Siamo giunti alla fine della serie Ahsoka, che ci ha regalato un ottavo e ultimo episodio ricco di emozioni, azione e tematiche interessanti. “La Jedi, la Strega e il Signore della guerra“, questo il titolo, contiene ovviamente anche tantissimi riferimenti ed easter egg, che trovate di seguito!
Mai sottovalutare il nemico
L’episodio si apre sulla cima della fortezza in cui è fermo lo Star Destroyer Chimaera. Morgan Elsbeth avvisa Thrawn del completamento del trasbordo, e il Grand’ammiraglio manda due TIE Fighter per tenere a bada la navetta jedi mentre l’Occhio di Sion si avvicinerà per permettere l’aggancio con il Destroyer. Come sempre Morgan è sicura della riuscita del loro piano, mentre Thrawn è saggiamente guardingo: ribadisce infatti che aveva visto troppi ufficiali imperiali sottovalutare la Ribellione, e che persino lui era stato vittima delle prodezze di un singolo jedi, riferendosi ovviamente al piano architettato da Ezra nella quarta stagione di Rebels. E promette che ciò non accadrà più.
I rituali delle sorelle della notte
Poco dopo, per i suoi servigi, Morgan Elsbeth viene ricompensata dalle Grandi Madri tramite il dono delle ombre. La magia dell’ombra era un altro nome che identificava il magick, e cioè il loro particolare potere nella Forza. Questo rituale invece è chiamato “il Battesimo”, e attraverso di esso un individuo poteva diventare una vera Sorella della Notte. Abbiamo visto per la prima volta il rituale adoperato nei confronti di Asajj Ventress nella 4×19 di The Clone Wars.
E’ bellissimo constatare che la formula utilizzata dalla grande madre Klothow è praticamente identica a quella pronunciata da Madre Talzin nella serie animata. Un collegamento pazzesco che prosegue quando le tre evocano l’icore magico, la particolare nebbia verde che abbiamo visto in moltissime occasioni sempre nella serie animata e nei videogiochi in cui compare Merrin.
Tramite l’icore, le Grandi Madri materializzano la lama di Talzin: anche questo oggetto è già comparso in The Clone Wars, evocato (nello stesso modo) proprio da Talzin che la utilizzò per duellare contro Mace Windu nella 6×09. Tra le mani di Morgan l’icore attraversa la lama, rendendola resistente anche agli attacchi con la spada laser.
Gli emozionanti riferimenti a Kanan
Nel frattempo, all’interno dello shuttle T-6 che procede lentamente con i Noti, Ezra Bridger sta costruendo una nuova spada laser grazie ai pezzi forniti da Huyang. Egli non fa fluttuare i pezzi con la Forza, come facevano spesso i padawan del Tempio, ma la assembla “alla vecchia maniera”; ricalcando tra gli altri Luke nella scena tagliata di Episodio VI in cui costruisce la sua a lama verde. Da notare poi il disappunto del droide quando Ezra dubita del suo giudizio: egli ribadisce, come sappiamo, che aiutava gli allievi a costruire spade laser da ben prima che lui nascesse.
Huyang gli chiede poi chi gli avesse insegnato a costruire una spada laser; sarà Sabine a rispondere per lui “Kanan Jarrus”. Egli era il suo Maestro, colui che gli aveva insegnato tutto, come ci dice e come ben sappiamo da Rebels. Ezra si mostra interessato al sapere di Huyang e alla sua età quando il droide afferma che era stato lui ad insegnare a Kanan, o meglio Caleb Dume. Huyang aveva letteralmente insegnato a quasi tutti gli allievi a costruire spade laser: come ho ribadito spesso il droide è stato costruito cinque anni dopo la nascita dell’Ordine jedi, più di 25mila anni prima della serie Ahsoka.
