Cosa ha spezzato il rapporto di fiducia tra Vader e Sidious?

Darth Vader scaraventa l'Imperatore nel baratro della Morte Nera.

Dal quadro che abbiamo delineato nei capitoli precedenti è emersa con forza una importante verità. Palpatine, a differenza dei Jedi, si è fidato davvero, completamente, di Anakin Skywalker, per aver salva la sua vita e portare a compimento il progetto imperiale. Eppure, curiosamente, nella pellicola tutto questo traspare poco: la nostra attenzione, infatti, tende a focalizzarsi principalmente su Anakin che, abbracciato il Lato Oscuro, affida tutto sé stesso agli insegnamenti del maestro del male.

Ma basta riprendere il momento della “resa dei conti” tra Yoda e Sidious per accorgersi che quest’ultimo nutre nei confronti del suo apprendista una sincera fiducia. E poi, giustamente, perché in una tale occasione avrebbe dovuto mentire?

Una sincera fiducia

Yoda si prepara allo scontro con Darth Sidious ne La Vendetta dei Sith

Questo sentimento sincero di fiducia, come detto, possiamo facilmente scorgerlo ne La vendetta dei Sith, durante il duello tra Yoda e Darth Sidious. Questo lo scambio di batutte tra i due: “YODA: Se tanto potente tu sei perché fuggire? PALPATINE: Non sarai tu a fermarmi. Darth Vader diventerà più potente sia di me che di te”. A questo punto, però, è doveroso porsi un interrogativo. Perché, se tanto grande è la stima e la fiducia tra i due ministri del male, nella trilogia originale Sidious avrebbe pianificato, fallendo, la sostituzione di Vader con il più giovane Luke Skywalker? La risposta è più semplice di quanto sembri (ma non banale).

Citando Episodio III, Sidious intende prendere Luke come “nuovo apprendista” non perché sia “molto più giovane e molto più potente” del padre (mi si annoveri pure tra i sostenitori della tesi che Vader, in tutti gli incontri-scontri con il figlio, si sia sempre trattenuto molto), ma perché il rapporto di fiducia tra i due si è incrinato, ed entrambi i Sith tutto questo lo sanno bene.

La rottura

Darth Vader e Luke Skywalker in una delle scene più iconiche del cinema

La causa di tale rottura, naturalmente, risponde al nome di Luke Skywalker: le ragioni del cuore, le passioni Sith, l’amore assoluto di Anakin… tutto riaffiora. Percepisco il conflitto che è in te afferma Luke in Episodio VI, ovviamente azzeccandoci ma, ancora una volta, allontanandoci da un altro punto di vista, importante e decisivo. Figurarsi infatti se, tale turbamento, non lo avesse avvertito Sidious, finissimo conoscitore sia della Forza sia dell’animo di Anakin!

Da qui la necessità di soppesare l’operato di Vader  e, qualora necessità lo avesse imposto – “Insieme governeremo la Galassia come padre e figlio” – rimpiazzarlo con un nuovo apprendista.

La fedeltà compromessa: i precetti del Principe

Sempre a proposito della fedeltà del ministro (e su come riconoscerla), Niccolò Machiavelli, nel Principe, scrisse pagine meravigliose, ancora una volta utilissime per comprendere alcune questioni della saga di Lucas.

Ma su come un Principe possa conoscere il ministro, c’è questo metodo che non sbaglia mai. Quando tu vedi il ministro pensare più a sé, che a te, e che in tutte le azioni vi ricerca l’utile suo, uomo di questo tipo non sarà mai un buon ministro, né mai te ne potrai fidare. Perché colui che amministra uno Stato non suo, non deve mai pensare a sé, ma solo al Principe; e non ricordarsi mai di qualcosa che non appartenga a lui.

E dall’altra parte il Principe per mantenerlo buono deve pensare al ministro, onorandolo, facendolo ricco, vincolandolo a sé, attribuendogli onori e incarichi, affinché i molti onori e le molte ricchezze a lui concesse facciano in modo che egli non desideri altri onori e altre ricchezze; e le molte responsabilità gli facciano temere le mutazioni, conoscendo di non poter fare a meno l’uno dell’altro. Finché i Principi e i ministri sono fatti in questo modo, possono confidare l’uno dell’altro. Quando invece accade altrimenti, il fine sarà sempre dannoso o per l’uno, o per l’altro. (Il Principe, adattamento dal cap.XXII)

E dopo aver letto un passo del genere ci rendiamo conto di come Sidious abbia avuto sempre, nei confronti di Vader, tutti i riguardi del caso, e di come Vader sia stato sempre leale a Sidious, almeno fino all’avvento di Luke Skywalker. Da qui l’avvio dell’attenta analisi del ministro, lo “stare al suo gioco” – “Diventerebbe un potente alleato” – per metterlo alla prova, dandogli più di un’occasione per verificarne la fedeltà.

Un errore fatale

Darth Sidious e Darth Vader assistono alla costruzione della Morte Nera

Lungi da me l’idea di santificare Sidious, ma l’Imperatore potrebbe averle provate tutte, per fare in modo di assicurarsi la fiducia di Vader: peccato che il Sith proprio non ce l’abbia fatta a mettere da parte i sentimenti personali (ma poi, in fin dei conti, non è proprio questo che significa essere un Sith?), determinando la rovina dell’Imperatore…

E allora, forse, sta proprio qui l’unico errore, fatale, di Sidious: l’essersi sempre affidato a Vader nel bene e nel male, ora vincendo ora perdendo, senza mai predisporsi una reale alternativa.

