David Fincher e la pressione che Star Wars comporta
Credo che ogni fan di Star Wars, a modo suo, vorrebbe poter far parte del grande progetto legato alla saga. Scrivere la sceneggiatura, contribuire disegnando un fumetto. Poi, sopra tutte le altre cose, il sogno massimo sarebbe poter diventare regista di un nuovo capitolo. Ma non dobbiamo scordarci che non siamo nel mondo delle favole. Star Wars è un franchise miliardario che richiede risultati stratosferici, avendo sulle spalle le aspettative di milioni di fan.
Una pressione che non tutti posso dire di poter sopportare. Anche registi di fama mondiale, già abituati a film con incassi a parecchi zeri, potrebbero sentirsi eccessivamente pressati e veder bruciata la loro carriera nel caso fallissero.
Una missione per duri
Così capita che persino un regista del calibro di David Fincher possa poter dire di no alla golosa attrattiva di poter girare un film di Star Wars. Il pluripremiato autore di Seven, The Social Network, Fight Club e altri film cult degli ultimi 20 anni, ha dichiarato in una recente intervista alla rivista Empire di essere effettivamente stato in contatto con la Lucasfilm per un ruolo di regista nella saga di Star Wars. Quando si seppe infatti che la Disney aveva in mente di realizzare una nuova trilogia di Star Wars, insistenti voci di corridoio avevano effettivamente associato il nome di Fincher ad uno degli episodi della saga. Queste sono state le parole del regista in merito:
“Ho discusso con Kathleen Kennedy e guarda, è un compito fantastico. Non so cosa sia peggio: essere George Lucas nel primo film dove tutti facevano: ‘Alderaan? Che diavolo è?’ e tutti lo prendevano in giro. Oppure girare gli ultimi due film. Non posso neanche immaginare lo stomaco che uno debba avere per farlo. Parliamo di tutto un altro livello. Un conto è avere a che fare con il possibile abuso di Harrison Ford e Carrie Fisher, un altro è dover incassare un miliardo o un miliardo e mezzo di dollari per andare bene, direi che la pressione è enorme. Si deve essere davvero certi, sicuri, perché sono due anni della propria vita, 14 ore al giorno, 7 giorni a settimana.”
Una “Forza” che non tutti hanno
In merito a questa pressione, basti pensare a tutto ciò che il regista di Episodio VII, J.J. Abrams, ha provato nello sviluppo della pellicola e oltre. Non deve essere stato affatto semplice accettare un lavoro come quello de Il Risveglio della Forza, la prima pellicola della nuova trilogia, quella che avrebbe aperto le danze. Ad oggi, come sappiamo, il regista dirigerà anche l’episodio conclusivo, e quindi altre pressioni. Di certo non una scelta semplice.
Insomma, David Fincher crede che il compito sarebbe stato troppo stressante ed insidioso per lui, nonostante egli sia stato contento, in fondo, che ai piani alti della Lucasfilm abbiano pensato a lui per la regia di uno dei film della saga più bella di sempre. Voi cosa ne pensate? Fincher sarebbe stato all’altezza del compito? Fatecelo sapere nei commenti!