Huyang definisce Caleb un ragazzo sveglio, molto curioso e un po’ timido. E queste sono proprio le caratteristiche del personaggio, che da giovane era davvero timido ma curiosissimo, come scopriamo anche nel romanzo Una Nuova Alba. Il saggio droide parla anche di quanto fosse impegnativo il rapporto tra Maestro e Apprendista per entrambe le parti, e questa frase colpisce Sabine.
Poco dopo, Huyang fornisce ad Ezra proprio lo stesso emettitore della spada laser di Kanan, poiché ne aveva due uguali. Il ragazzo completa così la spada laser, che attivata mostra anch’essa una lama blu come quella del suo Maestro. Il tutto mentre in sottofondo parte proprio il theme musicale dedicato a Kanan. Una sequenza che mi ha fatto versare fiumi di lacrime.
Il legame tra Maestro e Apprendista
Successivamente il droide avrà modo di aggiornare Ezra su un altro evento traumatico, la Purga mandaloriana. Huyang ci svela che l’evento avvenne alla fine della guerra, perciò è probabile che ciò sia accaduto dopo Endor e prima di Jakku, e cioè in un lasso di tempo che va dal 4 al 5 ABY. E’ quindi quasi certo che l’epurazione di Mandalore sia stata una conseguenza dell’Operazione Cenere fatta attuare da Palpatine dopo la sua morte.
All’epoca quindi Ahsoka si era accorta che se Sabine avesse sbloccato il suo potenziale sarebbe potuta diventare pericolosa, come avevo ipotizzato dopo i primi episodi. Poco dopo, fuori dallo shuttle, Ahsoka e Sabine si confrontano proprio in merito a quanto accaduto nel quarto episodio, con la scelta della ragazza di consegnare la mappa a Baylan. Ahsoka non si mostra arrabbiata, dicendo che anche lei negli anni aveva dovuto compiere scelte difficili. E nella maggior parte dei casi nessuno capiva le sue ragioni, a parte il suo Maestro.
Anakin era sempre dalla sua parte, anche quando nessuno lo era, come afferma poi commossa. E mai frase fu più vera, considerando che egli fu l’unico a credere nella sua innocenza nella quinta stagione di The Clone Wars e a lottare per dimostrarlo; al contrario di tutto il Consiglio jedi. E sicuramente il ricordo della togruta è andato proprio a quell’evento del suo passato.
La promessa e il legame tra Ahsoka e Sabine
Perciò d’ora in poi Ahsoka sarebbe rimasta sempre dalla parte di Sabine, qualsiasi cosa fosse accaduta. Un ottimo risvolto che ci mostra ancora una volta la crescita del personaggio rispetto agli scorsi episodi. Poco dopo Ahsoka le chiede se si fosse allenata, e Sabine inizialmente le dice “ci provo” e poi si corregge dicendo “faccio”. Chiara citazione alle parole di Yoda in Episodio V: “fare o non fare, non c’è provare”. Un monito che egli deve aver ribadito non solo a Luke ma a tutti gli younglings addestrati al Tempio, compresa Ahsoka o Kanan. Perché in Rebels Sabine lo sente da Ezra che a sua volta lo aveva sentito dal suo Maestro.
Ahsoka ribadisce che oltre ad addestrarsi con la spada laser, per essere una jedi avrebbe dovuto addestrare la mente e soprattutto credere nella Forza. Un monito che abbiamo sentito spesso in altre opere, come ad esempio Rogue One. In quel momento i nostri vengono attaccati dai due TIE Fighter; è splendido vedere anche gli elmi dei piloti di TIE scheggiati e ornati di drappi rossi. Mentre Ahsoka ed Ezra mantengono sospeso il T-6 con la Forza dopo che era stato colpito, Sabine riesce a liberarsi dei caccia nemici ingaggiandoli frontalmente.
