Ahsoka: tutti i riferimenti e gli easter egg del terzo episodio!

Le protagoniste nel terzo episodio

Siamo giunti al terzo appuntamento con la serie live action Ahsoka, e come nel caso delle prime due anche la terza puntata (intitolata Tempo di Volare) è davvero ricchissima di emozionanti sorprese, riferimenti ed easter egg. Tutti elementi che trovate in questa ricca analisi! (Seguono ovviamente SPOILER della 1×03).

L’addestramento di Sabine

Ahsoka e Sabine nel terzo episodio

La puntata (qui trovate la ricca video analisi) si apre a bordo dello shuttle T-6, dove Sabine si sta allenando con il droide Huyang sui fondamenti base del combattimento con le spade laser. Sapevamo già da The Clone Wars che egli è fornito di quattro braccia, ma vederlo brandire quattro spade d’addestramento ricorda moltissimo il Generale Grievous. Tutta la sala centrale è addobbata per l’allenamento: sullo sfondo possiamo vedere spade laser, elmetti, bastoni e remoti, ecc.

Tutta la sequenza, compresa la colonna sonora in sottofondo, ricorda moltissimo una sessione d’addestramento samurai, sia nell’abbigliamento dei personaggi che negli strumenti e nelle movenze. E i riferimenti alla cultura nipponica diventano ancor più palesi quando Ahsoka nomina la tecnica del Zatochi. Si tratta di un riferimento a Zatoichi, personaggio nato dalla penna di Kan Shimozawa che ha avuto ben 28 trasposizioni cinematografiche a lui dedicate. In particolare, Ichi è un massaggiatore cieco ma abilissimo con la spada che si trova ad affrontare sempre nemici diversi e ad aiutare gli indifesi.

Guardare con la mente

L’addestramento di Sabine

Dopo un dialogo in cui Ahsoka ribadisce le abilità mandaloriane di Sabine, e la incita ad impegnarsi “nell’imparare ad usare la Forza” (un concetto che poi ribadirà anche successivamente) la togruta porta a Sabine un elmo da addestramento, proponendole proprio la Zatochi. Anche i bastoni che le due utilizzano sono del tutto simili ai classici bokken, spade in legno utilizzate negli allenamenti di arti marziali.

Oltre alla marea di riferimenti alla cultura giapponese, la scena è anche un chiaro omaggio alla sequenza di Episodio IV in cui Luke si addestra con il remoto. Anche il dialogo è simile: sia Luke e Sabine dicono di non poter combattere senza vedere, e il “voglio che tu veda non soltanto con gli occhi” di Ahsoka ricalca la frase di Obi-Wan “gli occhi a volte ingannano, non fidarti di loro”.

Hera e la Nuova Repubblica

Mon Mothma e alcuni senatori della Nuova Repubblica

La scena si sposta poi sulla Flotta di Difesa, guidata dalla Home One. Come detto nelle precedenti analisi, si tratta dell’unico baluardo militare della Nuova Repubblica che non è stato e non verrà smantellato. Tra le navi possiamo vedere intercettori RZ-1 A-wing, i nuovi trasporti visti nella serie (ancora inediti come modello, ma che poco dopo verranno chiamati Vesper da Hera), corvette CR90, fregate di scorta EF76 Nebulon-B, corvette Hammerhead di classe Sphyrna; tutte astronavi che ben conosciamo dalla trilogia originale e che sono comparse in molte opere di Star Wars.

Sulla Home One, Hera partecipa ad un briefing via ologramma con la Cancelliera Mon Mothma (che vediamo per la prima volta in live action ricoprire questo ruolo) e diversi senatori. Da sinistra a destra abbiamo Mawood, Rodrigo, Hamato Xiono e un senatore di specie Gran. E’ interessante notare che il senatore Xiono è il padre di Kazuda Xiono, protagonista della serie animata Resistance. Anche qui, come nella serie animata, egli ci viene presentato con un carattere scontroso, scettico e pomposo. E anche qui, sembra non essere in grado di percepisce le minacce incombenti (o non volerlo fare).

