Dopo una trepidante attesa, è stato rilasciato il quinto episodio della serie Ahsoka, intitolato “La guerriera ombra” (trovate qui la ricca video analisi). Una puntata catartica, ricca di tematiche emozionanti e soprattutto di una marea di riferimenti ed easter egg che trovate come sempre in questa analisi! (Seguono SPOILER sulla 1×05).
La tristezza di Huyang
L’episodio si apre con la stessa spettrale tranquillità con cui si era chiuso il precedente. Hera Syndulla atterra con la Ghost su un Seatos ormai deserto, e dopo essersi assicurata che non ci siano più pericoli fa scendere anche suo figlio Jacen con Chopper. Dietro uno dei megaliti, proprio di fronte alla scogliera, la twi’lek trova il droide Huyang. Egli, solo e triste con l’elmo di Sabine in mano, ribadisce il monito dello scorso episodio. Quel “restate unite” che ora assume un significato davvero struggente.
Altrettanto devastante il “non ti danno mai retta”, detto probabilmente non solo nei confronti di Ahsoka e Sabine, ma anche di tutti i jedi con cui si è interfacciato per 25mila anni. Chissà quante storie e avventure simili deve aver vissuto in tutto questo tempo.
L’ultima lezione di Anakin
Nella sequenza successiva torniamo nel Mondo tra i Mondi (o presunto tale), con Ahsoka che ancora sorpresa ribadisce che Anakin sia rimasto uguale: questo perché ci viene mostrato come in Episodio III e The Clone Wars 7, periodo in cui i due si sono visti per l’ultima volta. Anakin rievoca nella mente della sua padawan i ricordi della battaglia appena persa contro Baylan Skoll, ribadendo che per lei c’era ancora una speranza di vivere. In questo momento, nonostante le sue parole sembrino inequivocabili, il “vivere” di Anakin non assume un significato basato concretamente sulla sopravvivenza, ma è un riferimento più metaforico al lato chiaro, come scopriremo andando avanti. E infatti dice ad Ahsoka di essere lì per completare il suo addestramento, che consiste nel “vivere o morire”.
Poco dopo attiva la sua spada laser (che è chiaramente la sua spada da jedi, come vi avevo detto) e comincia a duellare con Ahsoka, inizialmente ovviamente reticente. E’ interessante che qui, al suo “non ti combatterò”, Anakin risponde con “questa l’ho già sentita” riferendosi chiaramente alla frase di suo figlio Luke in Episodio VI: “non ti combatterò, padre”. Oltre ad essere un omaggio fantastico, questo easter egg ci svela un’importante verità: Anakin non è una semplice visione prodotta dall’inconscio di Ahsoka, ma è materialmente lì. Ciò può significare due cose: o egli è apparso nella mente di Ahsoka, o si tratta di una manifestazione concreta della Forza cosmica di Anakin nel Mondo tra i Mondi che ha trascinato lì la togruta.
Mai perdere la speranza
Ci spostiamo poi nuovamente alle rovine di Seatos, dove Hera e Chopper cercano senza sosta di localizzare Ahsoka e Sabine. Poco dopo arriva Carson Teva, che invita Hera a tornare al Quartier Generale poiché la senatrice Organa non avrebbe potuto coprirli ancora a lungo. La citazione a Leia provoca emozioni fortissime, e soprattutto ci conferma (come nel resto delle opere canoniche di quel periodo) che lei era in netta contrapposizione con il pensiero della maggior parte dei politici della Nuova Repubblica. Da Leia non ci aspettavamo nulla di meno, e speriamo che questa citazione sia il preludio ad una sua apparizione.
Intanto Jacen Syndulla percepisce qualcosa nell’oceano, e chiede a sua madre di prestare attenzione. Egli riesce a sentire il rumore delle spade laser tra le onde, e anche Hera lo fa dopo essersi concentrata. Segno che chiunque può mostrare una certa sensibilità alla Forza con il giusto catalizzatore. La splendida e pura sensibilità di Jacen alla Forza (che promette bene per il futuro) è l’ulteriore conferma che ciò che sta accadendo tra Anakin e Ahsoka non è propriamente una visione o una proiezione mentale di quest’ultima, ma qualcosa di concreto.
Poco dopo Huyang spiega ad un confuso Carson Teva che Jacen aveva delle particolari capacità: proprio come suo padre Kanan Jarrus, che era un jedi. Altra menzione che ci riempie il cuore. I nostri quindi decollano verso l’oceano per una nuova perlustrazione.