La sicurezza non è mai troppa
Mentre Huyang e i Noti riparano la nave, Ahsoka, Ezra e Sabine in sella agli howler cavalcano verso la fortezza dove si trova Thrawn. Quest’ultimo viene a sapere dell’attacco e poi della caduta dei TIE, e seppur le probabilità d’intralcio fossero minime decide di organizzare un attacco via terra. Probabilmente egli era ancora impossibilitato a partire poiché l’Occhio di Sion stava scendendo, e perciò non poteva permettersi che quel lasso di tempo gli costasse caro.
Una squadra di night troopers volontari scende perciò a terra, conscia delle conseguenze e del fatto che sarebbero rimasti lì. Qui Thrawn ribadisce che il sacrificio non era per lui ma “per l’Impero” e “la sicurezza della nostra galassia”. Chi ha letto i romanzi sa che l’inneggiamento all’Impero stride un po’ con il personaggio, ma la menzione successiva alla sicurezza della galassia è invece totalmente in linea con il suo pensiero. Egli era fermamente convinto che solo un comparto militare organizzato avrebbe potuto sopprimere le minacce incombenti, come quella dei Grysk; e la nostra speranza è che il riferimento vada proprio a quello.
Intanto i nostri arrivano nei pressi della fortezza, proprio quando è giunto lì anche l’Occhio di Sion. Parlando con Huyang, Ahsoka ci svela che egli teneva in piedi quel T-6 da prima che ella nascesse. Probabilmente il droide possedeva numerose astronavi con sale d’addestramento e l’occorrente per costruire spade laser, poiché in The Clone Wars egli si trova in un’altra nave, il Crucible.
Anche Ezra ci svela qualche retroscena su quanto accaduto in passato: ci dice che era stato Thrawn a trovare quel posto e soprattutto a “risvegliare” le sorelle della notte. E’ curioso l’utilizzo di questo termine, sicuramente non casuale; speriamo in futuro di scoprirne i risvolti.
Ahsoka, Ezra e Sabine uniti in battaglia
Mentre i nostri si dirigono verso la porta, Thrawn li fa bombardare con il Chimaera poiché a suo dire “non intendeva negoziare con la padawan di Anakin Skywalker”. Come detto anche nelle scorse analisi, e come ribadirà egli stesso, conosceva bene Anakin e sapeva che con Ahsoka sarebbe stato inutile farlo. Nonostante la potenza di fuoco, i tre riescono ad entrare nella fortezza, dove vengono accolti dai night troopers.
E’ davvero suggestivo vederli tutti e tre con le spade laser: Ahsoka guida saggiamente l’avanzata, in una sequenza che ricorda moltissimo i jedi contro l’esercito separatista durante le guerre dei cloni. Con i loro talenti combinati, tra spade laser e blaster, i tre si liberano facilmente dei soldati; poco dopo però accade qualcosa di imprevisto.
L’esercito di non morti
Le Grandi Madri infatti, sempre come vi anticipo da tempo, intonano l’incantesimo del Canto della Resurrezione, riportando in vita questi soldati sotto forma di zombie. La cosa fantastica è che, anche in questo caso, la formula pronunciata (Lucheno vadem klavlane…) è identica a quella tramite la quale in The Clone Wars l’anziana Daka riportò in vita le sorelle della notte. Altro parallelismo a dir poco perfetto.
Nonostante l’intoppo Ahsoka, Ezra e Sabine avanzano, e Thrawn chiede a Morgan Elsbeth in maniera velata di sacrificarsi per la causa. Ella accetta serenamente e con decisione il suo destino; molto bello che per questa scelta estrema abbia inneggiato a Dathomir, la sua casa ritrovata, e non all’Impero. Poco dopo viene raggiunta proprio dai nostri, e mentre Ezra e Sabine avanzano Ahsoka comincia a combattere con lei.
