Ahsoka: tutti i riferimenti e gli easter egg della prima puntata!
Finalmente la serie live action Ahsoka ha debuttato su Disney Plus con la ricca premiere contenente i primi due episodi. Nell’articolo trovate la dettagliata analisi easter egg del primo, intitolato “Master and Apprentice”, ricco di emozionanti ritorni, debutti elettrizzanti e profonde tematiche. Seguono ovviamente SPOILER della puntata!
L’opening crawl
L’episodio (qui ne trovate la video analisi completa) si apre con un inedito opening crawl rosso (diverso rispetto a quello classico giallo dei film) che informa lo spettatore sul fatto che ci troviamo in un’epoca in cui l’Impero Galattico è caduto e al suo posto è sorta la Nuova Repubblica. Ci sono però forze sinistre che spingono sul ritorno di Thrawn, creduto morto dopo gli eventi di Lothal, che invece starebbe per tornare dal suo esilio. Ciò ovviamente rinvigorirebbe i resti dell’Impero, che abbiamo visto soprattutto nella terza stagione di The Mandalorian, e permetterebbe l’inizio di un nuovo conflitto.
Il crawl continua dicendoci che l’ex cavaliere jedi Ahsoka Tano (ottimo che ci si riferisca a lei come ex jedi) ha catturato un’alleata di Thrawn e ha scoperto dell’esistenza di una mappa che potrebbe riportare indietro il Grand’Ammiraglio. Queste come ricorderete sono le vicende della 2×05 di The Mandalorian, e ora sappiamo cosa ha detto Morgan Elsbeth ad Ahsoka prima di essere catturata. Quando l’episodio si apre, il Magistrato Elsbeth sta proprio per essere mandata a processo dalla Nuova Repubblica.
L’omaggio totale ad Episodio IV
La scena iniziale del primo piano sull’incrociatore della Nuova Repubblica è un chiaro riferimento all’iconico inizio di Star Wars, con lo Star Destroyer Devastator che si staglia sullo schermo. In realtà, come scopriremo presto, l’intera sequenza del salvataggio di Morgan Elsbeth è un’omaggio a tutta la trama di Episodio IV.
L’incrociatore della Nuova Repubblica è guidato dal capitano Hayle, interpretato dall’attore Mark Rolston. Egli ha interpretato innumerevoli ruoli nel corso della sua carriera, e in Star Wars aveva doppiato il senatore Dagonet nel secondo episodio della serie animata Tales of the Jedi. Hayle è affiancato dal suo primo ufficiale, il tenente Jensen Corbyt, interpretata dall’attrice Shakira Barrera. Entrambi presentano le classiche mostrine degli ufficiali della Nuova Repubblica, che un tempo furono quelle dell’Alleanza Ribelle: quella di capitano con due pallini blu e quella di tenente con uno. Il blu indica che si tratta di ufficiali della marina, come afferma il manuale del gioco di ruolo Legends The Rebel Alliance Sourcebook; elemento in parte mantenuto dalla guida Star Wars: Rogue One: The Ultimate Visual Guide. Ma, come nel caso delle mostrine imperiali, non sono regole fisse: infatti spesso i colori venivano combinati, come vedremo anche in scene successive.
Attacco all’incrociatore
Una nave si avvicina all’incrociatore, e tramite le comunicazioni scopriamo che si tratta di un convoglio jedi. Il che ovviamente desta la sorpresa di tutti, dato che in quegli anni i jedi non solo erano rarissimi, ma anche ritenuti da molti un mito. La nave però possiede proprio un vecchio codice di autorizzazione jedi, risalente alle guerre dei cloni. Come ho avuto modo di dirvi anche nell’analisi del trailer, quel trasporto guidato da Baylan Skoll è infatti uno shuttle di classe Eta, molto utilizzato dai jedi durante le guerre dei cloni.
Il capitano fa abbordare la nave nell’hangar, in maniera del tutto simile al Millennium Falcon che viene trainato nella Morte Nera. Inizialmente egli non crede a Baylan e Shin, pensando siano solo imperiali avventati, ma i due ovviamente prendono l’iniziativa con le cattive e abbordano la nave, eliminando tutti gli ufficiali. Shin va sul ponte di comando, mentre Baylan si dirige al livello di detenzione. Le scene di quest’ultimo in particolare sono un chiaro omaggio alla sequenza di Darth Vader in Rogue One, divenuta ormai un marchio di fabbrica in Star Wars.
Anche la liberazione di Morgan Elsbeth è un omaggio palese alla scena in cui Luke Skywalker libera Leila Organa. E’ interessante notare che il numero da detenuta della Elsbeth è 620, scritto in aurebesh. Ella informa Baylan Skoll, che scopriamo essere sicuramente anche un mercenario, del fatto che Ahsoka Tano sa della mappa e dei piani su Thrawn.