Le Guerre dei cloni
Torniamo poi al duello tra i due, dove Anakin utilizza il suo cavallo di battaglia, la forma di combattimento V (in particolare nella disciplina del Djem So). Ahsoka però riesce a contrastarlo, essendo anche lei un’abile utilizzatrice di questa forma proprio grazie agli insegnamenti del suo Maestro. In particolare, soprattutto quando brandiva due spade, Ahsoka era esperta nella variante Shien. Dopo aver scherzato con lui, come spesso accadeva in passato, Anakin distrugge la via del Mondo tra i Mondi e Ahsoka si ritrova catapultata nel bel mezzo delle Guerre dei Cloni, con le sue sembianze giovanili.
Ad interpretarla è l’attrice Ariana Greenblatt, che entra sin da subito egregiamente nel ruolo. Ci troviamo nel bel mezzo di una battaglia indefinita, che tramite alcuni indizi successivi reputo essere quella di Ryloth. Nelle vicende di The Clone Wars Anakin e Ahsoka non parteciparono a questa battaglia sul pianeta, ma forzarono il blocco separatista nello spazio. E’ interessante notare che in quell’occasione l’avventatezza e l’inesperienza di Ahsoka costarono la vita a molti cloni, che le rimasero sulla coscienza.
In questo deserto la battaglia infuria, e mentre Anakin guida la carica (vederlo con l’armatura di The Clone Wars è stato pazzesco) vediamo passare clone troopers con l’armatura di Fase 1, molti con le tipiche strisce blu della 501esima legione. Vediamo poi armi e mezzi iconici di quel periodo: le cannoniere LAAT, i camminatori AT-TE, fucili blaster DC-15A, carabine blaster DC-15S. Anche Ahsoka è vestita allo stesso modo del suo primo design in The Clone Wars, quando aveva 14 anni. Notiamo anche la sua prima spada laser a lama verde e il codino da padawan: nel caso di Ahsoka si trattava di un particolare codino fatto di perle Silka, apposito per le specie che non avevano capigliatura, come i togruta.
Guerra e senso di colpa
Ovviamente ella è confusa, poiché la sua mente adulta si ritrova catapultata nel passato. Al momento Anakin sembra far parte di questo flashback, ma poi anche lui si “estranierà”. Poco dopo, finita la battaglia, vediamo la giovane Ahsoka in un ospedale da campo dove un droide medico 2-1B sta soccorrendo i cloni feriti. Sullo sfondo possiamo notare due twi’lek che tengono in mano un fucile blaster A280, e proprio loro potrebbero suggerirci il luogo di quella battaglia. Potrebbe trattarsi di combattenti per la libertà Twi’lek, movimento di resistenza creato da Cham Syndulla contro l’occupazione Separatista sul pianeta. Ovviamente Cham Syndulla, personaggio chiave sin da The Clone Wars, è il padre di Hera.
Insieme a loro, oltre ad Anakin, possiamo scorgere anche il capitano Rex con la sua armatura di Fase 1; un debutto in live action a dir poco emozionante. Un altro elemento che potrebbe suggerirci similitudini con le vicende della 1×19 di The Clone Wars (Tempesta su Ryloth) riguarda la frase che Ahsoka pronuncia dopo una struggente scena in cui osserva i cloni malconci e si commuove: “è stata colpa mia; eseguivano i miei ordini, li ho fatti uccidere.” Proprio ciò che era accaduto fuori dall’orbita di Ryloth, in cui gli ordini di Ahsoka causarono la morte dei cloni della Squadriglia Blu, la prima al suo comando.
Un retaggio di distruzione
Nella scena i due affrontano un’importante conversazione che è il fulcro di tutte le vicende della trilogia prequel: la trasformazione dei jedi da guardiani della pace a soldati. Anakin, ancora “immedesimato” in quel periodo storico, dice che per sopravvivere Ahsoka avrebbe dovuto imparare a comandare e combattere, nonostante le spiacevoli conseguenze che ciò avrebbe potuto comportare. Questo concetto sottolinea le accuse di Baylan Skoll dell’episodio precedente, in cui egli ribadisce che il retaggio di Ahsoka (come quello del suo Maestro) è solo morte e distruzione.
Anakin ribadisce anche che se Ahsoka avesse smesso di combattere sarebbe morta. In questi flashback Filoni ha giocato molto tra realtà storica di quegli eventi e manipolazioni della Forza: in qualche sequenza sembra appunto un flashback reale (Ahsoka parla addirittura di avere una padawan, senza ricordare Sabine) mentre in altre ella torna pienamente in sé, soprattutto quando vede Anakin trasformarsi brevemente in Darth Vader mentre avanza. Una scena da brividi, con l’inquadratura che si allarga da Ahsoka sulla battaglia.
La ricerca continua
Intanto torniamo alla realtà, dove proseguono le perlustrazioni dell’oceano da parte degli X-wing. I malumori però continuano ad affiorare, ed Hera comincia a concordare con Carson sulla questione. Molto bello in questo senso il dialogo con Huyang, che sottolinea il fatto che Hera piaceva alla gente perché faceva le cose di testa sua; un bell’occhiolino a noi spettatori, che l’amiamo per questo sin da Rebels. I due avranno modo anche di parlare di Ahsoka e di Anakin, e il droide lo definirà “veemente”. E con le note accennate della Marcia Imperiale in sottofondo, capiamo bene il riferimento alla personalità di Anakin anche prima che cadesse nel lato oscuro.
