Ahsoka cambia il modo di concepire la Forza? Facciamo chiarezza

Ahsoka e Huyang nel terzo episodio

Il terzo episodio di Ahsoka, intitolato “Tempo di Volare“, ci presenta moltissime tematiche interessanti. Tra queste, c’è anche un’importante parte di puntata che si sofferma sulla Forza e sul come essa può essere percepita e “utilizzata”. Molti hanno pensato che queste sequenze introducano concetti nuovi nel franchise di Star Wars, o meglio modifichino le prerogative sulla Forza; ma è davvero così? Analizziamo di seguito la questione! (Saranno presenti ovviamente SPOILER).

Ahsoka e Sabine

Sabine tenta di utilizzare la Forza

Più o meno a metà della 1×03, Sabine si confida con Ahsoka: ella è triste poiché dice di non riuscire a sentire la Forza, e Ahsoka ribadisce che questa è in tutti gli esseri viventi. Ma che secondo lei per usarla non basta in molti casi il talento, ma ci vogliono anche addestramento e concentrazione. E che quindi non tutti sanno sottostare alla disciplina necessaria per “padroneggiare” la Forza che scorre in loro, ma comunque hanno il potenziale per farlo. E mentre lo dice, utilizza la telecinesi su una tazza. Stessa cosa che tenterà di fare la ragazza, fallendo.

In merito a questi concetti, è di vitale importanza anche il successivo dialogo tra Ahsoka e Huyang. Infatti il droide ribadisce che l’Ordine dei jedi non avrebbe mai ammesso Sabine, per criteri comprovati da oltre un millennio. Ma Ahsoka sottolinea proprio il fallimento di questi dettami, e che non vuole che Sabine sia una jedi ma che sia se stessa. Qui Ahsoka afferma chiaramente di volersi allontanare dai dettami dei jedi, cosa che chi la conosce sa bene sin da The Clone Wars. Sono proprio queste scene che hanno portato ai vari interrogativi tra i fan: se la Forza è prerogativa di tutti, perché tutti non sono jedi? Perché i jedi non addestravano tutti i bambini della galassia? E’ davvero possibile padroneggiarla solo impegnandosi? Facciamo chiarezza sulla questione.

Sensibilità alla Forza e talento

Younglings si addestrano con il maestro Yoda

Prima di cominciare, partiamo dal presupposto che ciò che dicono i personaggi non rappresenta una verità assoluta, ma il loro punto di vista. In questo senso però Ahsoka si è avvicinata molto a quello che è il concetto primario sulla Forza, e cioè che non è necessariamente elitaria. Un qualcosa che tutti siamo abituati a pensare: puoi addestrarti nelle sue vie solo se hai talento e potenziale. O meglio se sei “Force sensitive”. Ma cosa significa nello specifico?

Come sappiamo, i jedi mappavano la galassia in cerca di bambini sensibili alla Forza, ma pensandoci bene ciò va in contrasto con il fatto che essa scorre in tutti gli esseri viventi poiché teoricamente tutti dovrebbero esserne sensibili, secondo questo concetto. In realtà, coloro che i jedi definivano Force sensitive erano individui che mostravano già in tenera età un potenziale spesso innato: i giovanissimi infatti venivano individuati poiché compivano atti inspiegabili. E qui abbiamo l’elemento del talento, del potenziale (volgarmente misurato tramite il “conteggio” dei midi-chlorian).

Ma quello che dobbiamo sempre tenere a mente è che i jedi non sono gli unici detentori della Forza. Secondo Ahsoka, anche la maggior parte degli individui che di norma in vita non l’avrebbero mai utilizzata possono sfruttare la Forza se si impegnano duramente. Ma ciò richiede una forte disciplina, che non è da tutti. La connessione con la Forza non è uguale per tutti, ma tutti la posseggono anche se in misura diversa. Ed è lo stesso motivo per il quale ci sono intere specie Force sensitive a fronte di specie “normali”.

Dove entrano in gioco concentrazione e addestramento?

Ahsoka e Sabine nel terzo episodio

C’è anche un altro aspetto da considerare, e cioè che la mente influisce enormemente sul’uso della Forza e sul modo in cui essa fluisce. Non è un rubinetto che si può aprire a piacimento. Anche i Force user più forti hanno avuto momenti di blocco totale o si sono chiusi ad essa in base a traumi subiti. Ecco perché il suo fluire all’interno di ogni essere vivente va preso caso per caso.

Pensiamo ad esempio a Luke Skywalker, uno dei Force user più potenti della saga: letteralmente il figlio del Prescelto, che però ha avuto parecchie difficoltà nell’utilizzo della Forza. Come narrato nel romanzo L’Erede dei Jedi ad esempio, egli inizialmente non riusciva a padroneggiarla, e come Sabine falliva anche con la semplice telecinesi. Anche in quel caso, era soprattutto una questione mentale.

La Forza è di tutti, ma richiede impegno

L’addestramento di Sabine

Per poter essere jedi inoltre, come per l’essere Sith, non basta utilizzare la Forza: essendo Ordini, per fregiarsi di quel titolo ci vogliono conoscenze specifiche, tecniche, abilità accumulate nel corso del tempo. E come dice Huyang, i jedi avevano determinati standard che appunto non permettevano di dare la possibilità a tutti di addestrarsi. Ed è logico quindi che, con l’Ordine che prosperava, la Forza era diventata “elitaria”.

Ma dopo la sua caduta le cose sono cambiate, e come Force user Ahsoka aveva capito che tutti potenzialmente potevano in qualche modo padroneggiarla, anche i meno dotati. Certo non avrebbero fatto capriole o spostato massi enormi, ma avrebbero trovato un proprio equilibrio interiore: ed è questo che ella vuole per Sabine.

E’ un concetto che Luke capirà successivamente, come vediamo in Episodio VIII dopo gli eventi traumatici che portarono alla distruzione del suo Ordine jedi. “Dire che se il jedi muore la luce muore è pura vanità”, significa proprio che la Forza non è prerogativa dei jedi, non è qualcosa che può essere “ingabbiato”.

Perciò, è vero che tutti hanno il potenziale per diventare Force user, ma è altrettanto vero che la strada per poterlo fare nella maggior parte dei casi è tortuosa, come per Sabine. Inoltre, anche se lei dovesse riuscire a padroneggiare la Forza, questo comunque non sminuirebbe le difficoltà che ci volevano per diventare jedi ai tempi dell’Ordine.

Voi cosa ne pensate di questi concetti? Ditecelo come sempre nei commenti! E continuate a seguirci, anche su FacebookYouTubeInstagram TwitterVi terremo costantemente aggiornati sull’universo di Star Wars.

Gaetano Vitulano: Studente di Giurisprudenza, cinefilo incallito, nel tempo libero promotore della sacra religione di Star Wars come founder de "L'Insolenza di R2-D2". Insolente quanto basta, cerco di incamerare la mia creatività nella scrittura, nell'oratoria, e soprattutto nell'arte della risata.
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