Ahsoka: tutti i riferimenti e gli easter egg del quarto episodio!

Ahsoka nel Mondo tra i Mondi

Purtroppo siamo già arrivati a metà della prima stagione di Ahsoka, e questo quarto episodio, ancor più dei precedenti, ci presenta una clamorosa giostra di emozioni. Ogni dialogo e situazione trabocca di riferimenti, easter egg e sorprese, e come sempre trovate tutti questi elementi in questa analisi! (Seguono SPOILER sulla 1×04).

Le vere intenzioni di Ahsoka

Ahsoka ad inizio episodio

Dopo le vicende della terza puntata, le protagoniste e Huyang sono ancora su Seatos. Sabine tenta invano di mettersi in contatto con la Home One e con Hera Syndulla, mentre il droide tenterà di ristabilire le comunicazioni. Qui avviene già un confronto fondamentale tra Sabine e Ahsoka: quest’ultima infatti svela le sue vere e purtroppo dolorose intenzioni. Poiché si rende conto che il nemico possiede non solo la mappa ma anche i mezzi necessari per raggiungere Thrawn, punta alla distruzione dell’oggetto.

Ciò ovviamente significherebbe abbandonare Ezra al suo destino e Ahsoka la ritiene una soluzione migliore rispetto al ritorno di Thrawn come “erede dell’Impero”. Dopo tantissimi riferimenti precedenti più “velati” al romanzo capostipite delle vicende di Thrawn nel legends, a scanso di equivoci abbiamo la riproposizione palese al titolo dell’opera di Timothy Zahn del 1991. Sabine rimane molto sorpresa da queste considerazioni, ma non tenta di controbattere: dentro di lei sa che quell’opzione non è nemmeno contemplata, e avrebbe fatto di tutto per evitare che si arrivasse a tanto.

Intanto sulle rovine del pianeta Shin avvisa il suo Maestro che le due sono state localizzate a dieci klick di distanza: in Star Wars, il klick è l’unità di misura corrispondente al chilometro. In questo dialogo ci viene mostrato che Baylan ha grande fiducia nella sua apprendista, e poco dopo vedremo allo stesso modo che Shin ha grande rispetto per il suo maestro. Altro elemento che li allontana chiaramente dall’essere sith, un qualcosa di ormai palese che ribadisco sin dall’inizio.

Rimanere unite

Ahsoka e Sabine nella puntata

La scena si sposta nuovamente allo shuttle T-6, dove Sabine ha indossato la sua splendida armatura mandaloriana. Ella ci mostra anche un altro importante elemento dell’arsenale mandaloriano: due blaster WESTAR-35, che come tutti gli oggetti di sua proprietà aveva personalizzato e dipinto sin dalla serie Rebels. Abbiamo visto quest’arma sin da The Clone Wars tra i membri della Ronda della Morte e Bo-Katan Kryze, e soprattutto in The Mandalorian.

Anche qui riprende il dialogo tra le due, e Ahsoka ribadisce che spesso era necessario anteporre la scelta più giusta a discapito dei propri sentimenti. Un qualcosa che le è capitato spesso in passato, soprattutto nel finale della seconda stagione di Rebels. Nel frattempo, Huyang viene attaccato da un droide assassino HK-87; mentre i due combattono corpo a corpo, Ahsoka e Sabine affrontano le scout guard di Morgan Elsbeth.

Sbarazzatesi di questi nemici, le due partono alla volta delle rovine. Splendide le parole di Huyang che le invita a “stare unite”, poiché così avevano sempre dato il meglio; un monito che dopo assumerà un significato struggente.

Disubbidire agli ordini

Hera, Jacen e Chopper sulla Ghost

La scena si sposta poi sulla Flotta di Difesa della Nuova Repubblica e sulla Home One, dove il generale Hera Syndulla sta per partire con suo figlio Jacen e Chopper in aiuto a Sabine e Ahsoka. Anche in questo caso rivediamo la Hera di sempre, che non accetta gli ordini e si lancia verso ciò che è giusto fare. Il tenente Vic Hawkins prova a fermarla senza successo, nominando una riunione dello Stato Maggiore. E’ la prima volta che viene nominata questa organizzazione, che in realtà esisteva nel canone ma era imperiale: lo Stato Maggiore Generale dell’Impero era responsabile delle decisioni relative alle operazioni militari e viene nominato nel manuale “Dawn of the Ribellion” del gioco di ruolo di Star Wars. E’ interessante notare che questo libro presenta proprio contenuti di Rebels e Rogue One e contiene una prefazione scritta dallo stesso Filoni.

Nell’hangar della Home One, oltre a piloti e droidi gonk, possiamo vedere anche un keteeriano, una specie comparsa per la prima volta in Episodio VIII. E’ davvero molto emozionante rivedere sia internamente che esternamente la Ghost, la storica astronave di Hera in Rebels. Ad affiancarla ci sono piloti conosciuti e non, che con i loro x-wing daranno manforte al generale. Abbiamo in primis Carson Teva, ormai vecchia conoscenza e pedina importante nelle vicende di The Mandalorian, che scherza dicendo ad Hera che stava rischiando molto con quell’azione; la twi’lek ribadisce che il suo spirito ribelle non si è mai sopito. Teva la chiama Capo Phoenix, il ruolo che Hera ricoprì dalla seconda stagione di Rebels durante gli eventi della Ribellione a capo della Squadriglia Phoenix.

