Ahsoka: tutti i riferimenti e gli easter egg della sesta puntata!

Il misterioso Enoch

Siamo arrivati al sesto episodio della serie Ahsoka, intitolato “Lontano, lontano” (qui trovate la video analisi completa). Una puntata davvero ricchissima di sorprese, easter egg e riferimenti che trovate come sempre in questa dettagliata analisi! (Seguono SPOILER sulla 1×06).

Curiosità sui purrgil

I purrgil in viaggio

L’episodio si apre nell’iperspazio, con Ahsoka e Huyang che all’interno del purrgil ultra seguono la migrazione di queste maestose creature. E’ interessante notare che il corridoio iperspaziale emette delle luci colorate, simili a quelle createsi quando nella 1×09 di Rebels Kanan ed Ezra escono forzatamente dall’iperspazio. Lì riguardava l’uscita repentina dal corridoio; in questo caso, l’elemento a mio parere sottolinea la distanza più grande rispetto a quella di una normale rotta: rivedremo infatti l’effetto con l’Occhio di Sion.

Sulla pelle dei purrgil possiamo poi vedere inoltre un alone verde: potrebbe trattarsi di clouzon-36, il gas con il quale respiravano e che riuscivano a trasformare in carburante di ipermateria. Questo gas era proprio lo stesso utilizzato per i motori ad iperguida delle astronavi.

Ahsoka e Huyang il cantastorie

Huyang e Ahsoka all’interno del purrgil ultra

Con la sua consueta insolenza Huyang ci dice che dopo quella le aveva provate tutte: e immaginate quante ne abbia passate in 25mila anni di vita! Quando Ahsoka cita le storie narrate ai piccoli younglings al Tempio jedi su Coruscant, il droide dice di averle ancora nel suo archivio mnemonico: storia della Galassia numero uno, due e tre (in pratica un riferimento alle tre trilogie). Come sentiremo poco dopo, la prima storia comincia proprio con l’iconico incipit di Star Wars: “Tanto tempo fa in una galassia lontana, lontana”. E’ la prima volta che questa frase viene presentata “in-universe”. In una sorta di Inception citazionistico, l’episodio si intitola proprio “Lontano, lontano”.

Nel loro dialogo successivo, Ahsoka rivela di aver scoperto tramite la psicometria che Sabine era andata con i nemici spontaneamente. Qui capiamo soprattutto che il punto di vista di Ahsoka sulla scelta più giusta, nonostante il suo “cambiamento”, verte sempre verso la distruzione della mappa che avrebbe evitato il ritorno di Thrawn. Il saggio Huyang ipotizza che per Sabine fosse l’unica scelta possibile, anche se sotto certi aspetti egoistica (come ribadito poi da Ahsoka). Il punto è sempre lo stesso: entrambe le visioni sono giuste e sbagliate da diversi punti di vista, e questo rende affascinante e variegato il confronto tra le protagoniste.

Peridia e i Dathomiri

Il pianeta Peridea

La scena si sposta poi su una cella dell’Occhio di Sion, in cui Sabine ancora reclusa ricorda a Baylan Skoll del loro patto. Sul ponte, i droidi annunciano l’arrivo e l’enorme anello da trasporto iperspaziale esce dall’iperspazio nei pressi del pianeta Peridea. Morgan Elsbeth ci svela che il pianeta era proprio un antico mondo dei suoi antenati, i Dathomiri. E’ questo quindi l’antico popolo che aveva menzionato nella 1×02, e lo conosciamo molto bene. In pratica, i suoi antenati furono tra i primi a cavalcare i purrgil, e seguendo le loro rotte migratorie avevano colonizzato questo mondo extragalattico. Nel corso dei millenni poi di questa parte del popolo dathomiriano si erano persi i contatti.

Scopriamo inoltre che la parte finale di questa rotta migratoria era dove le balene andavano a morire. Un’affascinante elemento che ricorda il cimitero degli elefanti de Il re leone. Peridea era quindi appunto un cimitero; e questa è anche la spiegazione per la quale Thrawn o Ezra non avrebbero potuto fare il viaggio inverso: si trattava di un punto di non ritorno per le creature che ci arrivavano.