Scontri epici e ricchi d’azione
Già dalle prime battute dello scontro ci accorgiamo che vedremo qualcosa di epico: Diana Lee Inosanto, interprete di Morgan, non scherzava quando ci anticipò uno scontro lungo e complesso fra le due. Nel frattempo Ezra e Sabine se la vedranno invece con due Night troopers che indossano armature da Death troopers, che scopriremo essere anch’essi dei veri e propri zombie dal volto decomposto. I due danno parecchio filo da torcere ai nostri, e Sabine rischierà grosso finché non riuscirà finalmente ad utilizzare la Forza. In particolare la telecinesi, con la quale attirerà a sé la spada laser e riuscirà ad eliminare uno dei soldati con una mossa simile a quella di Kylo Ren in Episodio VIII.
Poco dopo, anche Ezra si libererà dell’altro Death troopers. Il tutto mentre il Chimaera, agganciato all’Occhio di Sion, si appresta a partire. Anche lo scontro tra Ahsoka e Morgan imperversa, e la togruta va in difficoltà quando i night troopers le raggiungono.
La scelta di Sabine
Intanto Sabine incita Ezra a saltare: ella avrebbe utilizzato la Forza per spingerlo un po’ di più. Nonostante l’esitazione iniziale, il ragazzo si lascia convincere dalla fervente sicurezza della sua amica e si getta. E infatti Sabine riesce ad utilizzare un Force push molto potente (forse troppo, ma data l’occasione di emergenza glielo perdoniamo). In quel momento sul tetto giunge Ahsoka, e Sabine è combattuta sul raggiungere Ezra o rimanere al darle manforte.
La togruta era destinata a soccombere: Morgan Elsbeth infatti, dopo averle distrutto una spada laser, era stata abilissima a disarmarla (anche qui, tramite alcune acrobazie pazzesche). Ma quando tutto per Ahsoka sembra perduto, ecco che scopriamo che Sabine aveva scelto di rimanere lì con la sua Maestra. Galvanizzata da questa scelta, Ahsoka ingaggia nuovamente lo scontro con Morgan, mentre Sabine combatte i night troopers con uno stile misto spada laser/blaster (simile a quello che si può utilizzare nel videogioco Jedi: Survivor).
Vincere la battaglia ma perdere la guerra
Questa volta è Ahsoka ad avere la meglio, e proprio con la lama di Talzin elimina Morgan. Una fine onorevole e poetica, dato che quest’ultima non avrebbe potuto immaginare un onore maggiore che perire tramite quella stessa arma. Mentre le Grandi Madri annunciano a Thrawn la sua morte, Ezra nell’hangar del Chimaera riesce a camuffarsi vestendosi da night trooper e rubando l’identità ad un soldato dopo aver risposto al comlink. Una scena epica che ricalca una marea di missioni in cui egli si era abilmente travestito da soldato imperiale. La citazione qui è ancor più calzante perché LS-757 era il nome di un soldato che si trovava su Lothal proprio durante gli eventi di Rebels, e che incontriamo nella 4×09.
Come ultima mossa prima di partire, Thrawn decide di portare drasticamente le complicazioni a zero bombardando direttamente la fortezza. Anche stavolta però Ahsoka e Sabine riescono a salvarsi tramite il tempestivo intervento di Huyang. Nonostante l’aiuto del T-6, è ormai troppo tardi e Thrawn lo sa.
Le splendide parole di Thrawn
Per questo prima di partire fa aprire un canale di comunicazione con Ahsoka, e la elogia per il suo impegno definendola una degna avversaria. Il bello è che, come ho avuto modo di dirvi nell’analisi della 1×07, egli non stava schernendo Ahsoka ma lo pensava davvero; era genuinamente colpito dal suo avversario, come succedeva sempre quando qualcuno riusciva a tenergli testa.
Thrawn poi continua dicendo che nonostante non si fossero visti faccia a faccia la conosceva, poiché conosceva il suo Maestro, Anakin Skywalker. E aveva concluso che le loro strategie erano simili. Poco dopo, stavolta con una vena curiosa e provocatoria, continua dicendo: “viene da chiedersi quanto simile a lui puoi diventare”, riferendosi ovviamente a Darth Vader. E qui il riferimento al romanzo Alleanze, in cui Thrawn in momenti diversi incontrò Anakin e poi Vader, viene confermato una volta per tutte senza alcun dubbio.