In questa scena, possiamo notare anche in maniera molto più nitida la foto di Kanan presente sul quadro dei comandi del posto da pilota di Hera. Dopo un simpatico siparietto con Chopper, che impone con insolenza di scendere, torniamo ancora una volta ai flashback.
L’Assedio di Mandalore
Questa volta ci spostiamo all’ultima battaglia di Ahsoka nelle Guerre dei Cloni, l’Assedio di Mandalore. Una vicenda che è il perno del finale di The Clone Wars 7, in cui Ahsoka aveva 17 anni. Qui hanno reso bene questo scorrere del tempo: sembra infatti più cresciuta dallo sguardo e dal portamento, e impugna le sue due spade laser a lama blu. Come ricorderete dalla serie animata, le lame furono custodite da Anakin dopo l’abbandono da parte della ragazza dell’Ordine, e assunsero la colorazione azzurra. Vederla con l’outfit di quei momenti è davvero splendido, come è magnifico ritrovare Sundari (la capitale di Mandalore) in live action.
Anche questa sequenza ovviamente contiene una marea di dettagli: Ahsoka e i cloni della 332esima compagnia stanno combattendo i Super commando mandaloriani fedeli a Maul; anche il loro debutto in live action è perfetto. Questi ultimi sono armati di jetpack, blaster WESTAR-35 e carabine blaster. Queste scene rappresentano tanti colpi al cuore consecutivi, considerando quanto accaduto in The Clone Wars sia prima (quando Anakin e Rex avevano riservato la 332esima ad Ahsoka, con gli elmi dipinti di arancione in suo onore) che soprattutto dopo questi eventi, con l’Ordine 66.
Il combattimento di Ahsoka contro i super commando è a dir poco magnifico, identico allo stile della togruta in questo periodo. La conferma definitiva del casting perfetto della Greenblatt. Poco dopo rivediamo anche Rex e lo sentiamo incitare Ahsoka, e qui le lacrime già abbondanti diventano un fiume in piena. Anch’egli ha una resa perfetta, e impugna i suoi blaster DC-17. Ovviamente è doppiato in originale da Temuera Morrison, e fortunatamente in italiano da Alessandro Ballico, come nelle serie animate.
Ahsoka guidata dalla paura
Anakin raggiunge Ahsoka, incuriosito da questa battaglia a cui non prese parte: egli infatti si trovava su Coruscant, nella battaglia che apre gli eventi di Episodio III. I due, come ci dice Ahsoka stessa, si erano separati poco prima dell’Assedio dopo essersi appena ritrovati. Nella sequenza Anakin ribadisce il concetto del retaggio, e che Ahsoka avrebbe ereditato tutte le sue conoscenze, come lui le aveva ereditate da Obi-Wan (e Qui-Gon a sua volta).
Ovviamente questo retaggio guerriero la preoccupa, proprio perché per lei è solo morte e guerra. Se ci pensiamo, tutto l’apprendistato di Ahsoka si è svolto effettivamente nel corso della guerra. E arriviamo quindi al nocciolo della questione: Ahsoka ricorda ad Anakin cosa sarebbe diventato proprio per questa sua propensione, e ribadisce la sua paura di compiere gli stessi sbagli.
Faccia a faccia con il lato oscuro
Anakin la mette nuovamente di fronte alla scelta cardine dell’episodio, e stavolta ingloba in sé la personificazione del lato oscuro, affrontandola con la spada a lama rossa e gli occhi gialli e rossi da sith. Egli ha quindi messo alla prova Ahsoka simulando i due lati della Forza.
I due quindi riprendono lo scontro, tornando nel Mondo tra i Mondi e nel “presente”. Anche in questo caso è suggestiva l’intermittenza con cui Anakin si trasforma in Vader, e soprattutto di come sia modulata la sua voce. Lo scontro prosegue, e ad un certo punto Anakin esclama “è ora di morire”. Proprio in quel frangente infatti Ahsoka ha la possibilità di eliminarlo: ci viene quindi confermato che la morte è la metafora della discesa al lato oscuro. E la togruta finalmente sceglie in maniera convinta di vivere, non prima però che anche i suoi occhi si colorino per un istante di giallo e rosso. Segno che anche se il lato oscuro ti tenta, puoi sempre scegliere di uscirne.