Le Grandi Madri

Le Grandi Madri su Peridia

Mentre il convoglio atterra sul pianeta, possiamo notare molte statue disseminate su Peridea che ricordano quelle presenti su Dathomir in Jedi: Fallen Order. La navicella atterra nei pressi di un tempio con megaliti simili a quelli di Seatos, ma più curati e dipinti. Qui si trovano tre Sorelle della notte, che accolgono Morgan chiamandola: “figlia di Dathomir”. Un riferimento al celebre fumetto di Darth Maul, proprio Figlio di Dathomir.

Le tre non sono semplici Sorelle della Notte ma Grandi Madri (simili infatti nell’abbigliamento a Madre Talzin): i loro nomi, Klothow, Aktropaw e Lakesis sono un bellissimo riferimento alle Parche, le Moire nella mitologia greca. Esse erano le dee del destino, e in particolare Cloto era la filatrice della vita; Lachesi era la fissatrice della sorte toccata all’uomo; Atropo invece l’irremovibile fatalità della morte. Un riferimento a dir poco calzante, che si sposa perfettamente con questi personaggi. La splendida colonna sonora in sottofondo e le loro voci modulate contribuiscono poi ad intensificare questa ambientazione esoterica.

Le tre utilizzano delle sfere che catalizzano il loro magick (la magia delle Sorelle della Notte) in fili rossi, sempre a sottolineare la loro natura di interpreti e tessitrici del destino. Esse utilizzano la magia per legare ulteriormente Sabine, dopo aver scoperto che era una (quasi) jedi.

Poco dopo Baylan e Shin rimangono da soli sul tempio, e il maestro racconta alla sua padawan che quella era una terra di storie e leggende. Questa è soprattutto l’introduzione al racconto del suo passato, quando da giovane vide tutto bruciare (parlando dell’Ordine 66 e la caduta dei jedi). Qui scopriamo che il suo scopo non è acquisire potere tramite Thrawn, ma risalire ad un “principio” che potesse spezzare il ciclo di caduta e ascesa di jedi, imperi e così via. Più avanti avremo altri indizi su quella che potrebbe essere una vera e propria fonte di potere. C’è ancora qualcosa su queste antiche storie che non conosciamo, e che potrebbe essere la chiave per raggiungere quel principio.

Il debutto di Thrawn

L’entrata in scena di Thrawn

Mentre Sabine prova ad usare la Forza, nuovamente senza successo, nei cieli di Peridea si staglia l’iconico Star Destroyer Chimaera. Possiamo vederlo praticamente rattoppato dopo quanto accaduto nove anni prima, quando fu semi-distrutto dai purrgil su Lothal. La sua maestosa discesa è accompagnata da una colonna sonora epica, e l’inconfondibile theme di Thrawn preannuncia il suo debutto in live action. Una scena a dir poco sontuosa. Nell’hangar del Destroyer, oltre ai TIE Fighter, possiamo vedere un plotone di stormtroopers (chiamati night troopers) che inneggia a Thrawn, capeggiato da un nuovo personaggio chiamato Enoch; egli è il suo capo delle guardie.

Possiamo notare subito che anche le loro armature sono malconce, segno della vita impervia su Peridea (sempre che siano realmente vivi). Esse sono tenute insieme da drappi rossi e filamenti dorati, che rappresentano un riferimento all’arte giapponese del kintsugi. Secondo questa pratica, da una ferita o una rottura imperfette può nascere una forma maggiore di perfezione estetica e interiore. Ecco perché i filamenti dorati venivano lasciati visibili. Anche Kylo Ren utilizzò la stessa pratica sul suo elmo in Episodio IX.

