Andor: tutti i riferimenti e gli easter egg della decima puntata!

Kino Loy guida alla carica i detenuti

La serie Andor ci ha donato l’ennesimo capolavoro, una decima puntata ricca di azione e soprattutto di profonde tematiche, che chiude questo arco narrativo da brividi. Come sempre, anche la 1×10, intitolata “Una via d’uscita“, è ricca di riferimenti ed easter egg, dei quali vi parliamo di seguito!

Andor 1×10: il piano di fuga

Il fantastico Kino Loy

Il decimo episodio si apre con un macabro corteo funebre di Ulaf, che attraversa tutta la sala di lavoro per l’ultima volta. Nel frattempo, Cassian cerca di convincere Kino che bisogna agire subito, e dopo un diverbio gli svela il piano del novellino. Nel suo discorso il protagonista accenna al fatto che ciò che costruivano lì serve agli imperiali, altro indizio che potrebbe trattarsi di componenti per la Morte Nera.

Tornati alle loro celle, entrambi rivelano a tutti gli altri che gli uomini al livello due sono morti per insabbiare una dura verità: che non usciranno mai vivi di lì, se non lottando e tentando di scappare.

Sabotaggio riuscito

Il tenente Lonni Jung e il maggiore Partagaz

Su Coruscant Dedra Meero riferisce al maggiore Partagaz che l’operazione è andata a buon fine: la nave del ribelle di Anto Kreegyr, una GPE-7000, è stata recuperata da una stazione di salvataggio e recupero di Kafrene e quest’ultimo è stato trovato senza vita. Il modello dell’astronave è un riferimento alla GPE-7300, un trasporto costruito dalla Galactic Power Engineering e apparso per la prima volta nella serie a fumetti Star Wars: Eredità.

Apparentemente Kreegyr ha abboccato senza sospetti all’incidente dell’astronave del ribelle, e l’ISB per non insospettirlo decide di dare un’occhiata all’accaduto. Durante questo meeting nella sala delle riunioni, sullo schermo tattico si può leggere “rings of Kafrene” in aurebesh, luogo apparso in Rogue One.

Nuovi spunti narrativi

Maarva Andor

Mentre Kino suona la carica ai suoi compagni all’arrivo del grande giorno, su Ferrix scopriamo indirettamente che Maarva non vuole prendere le sue medicine. Il pianeta ovviamente è ancora pesantemente controllato dall’Impero, e lo dimostra la presenza degli stormtroopers. A preoccuparsi della salute di Maarva è Jezzi, un personaggio che era stato già nominato proprio dall’anziana nel primo e nel secondo episodio e che fa la sua apparizione nel decimo. Altro elemento che ci dimostra che nulla è lasciato al caso in questa serie.

La situazione su Ferrix sta sicuramente per scaldarsi, poiché a monitorare la situazione non c’è solo Cinta, ma anche un nuovo personaggio che chiede indicazioni. Si tratta probabilmente di Corv, uno degli assistenti di Dedra Meero che abbiamo visto nell’ottavo e nono episodio di Andor.

Il prezzo da pagare

Mon Mothma e Tay Kolma

Successivamente ci spostiamo a casa di Mon Mothma, dove arriva Davo Sculdon, il personaggio losco nominato nell’episodio precedente. Nel suo discorso egli parla delle rigide regole del matrimonio chandriliano (che come sappiamo avveniva a 15 anni) e soprattutto del fatto che le nuove direttive imperiali erano state emanate senza consultare il Senato. L’ennesima dimostrazione di quanto poco valesse quell’istituzione.

Egli nel suo discorso dimostra di non avere scrupoli, ma il pezzo forte arriva alla fine: per mandare in porto l’operazione infatti non chiede soldi, ma un incontro tra suo figlio e Leida Mothma. Le sue intenzioni sono quelle di unire le famiglie, ma Mon Mothma rabbrividisce a quella possibilità; come sappiamo anche dall’ottavo episodio, è palese che le usanze chandriliane sul matrimonio l’abbiano fatta soffrire. E’ emblematica in questo senso la sua espressione sconvolta e tremante alla fine di questo dialogo, segno del fatto che non vuole riservare a sua figlia lo stesso destino. Anche in questo caso Genevieve O’Reilly dimostra di essere un’interprete straordinaria, che ci mostra il suo personaggio di fronte ad una delle scelte più difficili della sua vita.