Egli poi afferma che forse era questo il destino di una ronin come lei. Pur essendo una parola della nostra realtà, il termine ronin nel canone identifica i jedi in esilio già prima della Purga. Thrawn quindi ci svela che era sinceramente curioso in merito al suo destino, e perciò che l’obiettivo di eliminarla era in atto solamente fintantoché avesse intralciato i suoi piani. Ora egli non aveva nessuna remora nei suoi confronti, e infatti afferma che oggi la vittoria era stata sua. Poco prima di compiere il salto nell’iperspazio, egli inneggia nuovamente all’impero con la frase: “Lunga vita all’Impero”, pronunciata in molte occasioni in altre serie tv, romanzi e fumetti.
Riferimenti pazzeschi per il futuro
Nella sequenza successiva, Ahsoka e Sabine raggiungono i Noti (con i quali ora conviveranno, come fece Ezra) e qui vediamo finalmente Morai, il convor spirito guida della togruta. Ahsoka stessa è sorpresa di vederla, e questa apparizione si lega con un’altra sorprendente scena che vediamo poco dopo. Mentre Shin reclama potere nei confronti dei predoni di Peridea, Baylan infatti ha quasi raggiunto la fonte della sua ricerca, un luogo misterioso ricolmo di luce.
E qui vediamo l’altro riferimento pazzesco, poiché il personaggio si trova sulla mano di un’enorme statua in pietra che rappresenta il Padre, con al fianco anche quella del Figlio (e della Figlia, nonostante sia priva della testa). Si tratta dei Guardiani della Forza di Mortis, entità soprannaturali incontrate da Anakin, Obi-Wan e Ahsoka in The Clone Wars. Avrò modo di parlare in altri articoli delle clamorose possibilità legate a questo easter egg.
Nel frattempo ci spostiamo nella galassia conosciuta, dove l’Occhio di Sion è tornato dopo il viaggio nell’iperspazio. Thrawn si sta dirigendo su Dathomir, e l’ultima inquadratura alle bare ci permette di confermare con cognizione di causa quali siano i suoi piani, soprattutto dopo quanto visto fare alle Grandi Madri.
Incontri commoventi
Lo shuttle di classe Eta appartenuto a Baylan Skoll invece entra nell’hangar della Home One, con la vigile preoccupazione di Hera e dei piloti ed ufficiali della Nuova Repubblica. Il temerario Chopper si avvicina a quel misterioso soldato, che si dimostra essere ovviamente Ezra. Egli è finalmente tornato a casa, ed Hera è totalmente paralizzata dalla commozione. Il suo sguardo è davvero splendido, e non può che riaprire i nostri rubinetti già ampiamente utilizzati.
A dare il colpo di grazia alle nostre riserve idriche però ci pensa la scena finale: su Peridea, Ahsoka e Sabine riflettono su quanto accaduto. Nonostante Thrawn sia riuscito a fuggire da lì, la togruta afferma che l’importante è che Ezra sia tornato a casa. Egli è dove dovrebbe essere, ribadisce, così come loro. E conclude dicendo che per entrambe era arrivato il momento di andare oltre. Non si tratta di semplice rassegnazione sul non poter più tornare; forse Ahsoka si è resa conto di ciò che avrebbero dovuto fare lì, soprattutto dopo l’apparizione di Morai.
E in quel momento, dapprima Sabine percepisce qualcosa, e poi sicuramente Ahsoka lo vede: il Fantasma di Forza di Anakin che le osserva serenamente. E’ con questa scena a dir poco intensa e da batticuore che si chiude l’ottavo e ultimo episodio della serie. Ovviamente, nei prossimi giorni avrò modo di pubblicare tantissimi approfondimenti dedicati alle molteplici tematiche della puntata. Cosa ne pensate dei riferimenti ed easter egg della 1×08? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.