Il debutto di Thrawn, con l’interpretazione di Lars Mikkelsen (che lo aveva doppiato in lingua originale), è davvero d’impatto. La sua resa è ottima, e anche per gli spettatori italiani l’immersività nel personaggio è data dalla voce di Mario Cordova, che lo aveva doppiato in Rebels. Egli si presenta subito imponente e minaccioso, e anticipa fuoco e fiamme a chi si opporrà al loro ritorno. E’ splendido notare che anche la sua divisa da Grand’ammiraglio è scucita e malconcia, segno della durezza di quegli anni.

I suoi piani e la sua caratterizzazione

Il Grand’ammiraglio Thrawn

Anni in cui ovviamente non era rimasto con le mani in mano: aveva stretto infatti un’alleanza con le Sorelle della Notte, e il carico di cui parla in questa scena ne sarà la spaventosa testimonianza. Morgan Elsbeth ci anticipa già qualcosa, parlando di catacombe: e qui basta fare 2+2 per capire che Thrawn si servirà, almeno per il momento, di un esercito di non morti riportati in vita dal magick e in particolare dall’incantesimo chiamato Canto della Resurrezione. L’abbiamo visto in The Clone Wars utilizzato da Daka, in Fallen Order da Merrin e qui nella serie Ahsoka da Morgan su Marrok. E ora, ella o le Grandi Madri lo utilizzeranno su un intero esercito.

Ogni singola parola di Thrawn nasconde pensieri profondi e significati nascosti, frutto di una mente brillante che finalmente potranno conoscere tutti. Memorabili i suoi sguardi quando scopre che c’era un intoppo nel piano, riguardante la presenza di Sabine. E’ anche l’occasione per lui di conoscere Baylan e Shin, e chiamandolo “Generale Baylan Skoll” ci fa capire ovviamente che sapeva di lui e del suo passato nelle Guerre dei Cloni. Quando egli dice di essersi allontanato dall’Ordine, Thrawn esclama: “non siete il primo a farlo”. Il riferimento va ad Anakin Skywalker divenuto Darth Vader: il romanzo Thrawn – Alleanze si sofferma sul rapporto tra Anakin e Thrawn, e quest’ultimo aveva intuito che sotto l’armatura di Vader c’era proprio l’ex jedi. Riferimento che dopo potrebbe assumere connotati ancor più interessanti.

Confronto tra Sabine e Thrawn

Thrawn e Sabine faccia a faccia

Quando Thrawn scopre che la prigioniera è Sabine Wren, sua vecchia conoscenza da Rebels, la fa portare al suo cospetto. Anche il loro dialogo è pregno di significato: come detto i due dimostrano di conoscersi bene ed essersi combattuti, e Thrawn sottolinea quanto la ricerca di Ezra o di un amico perduto potessero rimodellare le sorti della galassia. Egli, sempre in concomitanza ai suoi piani, fornisce a Sabine addirittura un mezzo e l’ultima posizione conosciuta di Ezra, dicendole che però il ragazzo poteva essere morto.

Poco dopo infatti egli le dice: “hai messo a rischio il fato della tua galassia per questa convinzione” e Sabine risponde: “Tu non puoi capire”. Chi ha letto i romanzi, sa che dietro la sua risposta (“forse no”) si cela invece molto di più, e il suo sguardo ce lo suggerisce. Sappiamo quanto lui stesso abbia sacrificato per il bene della sua causa, proteggere l’Ascendenza Chiss.

Poco dopo a Sabine viene fornito un Howler (Urlatore in italiano), creatura di Peridea col muso simile a quello di un roditore. Nelle opere legends, nello specifico nel videogioco Jedi Academy, compare una creatura con lo stesso nome originaria di Yavin IV. Pur trattandosi di due creature diverse, condividono un muso simile. A Sabine vengono riconsegnate addirittura le armi prima di partire, compresa la spada laser.

Dopo la partenza della ragazza, Thrawn svela le sue vere intenzioni: la fa seguire da Baylan e Shin, così da eliminare sia lei che Ezra appena lo avrebbe ritrovato. La spietatezza di Thrawn in questo caso è solo apparenza: in quel momento la sua strategia era quella di liberarsi di tutti i Force user che, data la loro imprevedibilità, avrebbero potuto ostacolare i suoi piani. E ciò valeva anche per i mercenari appunto, a prescindere se i quattro si fossero eliminati o meno a vicenda.