La peggiore delle ipotesi

La proclamazione dell’Impero Galattico.
Da: wookieepedia

A onor del vero, sulla “sostituzione” degli Skywalker ci sarebbe anche un’altra opzione interpretativa, molto più cinica, molto più “machiavelliana”. Questa possibilità, che tratto volutamente come ultimo argomento di questo studio – “Su tutto l’ombra del Lato Oscuro è calata” – vedrebbe Vader semplicemente come un “capro espiatorio” che serve a ridurre la bellicosissima Repubblica all’obbedienza con ogni mezzo, anche il più brutale e crudele.

L’idea è semplice, terribile e non dissimile da quanto fatto con i separatisti : 1) il pugno di ferro di Vader sottomette la Repubblica; 2) Vader diviene, a causa delle crudeltà compiute, odiato da tutti; 3) Sidious si sbarazza di Vader ottenendo il favore di tutti; 4) l’Impero è stato ridotto all’obbedienza e la causa del malcontento eliminata.

L’idea è semplice, terribile (mi ripeto volutamente) e pressoché identica a quella messa in atto da Cesare Borgia nel Principato di Romagna. Il parallelismo emergerà da sé:

Dopo che il Duca ebbe preso la Romagna, e trovandola essere stata comandata da Signori impotenti […], tanto che quella provincia era tutta piena di furti, di saccheggi, e di ogni altra sorte d’insolenza, giudicò necessario, a volerla ridurre pacifica ed obbediente al braccio regio, darle un buon governo. Perciò vi pose a capo messer Ramiro d’Orco, uomo crudele e spietato, al quale conferì pieno potere. Costui in breve tempo la ridusse pacifica e unita con grandissima reputazione. […]

E poiché conosceva che le severità passate gli avevano generato qualche odio, per purgare gli animi di quei popoli e guadagnarseli completamente, volle mostrare che ogni crudeltà compiuta non era nata da lui, ma dall’acerba natura del ministro. E, colta l’occasione propizia, lo fece ritrovare morto una mattina a Cesena nella piazza con un pezzo di legno e un coltello sanguinoso nel fianco. La ferocia di un tale spettacolo fece rimanere quei popoli contemporaneamente stupiti e soddisfatti. (Il Principe, adattamento da cap.VII)

Possibilità e certezze

Anakin e Palpatine conversano in Episodio III

Possiamo escludere con certezza che Palpatine avesse pensato ad una simile parabola, ascendente e discendente, anche per il suo apprendista? È difficile dirlo. Ma se da un lato è certo che qualunque apprendista Sith, prima o poi, tenterà di uccidere il proprio maestro, è altrettanto vero che anche dall’altro succederà lo stesso, perché qualunque Lord Sith che si rispetti si guarderà bene dal farsi raggiungere e superare palesemente.

Quello che è certo, se prendiamo per buone queste riflessioni, è che Anakin Skywalker, proprio in virtù del suo ruolo di ministro del Male, ha determinato sia l’ascesa del Lato Oscuro sia la sua caduta, ed è forse proprio in questo, non altrove, che potrebbe trovare spiegazione la teoria dell’Equilibrio, la Profezia del Prescelto della Forza (attendiamo Episodio VIII con impazienza).

Una conclusione

Confronto tra Star Wars e il Principe di Machiavelli

Termina così il nostro viaggio, il nostro crossover, tra il mondo di Star Wars e l’opera di Niccolò Machiavelli.

I principati galattici e quelli cinquecenteschi, letteralmente lontani anni-luce, hanno rivelato a mio avviso affinità significative, talvolta sconcertanti. Ma il bello dei crossover, in letteratura specialmente, è forse proprio questo: trovare punti di contatto inaspettati dove meno ce lo aspettiamo, fosse anche in una galassia lontana, lontana…

Ne approfitto per ringraziare hic et nunc, prima che sia tardi, Gaetano Vitulano e Michele Vizzani per lo spazio che mi hanno concesso, oltre che per la loro gentilezza e professionalità. Ringrazio inoltre tutti i lettori che mi hanno sopportato in queste settimane, spero abbiano apprezzato le mie riflessioni. In ultimo, un ringraziamento va anche ad Emilio Valotti, sempre costante nell’offrire spunti preziosi sul suo canale The Unbounds.

Mi auguro di aver dato ai puristi di entrambe le fazioni pane per i loro denti: che censura, damnatio memoriae e  fuoco dei folgoratori si abbattano su di me tutti insieme, ora che ho finito di esporre i miei argomenti.

Capitoli precedenti

Ringraziandovi ancora per il vostro sostegno, vi saluto linkandovi tutte le parti precedenti di questo viaggio:

Francesco Battaglia: Sono nato il 21/09/1990 e vivo di storie: letteratura e cinema; storia e mitologia; fumetti e videogiochi: tutto è parola, tutto è narrazione. Quando posso cedo al Lato Oscuro e mi trasformo, da lettore avido quale sono, in insegnante di Lettere e in autore. Tra le mie pubblicazioni: L'ascesa del Campione, Ceneri scarlatte e Storie di Nigmàr.
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