Quest’anno si festeggia il quarantennale de L’Impero Colpisce Ancora, da molti considerato il miglior film della saga. Sicuramente Episodio V contiene alcuni dei momenti più iconici di tutta la storia del cinema, ma i colpi di scena sconvolgenti e le citazioni memorabili non sono gli unici motivi per cui il film ha cambiato il modo di concepire la settima arte. Andiamo a vedere, in breve, in che modo dopo L’Impero Colpisce Ancora il cinema non è stato più lo stesso…
I segreti del sequel perfetto
Star Wars, ovviamente, non è il primo franchise della storia. Molte saghe l’avevano preceduta (per fare un esempio, James Bond), ma quasi nessuno aveva avuto l’approccio che Star Wars ha avuto nel passaggio dal primo al secondo film.
Normalmente, nei franchise classici di maggior successo, il secondo film replicava la formula del primo, andando a modificare alcuni elementi come il villain, la trama, l’ambientazione. L’Impero Colpisce Ancora, al contrario, mantiene il conflitto del primo film, tra i ribelli e l’impero, ma fa un’operazione opposta: espande l’universo cinematografico, introducendo nuovi personaggi, pianeti, dinamiche narrative.
Ne L’Impero Colpisce Ancora conosciamo Yoda, Lando, Boba Fett. Scopriamo di più sui jedi e sul loro passato. La lore di Star Wars si fa sempre più ampia, il mondo galattico che lo spettatore ha di fronte a sé è decisamente più vasto rispetto a quello che aveva nel 1977.
Solo un film, in precedenza, aveva avuto un approccio simile, anche se orientato verso il passato. Parlo della parte seconda del Padrino, che, in qualche modo, invece di ripetere il meccanismo del primo capitolo, va ad allargare sempre di più l’universo della famiglia Corleone.
Ma, chiaramente, si tratta di generi diversi. Da Guerre Stellari in avanti, espandere l’universo del proprio franchise divenne obbligatorio per ogni sequel. Ma questo non fu l’unico elemento del film che cambiò radicalmente il concetto di sequel…
Un finale tragico
L’Impero Colpisce Ancora stravolge tutte le carte in tavola perché, per la prima volta, alla fine vincono i cattivi. Han è stato congelato, Luke si ritrova, senza un braccio, a convivere con la scoperta di essere figlio di Darth Vader. Insomma, una situazione non proprio idilliaca.
Per lo spettatore del 1980, abituato tra l’altro a Episodio IV, nel quale i ribelli avevano vinto a mani basse, distruggendo l’arma più potente della galassia, l’impatto deve essere stato difficile.
Non che non esistessero film con finali tragici negli anni 70′ e 80′. E’ che non ce lo si aspettava da quel tipo di film. James Bond non poteva non salvare il mondo, nei film western per il grande pubblico gli indiani raramente sconfiggevano i cowboy, e così via.
Tra l’altro, il colpo di scena su chi è veramente il padre di Luke, ha fatto scuola a prescindere dal finale del film. Dopo Episodio V, si è sempre cercato nei sequel di sconvolgere il più possibile, e molto spesso, come in Star Wars, si è avuto a che fare con scoperte di natura familiare (si pensi al Trono di spade e alla vera identità di Jon Snow).
Per queste ragioni, probabilmente, quando gli spettatori si sono trovati davanti un film cupo con un finale tragico, saranno rimasti spiazzati. Il finale avvolge di drammaticità tutto il film e anche questa caratteristica, insieme all’espansione dell’universo, è rimasta in molte saghe successive. Si parla spesso di sequel più “maturi”, con toni più “cupi” e “amari”, e tutto questo nasce dal netto cambio di tono di Episodio V.
Le altre saghe e L’Impero Colpisce Ancora
Lo shock provocato agli spettatori dal finale deve aver fatto drizzare le orecchie a parecchi produttori di Hollywood. Dopo Episodio V tutti hanno cercato di replicare il modello, ed è nato anche un modo di dire: “è L’Impero Colpisce Ancora del franchise” (è stato detto per quasi tutte le saghe, riuscite o meno, da Harry Potter a Twilight).
Insomma, espandere l’universo e far vincere i cattivi usando un tono più cupo sono le carte vincenti che hanno cambiato per sempre il modo di concepire non solo un sequel, ma di pianificare tutto un universo narrativo. Se pensiamo al mondo Marvel, due film sono stati considerati L’Impero Colpisce Ancora della saga: Civil War prima, ma soprattutto Avengers: Infinity War dopo.
Esempi illustri
In Infinity War il finale tragico si combina col colpo di scena sconvolgente. Più che nella saga di Star Wars, in quella degli Avengers non siamo abituati a veder perdere i nostri eroi, e per questo il finale (poi smentito da Endgame) ha assunto le proporzioni di evento epocale.
In Harry Potter (e di riflesso in Hunger Games, che strutturalmente ha molti elementi in comune con la saga del maghetto), la svolta tragica corrisponde alla crescita dei personaggi (e di conseguenza degli spettatori), ed è marcata nel quarto capitolo, dove a spuntarla, alla fine, è Voldemort (e c’è anche la tragica morte di Cedric Diggory).
Per quanto riguarda il concetto di espansione dell’universo, basti pensare alla saga dei Pirati dei Caraibi: il secondo film introduce personaggi che poi saranno fondamentali nel terzo, ovvero Davy Jones e Calypso, getta le basi per quello che sarà il destino di Will e così via. Se il primo era un’avventura quasi autoconclusiva, è il secondo film che fa nascere l’universo.
Forse la vera rivoluzione de L’Impero Colpisce Ancora è proprio questa: non affidare più al primo film il peso narrativo di raccontare tutto, ma fare in modo che sia il secondo ad avere questo compito. Questo concetto è stato talmente importante che ha cambiato anche la narrazione televisiva: nella prima stagione, ormai, molte serie non si giocano tutte le carte, ma anzi, preferiscono usare la seconda per espandere veramente la lore e il numero di personaggi. Nella seconda stagione Stranger Things introduce Billy e Max, e Breaking Bad Saul Goodman e Gus Fring, per fare degli esempi.
Voi cosa ne pensate? L’Impero Colpisce Ancora è il sequel perfetto? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook e Instagram! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.