La ricerca della mappa
La scena si sposta poi proprio su Ahsoka, che ha raggiunto il Tempio in cui, secondo la Elsbeth, dovrebbe trovarsi la mappa. Successivamente scopriremo che questo non è un Tempio jedi, bensì delle sorelle della notte. Ella ci entra facendo un buco nella roccia con le spade laser, controllandole con la Forza. La stessa cosa che aveva fatto nell’ultimo episodio della settima stagione di The Clone Wars. In pieno stile da rompicapo da videogiochi (come in Jedi: Fallen Order o Survivor), Ahsoka riesce a decifrare l’enigma della sala e recupera la mappa.
All’esterno del Tempio Ahsoka viene attaccata da quattro droidi assassini HK-87, che avevamo visto al soldo di Morgan Elsbeth nella 2×05 di The Mandalorian. I droidi sono armati di elettrostaffe e blaster, ma Ahsoka riesce a tener loro testa; per questo attivano il procollo di autodistruzione, e la nostra Togruta si salva riuscendo a mettersi in contatto con Huyang, che era alla guida del suo shuttle T-6.
Huyang e Ahsoka
Ahsoka rimprovera affettuosamente il droide per essersi tenuto a distanza, mentre egli dice che applicava il normale protocollo delle missioni jedi. E qui lei ribadisce che l’Ordine non esisteva più; Huyang ovviamente, soprattutto per la sua programmazione, è legato ai dettami jedi poiché fu costruito 25 mila anni prima, proprio poco dopo la nascita dell’Ordine. Egli rappresenta un tesoro inestimabile, poiché come ricorderete se avete visto The Clone Wars era lui che aiutava i giovani jedi nel costruire le proprie spade laser. Qualità che vedremo anche a breve e che saranno utilissime per Ahsoka. E’ interessante sottolineare che, come nella serie animata, è tornato a doppiarlo l’attore David Tennant.
L’astronave viene contattata da Hera Syndulla, che chiama Ahsoka Fulcrum e trasmette dalla Home One. Fulcrum è il nome in codice con cui la Togruta operava durante la Ribellione, e per tutta la prima stagione di Rebels sarà conosciuta così dai membri della Ghost, rivelandosi solo nel finale. La Home One invece è un grande incrociatore MC80A modificato, che fungeva da Quartier Generale dell’Alleanza Ribelle durante la Guerra Civile Galattica sotto il comando del mitico Ammiraglio Ackbar. E’ comparso per la prima volta in Episodio VI, ed è stato decisivo sia nella Battaglia di Endor che in quella di Jakku. Sono felice che la Home One appaia anche nella serie, soprattutto per un motivo di cui vi parlerò nell’analisi del secondo episodio.
L’incontro con Hera Syndulla
Quando Ahsoka si identifica, dice che il numero del suo shuttle T-6 è 1-9-7-4, che è l’anno di nascita di Dave Filoni. Atterrati nell’hangar, arriva da loro Hera Syndulla, che presenta la mostrina da generale (con cinque pallini) e la giacca che indossa anche nel videogioco Star Wars: Squadrons. Dietro la schiena, sulla giacca, reca anche il simbolo dell’equipaggio della Ghost. Nell’hangar vediamo piloti e ufficiali della Nuova Repubblica, e tanti droidi come astromecca e gonk. Ci sono anche droidi medici, poiché si sta prestando soccorso ai sopravvissuti dell’incrociatore attaccato.
Hera mostra ad Ahsoka e Huyang l’ologramma di Baylan e Shin; e di contro la togruta fa vedere ad Hera la mappa recuperata, che a suo dire porterà all’ubicazione “dell’ultimo grand’ammiraglio imperiale scomparso”. Già questi indizi ci portano a quello che è l’incipit de “L’Erede dell’Impero”, in cui Thrawn veniva identificato come l’ultimo dei 13 grand’ammiragli imperiali, rimasto nascosto (o meglio esiliato) per anni.
Torna la speranza
Hera però non ci crede inizialmente, poiché è convinta che Thrawn sia morto nella Battaglia di Lothal. Come ricorderete, canonicamente grazie al sacrificio di Ezra Thrawn fu sconfitto durante le vicende della quarta stagione di Rebels. Passati anni, è logico pensare che Hera li credesse morti entrambi. E infatti poco dopo, in una scena molto emozionante, si risveglia in Hera la scintilla della speranza per la sopravvivenza di Ezra. Anche se nulla era certo, valeva la pena aggrapparsi a questa possibilità. Purtroppo però non era possibile per Huyang sbloccare il meccanismo della mappa.