I restanti piloti invece compaiono tutti per la prima volta: abbiamo Baysee, Jensu, il rodiano Mowaat (che dopo parlerà huttese) e Lander. Quest’ultimo è interpretato da Brendan Wayne, nipote dell’iconico John Wayne, che ha impersonato Din Djarin sotto l’elmo durante le scene con le armi.

La verità su Marrok

Marrok nel quarto episodio

Su Seatos, Morgan Elsbeth utilizza nuovamente la magia delle Sorelle della notte per calibrare la mappa e permettere ai droidi sull’Occhio di Sion di calcolare le coordinate iperspaziali. In questa scena Baylan ribadisce di aver perso la fede da molto tempo, riferendosi sicuramente agli eventi della trilogia prequel sia precedenti che successivi all’Ordine 66. Nel frattempo Ahsoka e Sabine incrociano Marrok e Shin, e comincia così il doppio scontro.

Entrambi sono ben coreografati e molto entusiasmanti; è interessante notare che questa volta Ahsoka non utilizza il suo classico jar’kai, lo stile a due spade, ma affronta Marrok con una sola lama. L’ex inquisitore sfoggia le caratteristiche della spada rossa a lama rotante, ma non può nulla contro la togruta che lo elimina. La sua mossa finale è un richiamo a quella con cui Obi-Wan pose fine alla vita di Maul in Rebels. Con la sua morte scopriamo che Marrok è semplicemente Marrok, e soprattutto che si tratta di un personaggio “riportato in vita” proprio tramite la magia delle Sorelle della notte.

Come ricorderete da The Clone Wars, la potente e anziana Daka conosceva il modo per riportare in vita le sue sorelle, e utilizzò questo incantesimo durante la battaglia di Dathomir. Anni dopo, nelle vicende del videogioco Jedi: Fallen Order, Merrin utilizzerà lo stesso incantesimo per scagliare contro Cal Kestis le sorelle della notte non morte. E sono certo che Morgan Elsbeth ha fatto lo stesso con Marrok, e non si limiterà a questo.

Gli scopi di Baylan

Baylan con la sua particolare spada laser

Mentre Sabine tiene occupata Shin, Ahsoka raggiunge le rovine e trova Baylan, a cui era stata affidata la protezione della mappa. Baylan esordisce dicendo che Anakin parlava bene di lei, dimostrando quindi di aver interagito spesso con lui durante e prima le guerre dei cloni. Ahsoka però, tagliente come sempre, dice che il suo Maestro non lo aveva mai nominato.

Baylan continua a stuzzicarla, dicendo che tutti nell’Ordine conoscevano Anakin Skywalker, ma che pochi avrebbero visto ciò che sarebbe diventato (ovviamente Darth Vader) e chiede alla togruta se l’aveva abbandonato per quel motivo. Ovviamente, come noi spettatori sappiamo, dietro quella scelta di Ahsoka ci sono motivazioni più profonde. Ma questo discorso riaprirà comunque un senso di colpa presente in lei per quanto accaduto.

Successivamente Baylan ci parla dei suoi scopi, che non implicano il cominciare una guerra (cosa che a suo dire farà Thrawn) ma arrivare a qualcosa di superiore, per il quale era necessario distruggere per poter creare; un concetto che ribadirà anche in seguito. Inizia quindi lo scontro tra i due, anche questo davvero ottimo e più solenne: è interessante notare che contro Baylan, essendo un avversario completamente diverso da Marrok, Ahsoka cambia stile di combattimento ma mantiene sempre quello a una spada.

I tormenti di Sabine

Sabine e Shin si scontrano per la seconda volta

Nel frattempo imperversa anche il duello tra Shin e Sabine: quest’ultima ad un certo punto tenta di usare la Forza, ma ovviamente è ancora bloccata. Dovrà utilizzare il suo arsenale mandaloriano per cavarsela, lanciando dei dardi. Nel frattempo Ahsoka, spostando la mappa, riesce a rallentare il calcolo delle coordinate. Sarà Shin la prima ad arrivare alle rovine, e pensando che avesse eliminato Sabine Ahsoka la scaglia con rabbia verso uno dei megaliti.

Mentre continua lo scontro, giunge lì anche Sabine che raccoglie la mappa; poco dopo Ahsoka finisce giù dalla scogliera, e Baylan rivolge la sua attenzione sulla ragazza. E’ interessante notare che l’ex jedi utilizza la sua spiccata percezione nella Forza per sondare Sabine, e infatti come per Ahsoka le parla come se la conoscesse. Dice di sapere che lei pensa che Ezra Bridger sia l’unica famiglia che le è rimasta, e che era questo a trattenerla.

