Bloccata la maxi stangata IRPEF, risparmi fino a 3.200€ di tasse senza fare nulla | Lo Stato ci ha ripensato

Risparmiati 3200 euro IRPEF illustrazione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Lo Stato blocca l’aumento degli acconti IRPEF previsto per il 2025: migliaia di euro risparmiati senza muovere un dito.
Per qualche settimana, in tanti hanno temuto il peggio. L’ipotesi che l’acconto IRPEF del 2025 potesse salire bruscamente ha fatto tremare soprattutto chi lavora in proprio. La prospettiva di dover versare tutto in un’unica soluzione entro novembre, come previsto dai vecchi correttivi fiscali, ha messo in allarme liberi professionisti e partite IVA.
Si parlava di cifre non trascurabili, fino a 3.200 euro di tasse in più solo per chi ha un reddito annuo tra 35.000 e 45.000 euro. In molti si erano già rassegnati all’idea di un esborso pesantissimo, causato da una norma tecnica passata quasi inosservata al momento dell’approvazione della riforma fiscale. L’acconto, calcolato con il sistema delle vecchie aliquote, rischiava di far saltare i conti a centinaia di migliaia di contribuenti.
Ma la buona notizia è arrivata, e il sollievo è stato immediato. Niente acconti gonfiati, nessun sacrificio extra. Quella cifra, per molti già “mentalmente pagata”, rimarrà invece sul conto. Senza domande da compilare o moduli da inviare, il rischio è stato neutralizzato con una semplice ma efficace correzione normativa.
Il risparmio, in certi casi, è tutt’altro che simbolico. E ciò che colpisce di più è che non servirà fare nulla per ottenerlo. Il cambiamento è strutturale e interesserà già le prossime dichiarazioni dei redditi. Un segnale che, per una volta, fa tirare il fiato.
Perché si rischiava di pagare di più
Tutto nasce da un’anomalia tecnica: la legge prevedeva che, per gli acconti IRPEF 2025, si dovessero usare ancora le quattro aliquote in vigore fino al 2023, nonostante la riforma le avesse ridotte a tre già nel 2024. Questo meccanismo avrebbe portato molti lavoratori autonomi a versare anticipi gonfiati rispetto alle imposte effettive, con la prospettiva di vedersi rimborsare il surplus solo l’anno successivo.
Come racconta Money, l’incongruenza derivava dal decreto legislativo 216/2023, che considerava la riforma IRPEF a tre aliquote come misura temporanea. Ma la Legge di Bilancio 2025 ha confermato che la nuova struttura fiscale è permanente. Senza un intervento, l’effetto sarebbe stato paradossale: pagare di più oggi, con il fisco che avrebbe poi restituito la differenza in ritardo.

Il Governo blocca l’aumento degli acconti
Con un decreto-legge correttivo, il Governo ha quindi messo fine al pasticcio normativo. Gli acconti IRPEF del 2025 saranno calcolati correttamente, utilizzando le aliquote aggiornate introdotte con la riforma. Nessun lavoratore autonomo dovrà anticipare somme superiori a quanto realmente dovuto in base alla nuova struttura fiscale.
L’intervento, come ha dichiarato il viceministro all’Economia Maurizio Leo, è stato pensato per evitare aggravi ingiustificati e garantire coerenza tra le regole vigenti e quelle applicate ai calcoli. Per chi temeva un versamento extra da oltre 3.000 euro entro novembre, si traduce in un sollievo immediato: quella somma rimarrà sul proprio conto.