Viaggio e obiettivi

Sabine alla ricerca di Ezra

Intanto Sabine si addentra tra le lande di Peridea, dove incrocia proprio alcuni predoni del pianeta: anche in questo caso le loro armature sono un chiaro riferimento alla cultura giapponese, poiché ricalcano quelle dei samurai del Giappone feudale. Ella, che possiede anche un poncho in stile Cal Kestis, si libera dei predoni utilizzando sia il blaster che la spada laser. Purtroppo però nello scontro perde lo scanner.

Intanto i night troopers cominciano a caricare delle vere e proprie bare sul Chimaera, che rafforzano ciò che vi dicevo in precedenza. Nell’hangar del Destroyer possiamo vedere anche delle gunship patrol imperiali. Poco dopo Enoch avvisa Thrawn della partenza dei mercenari, e il Grand’ammiraglio dice di approntare due squadre in attesa che Baylan invii il segnale. Morgan Elsbeth ribadisce che dovrebbero inviare più truppe ad appoggiarli, e qui la reazione di Thrawn è memorabile: dopo una pausa pressoché infinita in cui la guarda con stupore (come se dovesse ribadire l’ovvio a un criceto) dice che a causa dell’esilio il loro numero si era assottigliato, e ogni risorsa era preziosa. Altra grande dimostrazione del suo pragmatismo.

L’obiettivo primario, come ribadisce poco dopo, è quello di fuggire da quella galassia e tornare dall’esilio: poco importa se Baylan e Shin fossero rimasti bloccati lì, proprio come Ezra e Sabine. Qui capiamo come detto che non gli importa della loro sorte, vuole semplicemente togliersi tutti i force user di torno.

I teneri Noti

Un esemplare di Noti di Peridia

La scena si sposta nuovamente su Sabine, che inscena un simpatico siparietto con il suo Howler: la creatura, dapprima codarda, si dimostra però fedele e poi soprattutto utile. Sarà lui infatti a scovare un Noti, altra nuova specie presentataci nell’episodio. E’ sempre bello vedere il debutto di una nuova specie in Star Wars: ho amato moltissimo il loro design e il loro carattere pauroso e giocoso. Rievoca tanti bei ricordi d’infanzia, quando erano questi gli elementi che più mi colpivano in Star Wars.

Egli riconosce il simbolo dello Starbird dell’Allenza Ribelle, e sorprendentemente ne possiede uno simile ma artigianale; proprio come tutti i suoi amici, che scongiurato il pericolo si mostrano a Sabine. La ragazza capisce il collegamento e chiede loro se conoscevano Ezra Bridger; i nostri piccoli amici confermano, e la porteranno proprio da lui.

Nuovi dettagli da Baylan Skoll

Baylan Skoll e Shin Hati nell’episodio

Nella sequenza successiva, mentre Shin e Baylan sono sulle tracce di Sabine, quest’ultimo ci fornisce altri dettagli interessanti. Conferma di non conoscere Ezra poiché troppo giovane (e infatti egli è nato nel 19 BBY, anno della caduta dell’Ordine) e che per questo faceva parte dei jedi bokken. Finalmente abbiamo un riferimento nei confronti di tutti quei jedi addestrati dopo la caduta del Tempio da jedi sopravvissuti alla Purga. Potremmo definire quindi anche Luke un jedi bokken.

Poiché si era identificata nella categoria, egli ribadisce invece a Shin che lei non aveva ricevuto un addestramento da jedi, ma uno migliore. Ovviamente non si riferisce nemmeno ad un addestramento sith, come ho avuto modo di ribadire spesso, ma a qualcosa di diverso. La sua padawan, che si dimostra molto curiosa, gli chiede se gli mancasse l’Ordine, e lui risponde che era l’idea che rappresentava a mancargli, ma non la sua realtà fatta di debolezza. Un ulteriore elemento della decadenza dell’Ordine affrontata in molte opere. Queste scene denotano ancora una volta un rapporto fatto di rispetto e confidenza tra i due, ben lontano da quello che intercorre tra Maestro e apprendista sith.

