Con un jingle da marcia imperiale, inesorabile e solenne, Dicembre è finalmente arrivato. Luminarie, addobbi, sciarpe calde e giubbotti col pelo… Tutti i trailer che abbiamo visto, i rumors che abbiamo ascoltato, le teorie e le illazioni che abbiamo sguinzagliato e le scene immaginate di Episodio IX si rincorrono nella testa come un vortice di fiocchi di neve.
L’ennesimo Natale si avvicina e, tra bilanci esistenziali e abbuffate di fine anno, è finalmente tempo di tornare in sala. Con tutta la curiosità, l’entusiasmo e il timore nei confronti di una pellicola che sarà decisiva. In un modo o nell’altro, infatti, sta per essere decretato il termine definitivo di una saga famigliare iniziata oltre 40 anni fa.
Aspettative per Episodio IX
«Cosa aspettarci da L’ascesa di Skywalker?» mi ha chiesto, proprio oggi, un mio studente all’uscita da scuola. Non c’è stato tempo di rispondere come avrei voluto. Ma facendo ordine tra le idee, i desideri e le certezze, la mia risposta sarebbe stata la seguente.
Sicuramente ci sarà tanto da vedere, sentire e capire. Sono convinto che avremo filo da torcere (in senso buono) qualunque sia la nostra modalità di indagine. Superficiale o profonda, filosofica o ingegneristica, steampunk, adrenalinica o cavalleresca che sia.
Sicuramente ci sarà tanto da ritrovare: io, perlomeno, non vedo l’ora di confrontare la “resa dei conti” di Episodio IX con quella di Episodio VI ed Episodio III. Mi aspetto un duello finale in cui l’acqua sia all’altezza del fuoco di Mustafar, o del metallo siderale, asettico e oscuro della stanza di Sidious.
Le citazioni, i rifacimenti e i ribaltamenti, inoltre, saranno tutti da scoprire, specialmente nell’ottica di quello che sarà, a tutti gli effetti, un addio al mondo di Star Wars per come l’abbiamo sempre pensato.
Le attese sono alte, ma anche le premesse non sono da meno.
Uno sguardo al passato
Le due precedenti trilogie si sono concluse in maniera eccellente: esteriorità epica roboante e dramma interiore silenzioso hanno condotto a redenzioni e cadute impossibili da dimenticare (e in questo autodenuncio la mia devozione a La vendetta dei Sith).
In effetti, dal punto di vista narratologico, le trilogie di Star Wars si sono sempre sviluppate in maniera chiara e coerente: qualunque fosse il finale da raggiungere, a un primo capitolo di risveglio segue un secondo di viaggio addestramento, destinato a culminare, dopo un’ellissi temporale, nel completamento finale del percorso intrapreso, nel bene e nel male.
Quale finale attende Rey e di Ben? Difficile dirlo: il destino di una potrebbe appartenere all’altro e viceversa. Presentiamo un possibile lieto fine, ma non sappiamo ancora come avverrà e a quale costo. Da qui la comprensibile tensione, l’hype che sale insieme al sentimento di una chiusura generazionale.
Queste e altre cose avrei voluto dire al mio studente, se avessi avuto più tempo. Magari anche raccontargli che, proprio il giorno prima, rivedere per l’ennesima il trailer, ma sul grande schermo, mi aveva dato un’emozione fortissima.
Mi sono limitato a scoprire che vedrà Episodio IX prima di me e farmi promettere un commento a caldo il giorno dopo, a scuola… rigorosamente SENZA SPOILER.
Buona visione a tutti!