Poco dopo un mon calamari nomina il Consiglio della Difesa; viene quindi ricanonizzato questo organo della Nuova Repubblica comparso in molte opere legends, in primis nella trilogia di romanzi “La crisi della Flotta nera”. Prima di andare, Hera fa capire ad Ahsoka che Sabine l’avrebbe aiutata se si trattava di Ezra; già da qui scopriamo che ci sono dei trascorsi tra Ahsoka e la ragazza, che non si sono lasciate nel migliore dei modi.
I tantissimi riferimenti su Lothal
La scena poi si sposta proprio su Lothal e su Capital City, che appare sfarzosa e prospera come nell’epilogo di Rebels. In occasione dell’anniversario della sconfitta dell’Impero, il governatore Ryder Azadi inaugura il murale dedicato ai membri della Ghost e al valoroso sacrificio di Ezra Bridger. La presenza di Azadi è una splendida sorpresa, dato che il personaggio ha avuto un ruolo di spicco per gli eventi di Lothal nella serie Rebels. Egli è interpretato ovviamente da Clancy Brown, che lo ha doppiato nella serie. Brown ha inoltre prestato la sua voce a molti altri personaggi di Star Wars, come Savage Opress.
Ovviamente Sabine, nel pieno del suo stile, non è presente alla cerimonia, e Azadi invita il senatore Jai Kell a dire qualcosa al pubblico. Anche quest’ultimo è una bellissima sorpresa, poiché si tratta sempre di un personaggio chiave nelle vicende di Rebels: prima cadetto imperiale e poi membro della resistenza di Lothal guidato proprio da Ryder Azadi. E’ bellissimo sapere che è diventato senatore! Questa scena inoltre ci permette di affermare senza ombra di dubbio che l’epilogo di Rebels è ambientato nel 9 ABY, come già supponevo da tempo.
Il debutto di Sabine
La scena si sposta poi su una delle autostrade di Lothal, viste sempre spesso in Rebels, dove Sabine sta correndo con il suo speeder dopo essere fuggita dalla cerimonia. La ragazza viene inseguita da due caccia E-wing, storiche astronavi che erano presenti nelle opere legends e che vediamo per la prima volta in audiovisivo. L’E-wing era stato ricanonizzato nella serie a fumetti Poe Dameron.
Con una bellissima colonna sonora in sottofondo, Sabine ci mostra tutta la sua insolenza, cocciutaggine e sregolatezza che ben conosciamo da Rebels, forzando il blocco degli E-wing dopo aver parlato con il capitano Porter. Quest’ultimo è un nuovo personaggio che abbiamo scoperto tramite un set lego dedicato alla serie. Il droide astromecca che si spaventa per la mossa di Sabine è invece ispirato ad una vecchia action figure di R2-D2 della Kenner.
Dopo averli seminati, la ragazza si reca verso la torre delle comunicazioni E-272, dove molto tempo prima viveva Ezra dopo essere diventato orfano. Qui ad aspettarla c’è un lothgatto, che forse si chiama Baeb, nome scritto in aurebesh sul suo casco insieme proprio a dei disegni di lothgatti. Sui muri possiamo vedere moltissimi altri disegni, e sappiamo bene che Sabine è una grande artista. Già quando entra inoltre si può notare l’elmo da scout trooper di Ezra, che ella aveva ridipinto in Rebels. Tra le altre cose, possiamo scorgere anche il suo elmo mandaloriano.
Ricordi struggenti
Al momento però Sabine sembra aver messo da parte la sua vecchia vita, e vive di ricordi guardando un olomessaggio mandatole da Ezra ben nove anni prima. Scopriamo che non si tratta del messaggio che egli aveva lasciato a tutti i membri della Ghost, ma di uno personalizzato apposta per lei in cui le chiede di capire la sua scelta di sacrificarsi per battere Thrawn e in cui le dice di volerle bene e di andare fino in fondo nelle sue battaglie. Altro momento molto emozionante, conoscendo il loro legame. E infatti anche Sabine è visibilmente emozionata. Una scena che permette anche a chi non ha visto Rebels di capire quanto fosse forte il loro legame. Sul muro possiamo notare in questa scena altri disegni, come droidi, lothgatti e soprattutto lothlupi.
Nella sequenza successiva vediamo Shin, Morgan Elsbeth e Baylan sulle rovine di ciò che resta del Tempio. E’ proprio la Elsbeth a rivelare che si tratta di un Tempio eretto dalle sorelle della notte di Dathomir; ella ci svela inoltre la sua appartenenza alle sorelle della notte, dicendo che si tratta di una sopravvissuta. Come sappiamo infatti queste ultime furono spazzate via da Dathomir in The Clone Wars. Nella scena fa la sua comparsa anche Marrok, misterioso ex inquisitore ora al soldo della Elsbeth. Poco dopo Shin Hati viene mandata su Lothal per cercare Sabine, che viene definita ex apprendista di Ahsoka.
