi anni c’è stato un vero e proprio risveglio starwarsiano, sia nei media che nei fan. Le nuove generazioni si stanno appassionando a questo mondo meraviglioso. Ci sono tantissimi professionisti che lavorano affinché Star Wars non perda quella magia che l’ha sempre contraddistinto. Tramite le serie animate, i nuovi e bellissimi romanzi e fumetti, i film, il nuovo canone di Star Wars sta acquisendo una grande ossatura.

Il progetto è ambizioso, ma già da ora è possibile unire tutti i media in un unico grande filone narrativo. Il lavoro che si sta facendo, ad esempio, per unire Rebels a Rogue One, a sua volta strettamente collegato ad Una Nuova Speranza, è solo uno dei tanti esempi che si potrebbero fare. Gli spin-off erano stati criticati, e Rogue One ha spazzato via il malcontento. Il Risveglio della Forza è stato e viene ancora aspramente criticato. Ma io, e tanti altri, siamo convinti che nell’insieme la nuova trilogia sarà ottima. Perché sappiamo che tutti coloro che lavorano dietro a tutti i media, ovvero film, romanzi, fumetti, serie tv, amano Star Wars. Sono fan come noi.

Il regista di Rogue One, Gareth Edwards, è un fan sfegatato di Star Wars.
Fonte: screenanarchy.com

La scelta

Detto questo, ci sono due strade che si possono intraprendere. La prima è quella di accogliere con entusiasmo tutte queste splendide novità, che non significa farsele piacere per forza. Prendere il tutto sempre con un certo occhio critico, non compiendo l’errore di farsi divorare dalla rabbia e i pregiudizi. Oppure si può percorrere l’altra strada, quella della critica perenne. La stessa strada che porta i fan più “estremisti” a criticare Episodio VII perché è “una porcata“, la trilogia prequel perché è “un abominio“, Episodio VI perché “ci sono gli Ewok“, ecc. Consigliamo a questa tipologia di fan, di rivedere in loop L’Impero Colpisce Ancora, vivendo in una inutile nostalgia. Sempre che non comincino a criticare anche quello. Io, come molti altri, ho scelto diversamente.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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