Passato traumatico e bene superiore

Sabine consegna la mappa a Baylan

Poco dopo Baylan svela un altro dettaglio interessante, dicendo che la famiglia della ragazza è morta su Mandalore. Come ipotizzavo da tempo, per Sabine quello della Purga è stato ovviamente un trauma importante e aspettavo il momento in cui sarebbe stato menzionato. E il fatto che sia stato Baylan a dirlo, per far leva sulla sua fragilità, è un ottimo esempio di espediente narrativo utilizzato al momento giusto. Egli aggiunge inoltre che la sua Maestra non si era fidata di lei, un ulteriore elemento narrativo tutto da scoprire. Magari Sabine tempo prima aveva ipotizzato potesse accadere qualcosa su Mandalore, ma Ahsoka non l’aveva ascoltata.

E’ probabile quindi che i suoi genitori Alrich e Ursa, e suo fratello Tristan siano rimasti vittime della Purga. Poco dopo Baylan tenta di persuaderla, dicendo che lo scopo della ragazza era quello di riabbracciare il suo amico perduto, mentre il suo di servire un “bene superiore”. Per la seconda volta ribadisce questo concetto, e stavolta utilizzando proprio le parole “Greater Good”, “Bene Superiore”. Si tratta del titolo del secondo romanzo canonico della trilogia prequel dell’Ascendenza dedicato a Thrawn. Un possibile collegamento che potrebbe suggerire (almeno spero che sia così) il fatto che il bene superiore siano i veri scopi di Thrawn (che chi ha letto i romanzi canonici e tutti i legends conosce bene), che non vuole ripristinare l’Impero o cominciare una “guerra di conquista” ma preparare la galassia a minacce successive.

Tragica partenza

L’Occhio di Sion effettua il salto

Sabine si lascia convincere dalle parole di Baylan, e gli riconsegna la mappa. Poco dopo Shin tenta di soffocarla con un Force choke, ma a sorpresa Baylan la ferma poiché deciso a mantenere la sua parola. Scopriamo che il personaggio è davvero integerrimo, e molto più sfaccettato di quanto ci aspettassimo. Mentre i calcoli della rotta vengono completati, Hera giunge su Seatos mettendosi in contatto con lo shuttle T-6 e Huyang.

Intanto sull’Occhio di Sion è tutto pronto, e Morgan Elsbeth sollecita Baylan a salire a bordo. Quest’ultimo distrugge la mappa, affinché nessuno potesse seguirli, e con Shin e Sabine in manette sale sull’astronave mentre l’anello da trasporto iperspaziale esce dall’orbita del pianeta. Hera e i caccia si preparano ad ostacolarli, ma l’enorme potenza dell’iperguida attivata crea un campo di energia che spazza via parte dei caccia, uccidendo alcuni piloti. Mentre i nemici fuggono, Hera avrà un grave peso di cui rendere conto alla Nuova Repubblica, e il senso di colpa è palpabile nel suo sguardo. E la frase più iconica di Star Wars, pronunciata in questo caso da Jacen: “ho un brutto presentimento”, è la ciliegina sulla torta di questo momento disperato.

In queste ultime sequenze è palpabile una struggente e silenziosa tristezza nell’aria: lo stesso Huyang ha un velo di disperazione nella voce quando nomina invano sia Sabine che Ahsoka, senza ottenere risposta. I luoghi dello scontro, ormai deserti, lasciano spazio ad Ahsoka che si risveglia nel Mondo tra i Mondi, la particolare dimensione della Forza che ci fu presentata nella quarta stagione di Rebels. Se vi chiedete come sia riuscita a finire lì, in questo video ho probabilmente risposto indirettamente alla domanda.

L’incontro con Anakin

Anakin compare nel finale dell’episodio

In un primo piano che ricorda un’altra scena di Rebels, in cui ebbe una visione di Anakin che poi si trasformò in Darth Vader, Ahsoka sente proprio la voce lontana del suo Maestro che la chiama “ciao Furbetta”. E’ molto emozionante sentire Anakin chiamarla con l’affettuoso nomignolo di The Clone Wars. Mentre tentiamo di ricomporre i cuori andati in pezzi dalla commozione, Ahsoka si volta e si ritrova davanti proprio il suo Maestro. Anakin è vestito esattamente come in Episodio III, e porta alla cintura la sua spada laser (che non è quella di Vader, come molti erroneamente stanno affermando).

Egli sorride alla sua padawan, e anch’ella incredula ricambia il sorriso. Non la vedevamo così felice da tanto tempo, ma il tema di Darth Vader in sottofondo, che chiude l’episodio, lascia presagire delle particolari prove che ella dovrà affrontare nella prossima puntata. Sarà anche interessante capire il perché Anakin le dica: “Non mi aspettavo di vederti così presto“. E soprattutto scoprire come egli si sia materializzato a lei, non essendo un Fantasma di Forza. A mio parere si tratta di un esperienza simile a quella vissuta su Mortis: il Mondo tra i Mondi è un’altra dimensione che amplifica enormemente la Forza, e potrebbe trattarsi di una personificazione “reale” creata appunto dalla Forza cosmica.

L’attesa per il prossimo mercoledì si fa davvero difficile! Cosa ne pensate dei riferimenti ed easter egg del quarto episodio? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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