Subito dopo ci spostiamo nella Galleria d’arte di Luthen, dove vediamo i consueti cimeli; questa volta abbiamo un primo piano al copricapo che è tra quelli indossati da Padmé in Episodio II. Tornando alle vicende dell’episodio, Kleya è preoccupata poiché un personaggio che poi vedremo a fine puntata ha lasciato un messaggio e vuole un incontro faccia a faccia. Ella pensa sia una trappola, ma Luthen vuole rischiare.

La rocambolesca fuga

Cassian manomette la tubatura

Su Narkina 5 va in scena il perno centrale dell’episodio, la fuga. La tensione nella sala di lavoro è palpabile, e Cassian lotta contro il tempo per manomettere la tubatura. Nel frattempo, come previsto, il novellino che rimpiazzerà Ulaf sta per scendere; dopo aver creato un diversivo, si scatena letteralmente il putiferio e i nostri cominciano a tartassare le guardie.

Quando l’acqua della tubatura manda in cortocircuito il pavimento, Kino Loy grida alla carica dicendo agli altri di attaccare. Questa scena è un riferimento alla sequenza del Golden Gate Bridge nel film L’Alba del pianeta delle scimmie del 2011, dove Cesare (interpretato proprio da Andy Serkis) guida i suoi simili verso la libertà. Un rimando a dir poco fantastico.

Dopo essere riusciti a raggiungere il corridoio sopraelevato, i detenuti si fanno strada nella prigione a suon di blaster, avvisando tutte le altre stanze di dare battaglia. Kino e Cassian raggiungono la sala di controllo, e dopo aver fatto disattivare tutte le pavimentazioni Kino Loy si cimenta in un discorso motivazionale da brividi. Un monologo in cui inneggia alla lotta e alla libertà, guidando i cinquemila uomini verso la via d’uscita.

Raggiunto finalmente lo sbocco, la puntata ci presenta però un’amara e struggente situazione. La rivelazione di Kino di non saper nuotare è davvero straziante: egli si è bloccato praticamente ad un passo dalla libertà. Cassian non fa in tempo ad elaborare una soluzione, poiché viene gettato in mare dalla folla. Le inquadrature dei detenuti che a nuoto fuggono dal complesso carcerario sono a dir poco fantastiche.

Andor 1×10: la spia

Luthen Rael nel finale dell’episodio

Tornati su Coruscant, mentre una “metro verticale” scende ai livelli più malfamati, vediamo il tenente dell’ISB Lonni Jung dirigersi verso un ascensore. E’ emblematico sullo sfondo un cartello che riporta la scritta in aurebesh: “you lost carry your chain code”, e cioè “hai perso il tuo codice a catena”, segno che ci troviamo appunto su un livello malfamato e senza regole. E infatti scopriamo che Jung è il contatto che aveva chiesto un incontro a Luthen, e soprattutto che è un infiltrato all’interno dell’ISB.

Egli avvisa Luthen in merito a Dedra Meero e al fatto che ella fosse sulle sue tracce, e soprattutto gli chiede di Aldhani e gli rivela che l’ISB è a conoscenza dell’attacco a Spellhaus da parte di Anto Kreegyr. Luthen però, dimostrando la sua ormai nota freddezza, non è uno sprovveduto e in primis nega il coinvolgimento negli eventi di Aldhani, e in secondo luogo rifiuta di avvertire Kreegyr dell’imboscata. Altro elemento che ci permette di capire quanto fosse disposto a sacrificare per la causa.

Ed è un qualcosa che sottolinea nello splendido monologo finale, in cui si trova faccia a faccia con Lonni. Quest’ultimo voleva mollare tutto, ma Luthen gli ricorda cosa significasse sacrificarsi e soprattutto parla della sua intera esistenza sacrificata per questa lotta. Un dialogo e un’interpretazione da pelle d’oca di Stellan Skarsgard, che alzano l’asticella di una serie che ogni settimana continua a superarsi.

Verso la libertà

Cassian e Melshi fuggono dal complesso carcerario

Il decimo episodio di Andor si chiude con la fuga di Cassian e Melshi verso la libertà, accompagnata dalla fantastica colonna sonora. Nel finale notiamo tre punti luminosi nel cielo: uno più grande, che potrebbe essere il pianeta intorno al quale ruota la luna di Narkina 5, e altri due che potrebbero essere le altre lune. Ci sono molti pianeti noti che posseggono tre lune, tra i quali possiamo annoverare Tatooine e Naboo.

Cosa ne pensate dei riferimenti ed easter egg della decima puntata di Andor? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram e TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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