Siamo arrivati al settimo e penultimo episodio della serie live action Ahsoka, intitolato “Sogni e follia” (trovate qui la video analisi completa). Si tratta di una puntata ricca di eventi, ma che comunque delega molti (forse troppi) elementi narrativi al finale. Di seguito trovate la nostra recensione, come sempre prima senza e poi con spoiler!
Tanta azione ma poca narrazione
Come detto, l’episodio è ricco di eventi interessanti ed emozionanti. La caratterizzazione dei personaggi prosegue in maniera ottimale, e sia i protagonisti che gli antagonisti muovono le loro pedine sullo scacchiere. Ma la puntata dà l’impressione, forse perché è la penultima, di aver rallentato un po’ sulle questioni inerenti la trama orizzontale. Soprattutto per un elemento riguardante un personaggio, che ora dovrà per forza essere presentato e condensato nell’appuntamento finale di mercoledì prossimo.
Anche la scrittura, soprattutto nella parte iniziale, sembra avere meno smalto rispetto al resto degli episodi. La regia e le ambientazioni invece rimangono di altissimo livello, coinvolgendo lo spettatore dal primo all’ultimo minuto. Ma è davvero difficile parlarne senza spoiler, quindi se non l’avete visto non proseguite la lettura!
Prima e seconda parte
La prima parte dell’episodio è dedicata al processo ad Hera Syndulla, ed è la più debole a livello narrativo. La questione infatti viene trattata in maniera troppo sommaria, e non si riescono a comprendere a pieno i passaggi burocratici della Nuova Repubblica, soprattutto in merito a quanto visto in precedenza. Qui poi è presente anche un riferimento palese al fatto che la serie sia ambientata dopo The Mandalorian 3; un qualcosa che a mio parere inficia molti elementi narrativi (riguardanti Ahsoka e Luke, il ritorno di Thrawn, la prigionia della Elsbeth, ecc.). Di tutte queste questioni però vi ho parlato in dettaglio nell’analisi easter egg.
Nella seconda parte, ambientata su Peridea, l’episodio si riprende: l’azione incalza, Ahsoka raggiunge il luogo dello scontro e Sabine ed Ezra ci mostrano una lotta coinvolgente. E’ soprattutto l’occasione per vedere Ezra in live action, e possiamo constatare quanto il casting di Eman Esfandi sia stato calzante: il personaggio è esattamente lo stesso di Rebels caratterialmente, e ha integrato anche dei nuovi intriganti stili di combattimento.
Dal canto suo, Thrawn è nel controllo completo della situazione, nonostante Morgan la pensi diversamente. Anche questi sono passaggi importanti per far capire come ragiona il Grand’ammiraglio: egli è sempre due passi avanti, e volge tutte le situazioni avverse a suo vantaggio. E questa non è da meno, come avrò modo di approfondire.
La questione Baylan Skoll
Anche lo scontro tra Ahsoka e Baylan Skoll è fondamentale, poiché ci mostra l’approccio completamente diverso della togruta rispetto a quanto accaduto nel quarto episodio. In merito a Baylan sono presenti a mio parere le magagne della settima puntata: il suo essere mina vagante è rimasto molto fine a se stesso.
L’intrigante risvolto narrativo della puntata precedente infatti non ha avuto alcun tipo di sviluppo, e questo stallo narrativo non ha giovato alla narrazione. Soprattutto perché ora le questioni inerenti a Baylan e alla sua ricerca saranno delegate al finale, che dovrà occuparsi di tanti altri elementi. Ergo, è altamente probabile che i suoi risvolti rimangano incompiuti. E alla luce della morte di Ray Stevenson, col senno del poi sarebbe stato consono non bloccare la narrazione in questo penultimo episodio.
In definitiva, ci sono stati moltissimi momenti emozionanti (come la reunion tra Ahsoka, Ezra e Sabine) nonché scene d’azione fantastiche (come l’inseguimento tra i resti dei purrgil) ma l’impressione è che la narrazione sia rimasta praticamente ferma. E considerando che si tratta del penultimo episodio, sarebbe stato meglio avere qualche sviluppo in più.
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