Un potere nascosto

Baylan Skoll nel sesto episodio

Sempre questo dialogo ci svela altri interessanti dettagli: Baylan nomina quello che fu il Grande Regno delle streghe dei Dathomiri su quel pianeta, e il fatto che le Grandi Madri volessero lasciare quel luogo per fuggire da un misterioso potere più grande di loro. Egli ribadisce che questo potere lo stava chiamando: sarà questo il suo famoso obiettivo?

Nel frattempo, vedendo i predoni in lontananza, pronuncia un proverbio importante in ambito storico che si perde nei meandri del tempo tra riferimenti biblici e latini: “il nemico del mio nemico è mio amico”.

L’incontro tra Ezra e Sabine

L’abbraccio tra Ezra e Sabine

Intanto Sabine arriva al villaggio dei Noti, e qui finalmente avviene il tanto atteso incontro con Ezra. Egli, raggiante di felicità, dice appunto che contava su di lei affinché lo cercasse per riportalo a casa, cosa che avevamo ipotizzato sin dal finale di Rebels tramite il suo olomessaggio. L’incontro tra i due è ricco di pathos e di emozioni: è impossibile non commuoversi nei loro finti battibecchi ma soprattutto in quell’abbraccio liberatorio di un’attesa lunga nove anni. Ad interpretare Ezra è Eman Esfandi, anch’egli davvero perfetto nel ruolo. Anche qui si è prestata attenzione ai dettagli, inserendo gli occhi azzurri e soprattutto le cicatrici sulla guancia.

I due avranno sicuramente modo di parlare a lungo, e sarà interessante capire come reagirà Ezra al modo in cui ella lo ha raggiunto. Magari potremmo inoltre avere più informazioni su quegli anni in esilio; nel frattempo vediamo come si sia integrato con i Noti, e questo conferma anche la sua forte connessione con tutte le specie e le creature viventi che conosciamo sin da Rebels.

Thrawn si prepara all’arrivo di Ahsoka

Thrawn e Morgan Elsbeth

Nell’ultima sequenza della puntata, le Grandi Madri avvisano Thrawn che un’altra jedi stava giungendo lì con le viaggiatrici (i purrgil). Il Grand’ammiraglio ovviamente non nasconde la sua pacata furia per questo ulteriore intoppo, immaginando che si tratti di Ahsoka Tano. Qui avviene un altro passaggio che conferma l’aderenza del personaggio a quello di Sherlock Holmes, ispirazione per Timothy Zahn nella sua creazione. Thrawn infatti ribadisce che l’avrebbero considerata viva finché non avessero provato il contrario.

E qui svela un altro dei suoi cavalli di battaglia, una preparazione completa sul suo nemico: e infatti chiede a Morgan di sapere chi è, conoscere la sua storia, il suo pianeta, il suo Maestro e tutto ciò che la riguardava. Una scena che consacra definitivamente il debutto del vero Thrawn anche in live action. E che potrebbe anticipare anche sorprese pazzesche: come detto in precedenza, tramite il romanzo Alleanze sappiamo che Thrawn e Anakin si conoscevano da tempo. Come reagirà il Chiss scoprendo che proprio lui era il Maestro di Ahsoka?

Dopo aver ordinato di sparare a vista qualsiasi purrgil si fosse anche solo affacciato, e soprattutto aver richiesto l’intervento della magia delle Grandi Madri, si chiude il sesto episodio di Ahsoka. Il tutto tra epiche premesse condite da una colonna sonora pazzesca. Cosa ne pensate dei riferimenti ed easter egg di questa puntata di Ahsoka? Ditecelo come sempre nei commenti! E cntinuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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