Il carattere forte di Hera Syndulla

Hera non le manda a dire a Xiono e agli altri senatori

Al fianco di Hera ci sono invece altri due nuovi personaggi: il tenente e pilota Mon Calamari Beyta e il tenente Vic Hawkins. La conversazione inizia in maniera amichevole tra Hera e Mon Mothma (mostrando anche a chi non ha visto Rebels che le due si conoscono da tempo) e quest’ultima le chiede di suo figlio Jacen, che vedremo a breve. Entrati nel vivo della riunione, Hera nomina i Cantieri Navali Santhe su Corellia. Questi ultimi si trovano nella capitale Coronet City, e vengono identificati così per la prima volta in Solo: A Star Wars Story; erano però già comparsi in molte opere precedenti.

I senatori della Nuova Repubblica prendono sotto gamba le parole di Hera, bollando i lealisti imperiali catturati come casi isolati. Anche il possibile ritorno di Thrawn viene visto come un’esagerazione, e addirittura Xiono l’accusa di voler accumulare risorse per cercare Ezra Bridger. E qui Hera non le manda a dire, e con il carattere forte che l’ha sempre contraddistinta zittisce Xiono (che ovviamente vuole fare solo i suoi interessi) e soprattutto parla di quanto male Thrawn abbia causato a persone innocenti e anche a persone care a lei vicine. E qui il pensiero va ovviamente a Kanan, anche se Hera ci presenta il suo punto di vista: noi spettatori infatti sappiamo che quest’ultimo morì a causa di Arihnda Pryce.

Il debutto di Jacen Syndulla

Il piccolo Jacen Syndulla

Xiono non vuole sentire ragioni, e Mon Mothma tranquillizza Hera dicendo che avrebbe provato ad intercedere in privato con i senatori. E’ evidente che la Cancelliera è in disaccordo con loro, ma purtroppo il suo ruolo delicato in questo momento è quello di mantenere il fragile equilibrio del neonato governo.

Poco dopo fa finalmente il suo debutto in live action Jacen Syndulla: il figlio di Hera, come nell’epilogo di Rebels, ci viene presentato con i capelli verdi. Egli ha più tratti umani, avendo Kanan come padre, ma ha anche sangue twi’lek. Il piccolo, legatissimo ovviamente a Chopper, vuole diventare un jedi come sua zia Sabine. E lo sguardo commosso di Hera dice tutto su quanti ricordi abbia scaturito quella frase. Le emozioni si intensificano anche quando si nota che Jacen porta sulla destra proprio lo spallaccio di suo padre.

“Nuove” prerogative sulla Forza

Sabine tenta di utilizzare la Forza

Nella sequenza successiva, Sabine si confida con Ahsoka: ella è triste poiché dice di non riuscire a sentire la Forza, e Ahsoka ribadisce che è in tutti gli esseri viventi. Ma che secondo lei per usarla non basta in molti casi il talento, ma ci vogliono anche addestramento e concentrazione. E che quindi non tutti sanno sottostare alla disciplina necessaria per “padroneggiare” la Forza che scorre in loro. E mentre lo dice, utilizza la telecinesi su una tazza. Stessa cosa che tenterà di fare la ragazza, fallendo.

In merito a questi concetti, è di vitale importanza il dialogo tra Ahsoka e Huyang. Infatti il droide ribadisce che l’Ordine dei jedi non avrebbe mai ammesso Sabine, per criteri comprovati da oltre un millennio. Ma Ahsoka ribadisce proprio il fallimento di questi dettami, e che non vuole che Sabine sia una jedi ma che sia se stessa. Finalmente Ahsoka afferma chiaramente di volersi allontanare dai dettami dei jedi, cosa che chi la conosce sa bene sin da The Clone Wars.