Spostandoci nuovamente a casa di Sabine, vediamo la ragazza tormentata dai sogni su Ezra; stavolta le parole da lui pronunciate sono quelle dette per l’ultima volta all’equipaggio prima di scomparire con Thrawn tramite i Purrgil. E infatti nel sogno possiamo sentire anche il verso di queste creature; Sabine è chiaramente ossessionata da quel ricordo traumatico. Nella stanza possiamo notare anche altri elmi da stormtrooper e scout trooper.
Reunion tra Ahsoka e Sabine
Sabine viene svegliata dall’arrivo di Ahsoka su Lothal, e come detto la loro reunion sembra “distaccata” e non priva di imbarazzo. La togruta però le dice di Ezra e ovviamente la ragazza la segue sul T-6; qui scopriamo altri elementi del loro passato trascorso da Maestra e Apprendista, poiché Sabine aveva dipinto il muro del suo posto letto. Ahsoka le dice di aver recuperato la mappa sul pianeta Arcana, un mondo inedito roccaforte delle streghe di Dathomir migliaia di anni prima.
Ahsoka mostra a Sabine la mappa e la scansione del Tempio affinché possa trovare un modo per decifrare il meccanismo. Oltre al suo spiccato senso artistico, Sabine aveva infatti un grande talento anche in queste cose, come abbiamo visto quando comprese come attivare il meccanismo del Mondo tra i Mondi in Rebels. Anche in questa occasione le due parlano del loro passato, facendo fuoriuscire vecchi dissapori che le hanno separate. Qui abbiamo la conferma che Ahsoka la stava addestrando nelle arti jedi.
Ad interromperle è Huyang, che mostra ad Ahsoka di aver scansionato le spade laser e di aver scoperto che una appartiene a Baylan Skoll, ex jedi scomparso dopo la fine delle guerre dei cloni. Qui il droide ci ricorda la sua esperienza come costruttore di spade laser per i jedi e soprattutto la sua inestimabile banca dati e conoscenza.
Nuovi dettagli sul passato
Sabine ovviamente disubbidisce ad Ahsoka e porta con sé la mappa; in quel momento la ragazza viene intercettata da Shin Hati, in una scena che omaggia quella in cui Darth Maul trova Qui-Gon e Obi-Wan su Tatooine in Episodio I. In quel caso egli aveva utilizzato un droide sonda DRK-1 Dark eye, mentre la versione di Shin sembra più moderna e sofisticata. Mentre Sabine tenta di decifrare la mappa, Ahsoka ed Hera parlano proprio della ragazza e del suo essere scapestrata. Anche qui Ahsoka ci rivela altri pezzetti del loro passato trascorso insieme, dicendo che si era allontanata da lei come fece con Anakin. Qui racconta ad Hera di quando abbandonò l’Ordine, come abbiamo visto nella quinta stagione di The Clone Wars.
Nel frattempo Sabine riesce a sbloccare il meccanismo della mappa, che punta verso un’altra galassia rispetto a quella di Star Wars che conosciamo. Ella poco dopo viene attaccata dai droidi HK-87, e mentre la ragazza lotta per liberarsi uno di loro porta la mappa a Shin.
Lo scontro tra Shin e Sabine
Inizia così il confronto tra le due, e qui Sabine ci mostra le sue doti con la spada laser a lama verde che fu di Ezra. Ella pratica la prima forma, la Shii-Cho, sia nella posa di apertura sia nello scontro con Shin. Si tratta della forma più rudimentale, caratterizzata da una presa salda alla spada e movimenti lenti e precisi. E’ perfetta anche per chi è meno dotato nella Forza, e fu proprio la forma che già Kanan le insegnò inizialmente in Rebels. Anche se poi nel duello con Gar Saxon la ragazza userà un mix di forme, anche più acrobatiche.
Purtroppo l’esito dello scontro volge a sfavore della ragazza, che viene trafitta dalla lama di Shin che fugge via prima che arrivi Ahsoka. Con questa scena si chiude il primo episodio della serie, che nel finale ci mostra anche una commovente dedica a Ray Stevenson (interprete di Baylan Skoll), scomparso prematuramente lo scorso 21 Maggio ad appena 59 anni.
Cosa ne pensate di questa prima puntata e dei suoi riferimenti? Fatecelo sapere nei commenti! (Qui trovate l’analisi del secondo). E continuate a seguirci, anche su Facebook, YouTube, Instagram e Twitter! Vi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.