Battlefront 2: una recensione a freddo

Immagine del promo su Battlefront II. Da: kotaku

Come qualsiasi prodotto uscito negli ultimi anni dalla Lucasfilm, anche Battlefront 2 ha molto fatto parlare di sé. C’è chi osanna e chi denigra, chi adora e chi grida allo scandalo. Se la sezione commenti di qualsiasi post sul gioco, creato da DICE, sotto l’enorme ala protettiva di EA, è divenuto un ricettacolo dei più beceri commenti del mondo videoludico, è in ogni caso per un motivo ben preciso, che poco c’entra con il gioco.

Stiamo parlando della polemica sulle micro-transazioni, ovviamente. Per chi non lo sapesse, EA ha dovuto fare un clamoroso passo indietro nella gestione dei contenuti a pagamento a causa del volere dei fan. Una cosa mai successa prima.

Trucchi di mente non attaccano con me, solo Money

I droidi B1 alle prese con il multiplayer sulla mappa Theed.

Colui che vi scrive si astiene dall’esprimere un giudizio morale sulla questione, essendo un videogiocatore vecchia scuola, uno di quelli che amava pagare un gioco a prezzo pieno, ma che fosse finito e completo dall’inizio. Sarei dunque molto imparziale nell’esprimere considerazioni. Tuttavia, rimane rimarchevole lo sforzo compiuto da EA per cercare di tappare le falle e il malcontento. La promessa di DLC gratuiti (per ora ci sono solo i contenuti di The Last Jedi), e il nuovo sistema di progressione introdotto da marzo, ne sono un esempio. Prima di parlarvi nello specifico di quest’ultimo, è bene capire come funziona nel dettaglio il multiplayer di Star Wars: Battlefront 2.

Una nuova speranza

Artwork della mappa di gioco Assault on Theed

Esso è incentrato tutto sull’utilizzo delle Star Cards e sulla scelta delle classi. Queste ultime sono 4: assalto, pesante, ufficiale e specialista. Ognuna di esse ha un approccio totalmente diverso alla battaglia. L’utilizzo di una o l’altra è preferibile in base al proprio stile di gioco, ma anche in base alla mappa. Il loro bilanciamento è abbastanza buono, ma non eccelso. In ogni caso, con un po’ di pratica, si può riuscire a dare il meglio con ognuna di queste classi, in contesti anche diversi; e questo anche grazie alle varie armi che è possibile scegliere.

Queste sono limitate dalla classe di appartenenza. Il blaster pesante infatti non può essere utilizzato da un ufficiale, come il fucile da cecchino non può essere usato da un assaltatore. Eppure, per ogni classe, sono disponibili quattro diverse armi a loro volta diversamente bilanciate. Alcune prediligono il tempo di ricarica, altre la distanza utile, altre la cadenza o il danno. Insomma, dal punto di vista della personalizzazione, Battlefront 2 non ha nessun problema ad adattarsi a qualunque stile di gioco.

Carta canta

Da EA.com

In questo contesto si inseriscono le Star Cards. Queste sono sia dei potenziamenti passivi, che dunque influiranno su alcune caratteristiche del pg durante tutta la partita in maniera continua, sia sui loro poteri ed abilità speciali, potenziando le abilità di base. Inizialmente, le cards potevano essere ottenute attraverso le casse premio, acquistabili con i crediti guadagnati in gioco, o pagati. Con il nuovo sistema di progressione, sia le armi che le star cards possono essere ottenute solamente avanzando di livello con una determinata classe. Ogni progresso in questo senso viene premiato con un punto abilità, spendibile per ottenere una nuova star cards, oppure per potenziare una già ottenuta.

In questo modo, solo giocando e migliorando puoi aspirare ad ottenere i migliori potenziamenti, premiando dunque l’impegno e la costanza dei giocatori e non il loro portafoglio. In ogni caso, alcuni elementi saranno acquistabili con veri soldi, ma si tratta di emote, ovvero pose da battaglia e skin dei personaggi, elementi dunque ininfluenti ai fini dei risultati delle partite. Quello che mi sento di dire, a questo punto, è che il gioco confezionato così com’è, in questo momento (e con tutti gli aggiornamenti del caso), è il Battlefront 2 che doveva essere sugli scaffali a novembre 2017. Ci hanno messo un po’, ma alla fine è comunque da premiare lo sforzo fatto da EA per recuperare la fiducia dei giocatori.