Nel dialogo Huyang ribadisce che ci sono stati nel corso della storia anche pochissimi mandaloriani jedi. Ovviamente il riferimento va a Tarre Vizsla, creatore della Darksaber, primo e unico (nel canone) mandaloriano jedi ammesso nell’Ordine nel 1050 BBY. E’ doveroso aggiungere che dopo Vizsla, con un nuovo inasprimento dei rapporti tra jedi e mandaloriani, spesso ai bambini mandaloriani sensibili alla Forza veniva impedito di andare con i jedi, e anche questi ultimi evitavano di contattarli.

Le battaglie spaziali

Shin Hati nell’episodio

Purtroppo Hera avvisa che non potrà dare supporto con la Flotta, mentre lo shuttle T-6 arriva nel sistema di Denab. Mentre i nostri discutono su ciò che si cela nell’orbita del pianeta, vengono attaccati da due squadriglie nemiche, capeggiate da Shin Hati e Marrok. Gli altri piloti sono scout guard, rappresentanti della milizia di Morgan Elsbeth che abbiamo visto per la prima volta in The Mandalorian 2×05. Sabine si avvia verso la torretta di coda, e comincia così un’adrenalinica sequenza di inseguimento e scontro nello spazio, marchio di fabbrica di Star Wars.

Infatti il T-6 rappresenta il Millennium Falcon, con Ahsoka “nei panni” di Han Solo al comando e Sabine che torna ad omaggiare Luke Skywalker alla torretta laser. Anche Huyang in questo caso sembra fare le veci di C-3PO. A richiamare questi collegamenti c’è anche la colonna sonora, che in più punti riprende temi classici di queste sequenze.

Ahsoka giocosa e spericolata

Ahsoka esce nello spazio aperto

Mentre eliminano caccia nemici e si fanno strada verso Seatos, i nostri scoprono che si tratta di un enorme anello iperspaziale, come avevo già suggerito nell’analisi del secondo episodio. Dall’Occhio di Sion, Morgan Elsbeth colpisce con i turbolaser lo Shuttle T-6, che dopo essersi pericolosamente avvicinato per effettuare la scansione va alla deriva per i colpi subiti.

Mentre Sabine rimane sulla nave per ripararla, Ahsoka in una scena super badass mette una tuta ed esce dallo shuttle nello spazio aperto per tenere a bada i caccia. Una scena che ricorda molte missioni spericolate sue e di Anakin in The Clone Wars, e che vediamo per la prima volta trasposta splendidamente in live action. Sabine riesce a riparare la nave, e quando Ahsoka torna dentro possiamo vedere sulla tuta il simbolo della Repubblica antecedente all’Impero.

Il ritorno dei purrgil

I purrgil in live action

Mentre le due scendono nell’atmosfera di Seatos, ancora braccate da Shin e Marrok, si trovano davanti ad una sorpresa mozzafiato: degli enormi purrgil Ultra si stagliano di fronte a loro in una sequenza visivamente maestosa, con il tema di queste creature in sottofondo. Le nostre riescono a seminare gli inseguitori, nascondendosi tra la splendida vegetazione di Seatos.

Sabine è visibilmente scossa e provata da quanto accaduto, e infatti dice ad Ahsoka che non vedeva quelle creature da quando Ezra era scomparso; come ricorderete dall’emozionante finale di Rebels: ennesimo rimando che stringe inevitabilmente il cuore. Le nostre, insieme ad Huyang, osservano la scansione dell’enorme anello iperspaziale alimentato da sei generatori di iperguida.

Il droide dice che gli Archivi jedi raccontavano di viaggi iperspaziali tra le galassie, resi possibili proprio dal tracciamento delle rotte migratorie battute dai purrgil. Con il minaccioso monito di Baylan Skoll (intensificato da una maestosa presenza scenica di Ray Stevenson), che invia gli scout guard e i droidi HK-87 a stanare Sabine e Ahsoka, si chiude questo terzo episodio della serie. Cosa ne pensate dei suoi riferimenti ed easter egg? Fatecelo sapere nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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