Addestramento completato
E infatti, dopo aver gettato via la spada laser, Ahsoka dice chiaramente che sceglie di vivere, sceglie il lato chiaro. Il suo retaggio è più vivo che mai, ma non è più schiava o impaurita da quello che fu il destino del suo Maestro. Sa di poter prendere una strada diversa. E infatti, dopo questa scelta, gli occhi e il volto di Anakin tornano sereni. Il suo “hai ancora speranza” è quasi autobiografico; significa che la sua padawan ha finalmente scelto, cosa che lui fece solo molto tardi.
E conscio del fatto che ella abbia appreso la lezione, la “libera” da questa dimensione, o visione, o esperienza mistica, e la togruta riaffiora nell’oceano. Proprio in quel momento viene ripescata dai piloti e portata sulla Ghost, mentre ancora incosciente continua a chiamare Anakin, come se volesse ancora dirgli o chiedergli qualcosa. E tutti speriamo che sia il preludio ad un ulteriore incontro tra loro.
Risveglio di Ahsoka
Il suo successivo risveglio sullo shuttle T-6 è invece sereno; la luce del sole brilla su una nuova Ahsoka, e il fatto che non indossi i suoi vestiti ci anticipa un cambio di outfit graduale e molto significativo. Huyang la aggiorna sulla scomparsa di Sabine, e poco dopo entrambi scendono alle rovine. Il droide mostrerà a Jacen il T-6, e qui assistiamo ad uno scambio di battute memorabile. E’ ironico che Jacen, ovviamente ignaro della cosa, chieda a colui che per millenni aveva fabbricato le spade laser dei jedi se sapeva costruirle. Intanto Ahsoka utilizzerà nuovamente la psicometria toccando la mappa e scoprendo che Sabine era partita con loro dopo essere stata fatta prigioniera.
Fare i conti con la Nuova Repubblica
Trovare una soluzione non sarebbe stato facile, ma l’aiuto arriva dall’alto: la risposta risiede nei purrgil, presenza costante in questi cinque episodi, e Ahsoka lo capisce. Nel frattempo Hera riceve brutte notizie dalla Cancelliera Mon Mothma: la flotta della Nuova Repubblica stava venendo a prenderle per riportarle su Coruscant; data la mancanza di prove sui resti dell’Impero e su Thrawn, nonché la fuga della Elsbeth, Mothma aveva le mani legate.
Nel suo discorso la Cancelliera cita la Commissione di sorveglianza del Senato; un organo simile compare nel romanzo legends The New Jedi Order: Star by Star. Qui si chiama Comitato di Supervisione Militare della Nuova Repubblica, ed era un comitato del Senato che tentò di supervisionare proprio la condotta delle Forze di Difesa della Nuova Repubblica durante la Guerra degli Yuuzhan Vong. Nel caso di Hera, la commissione stabilirà se il suo comando verrà definitivamente sospeso.
Piano e purificazione
Ahsoka, che al momento è in uno stato di serenità assoluta, porta buone notizie poiché dice di aver scoperto come compiere quel viaggio. Da qui in poi la vedremo con il nuovo outfit completo da “Ahsoka la bianca”, una chiara citazione a quanto accaduto a Gandalf che Filoni aveva già citato nell’epilogo di Rebels, e che ora è stato portato a compimento anche nella serie live action.
I nostri raggiungono un branco di purrgil, e Ahsoka esce dal T-6 per comunicare con l’ultra più grande. Nel frattempo tre incrociatori Vesper arrivano sul luogo, e Carson Teva tenta di prendere tempo in una divertente sequenza che ricalca quella di Poe Dameron in Episodio VIII. A guidare la spedizione c’è il capitano Girard, nuovo personaggio affiancato da un ufficiale di specie Ishi Tib. Nella scena Teva cita anche la Base Adelphi, avamposto che abbiamo visto in The Mandalorian 3.
In viaggio con i purrgil
Mentre Ahsoka comunica con il purrgil, Jacen ci svela che sua madre gli raccontava spesso della storia di Ezra che tramite le balene portò via i cattivi lontano lontano, come visto sempre in Rebels 4. Ora, le creature porteranno Ahsoka da Ezra: il gigantesco purrgil apre la bocca per far entrare lo shuttle T-6, e Huyang chiede se le creature sapessero dove andare. Ahsoka però non lo sa, e risponde con pacatezza al panico del droide dicendo che sarebbero stati pronti a qualsiasi destino. Dopo questa esperienza catartica, il personaggio ha ritrovato la pace, la voglia di sorridere e soprattutto di rischiare per coloro a cui voleva bene: un qualcosa che nell’episodio precedente non avrebbe fatto per Ezra.
E con la promessa ad Hera che li avrebbe ritrovati, in una sequenza finale visivamente e musicalmente magistrale, Ahsoka compie il salto nell’iperspazio con i purrgil verso un’inedita avventura. Con queste emozionanti scene si chiude questo intenso quinto episodio della serie. Cosa ne pensate dei suoi riferimenti ed easter egg? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.