 Han Shoot First

Il droide sentinella di Palpatine in Battlefront II

Sia online che offline, il gameplay di Battlefront 2 rimane pressoché lo stesso del primo capitolo, seppur con miglioramenti leggeri. Tutte le azioni sono frenetiche e dettate ad una rapidità, che si acquisisce con l’esperienza, nel prevedere le mosse dell’avversario e sfruttare le mappe e le classi a proprio favore. Le modalità di gioco in multiplayer sono minori rispetto a Battlefront, ma comunque abbastanza. Nota di merito sicuramente è il grande passo in avanti fatto nelle battaglie spaziali, caotiche si, ma al punto giusto; con un sistema di controllo finalmente decente.

Offline la storia cambia, con un approccio alla partita più tattico, almeno al livello di difficoltà maggiore, nel capire le debolezze dell’IA. Il livello dell’intelligenza artificiale è nella media, rispetto alle produzioni odierne, con un grado di sfida che, aumentando la difficoltà, riesce a prolungare di poche ore una campagna altrimenti abbastanza corta. Ovviamente questo dipenderà anche dalla vostra abilità.

Eroi dimenticati

Iden Versio e suo padre conversano della nuova missione per la Inferno Squad

Continuando a parlare del reparto singleplayer, esso è stato chiesto a gran voce dai fan, ed EA si è vista costretta ad implementarlo, accordandosi con Lucasfilm per creare una storia di Star Wars che entrasse in maniera perfetta nel nuovo canone. Possiamo dire che l’operazione è parzialmente riuscita. Se i personaggi di gioco sono credibili e memorabili, complice anche un’ottimo livello nel motion capture e nelle cutscenes, la storia non lo è affatto. Il trailer della storia ci aveva fatto pregustare succose novità sul periodo post-imperiale.

Senza fare troppi spoiler, la trama principale si riduce in qualche ora ad un piano minore dell’Imperatore che sarà, ovviamente, sventato. Qualcosa viene aggiunto dal DLC di The Last Jedi, completando la storia della protagonista Iden Versio in maniera degna, ma anch’esso rimane privo di mordente rispetto alle complessive vicende di Star Wars. Dalle parti di EA ci hanno sicuramente provato, riuscendoci in parte, ma se parliamo di Battlefront 2 al di fuori del multiplayer, il voto rimane vicino (se non sotto), alla stentata sufficienza.

La perfezione della tecnica

L’N-1 Starfighter insegue un Vulture nella mappa Assault on Theed. Da EA.com

Se esiste un lato sul quale Battlefront 2 è certamente inattaccabile, esso è sicuramente quello tecnico. Il motore grafico Frostbite, lo stesso di Battlefield, riesce ad esprimere in maniera quasi commovente tutte le ambientazioni che ci hanno fatto amare questa saga. Il meglio viene sicuramente espresso dai luminosi palazzi di Theed, dove sia su console che su PC ci si perde tra riflessi ed effetti di luce. I modelli poligonali e le texture sono eccelse (un po’ meno le fattezze degli eroi), mentre anche il sonoro riesce a catapultarti istantaneamente dentro una qualsiasi battaglia di Star Wars. In questo senso, il lavoro fatto da DICE esprime tutta la passione dei game designer per il mondo che stavano costruendo.

Tutto questo rende comunque amaro il fatto che questa perfezione non sia accompagnata da altrettanta cura in dettagli che potevano essere certamente limati, come una storia più lunga e più appassionante, un ventaglio di personaggi adeguato (non potete ancora una volta inserire un Bossk e non un Obi Wan, Mace Windu, Dooku, Grievous, ecc…), un multiplayer bilanciato sin dall’inizio, ed altre piccole sbavature. Nonostante tutto, nel complesso, Battlefront 2 rimane un gioco divertente, e ovviamente un must per chi ama Star Wars. Soprattutto oggi, con un prezzo sceso abbondantemente, vale la pena tornare a giocare nella galassia lontana lontana.

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Michele Vizzani: Laureato in Ingegneria Civile e Ambientale, amante della fantascienza, dei videogiochi, e della pizza. "Il tempo è un’illusione. L’ora di pranzo è una doppia illusione." (cit.)
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