Rian Johnson e il rifiuto del Green Screen
Con il trailer di The Last Jedi, Rian Johnson ci ha mostrato quanto questa nuova pellicola potrà essere un punto di svolta per la saga. Le emozionanti immagini ci hanno infatti mostrato uno sguardo attento verso i personaggi e i loro sentimenti contrastanti. Certamente ci sarà tantissimo da dire ed esplorare in questo film. Ma senza un’ottima regia, anche la scrittura più bella perde di significato. Così, la tecnica diviene parte importante del tutto.
Abbiamo constatato tutti come la realizzazione de Il Risveglio della Forza sia stata pressoché impeccabile in effettistica e sonoro; tramite un sapiente uso di effetti digitali e non. Perciò la pressione su Rian Johnson rimane decisamente alta.
La vecchia maniera
Tra le cose che sappiamo per certo nei riguardi di questa pellicola possiamo annoverare sicuramente una lunga permanenza delle riprese attorno alle vicende che si svolgono sul pianeta Ahch-To, con protagonisti Luke e Rey. Le rispettive scene sono state girate, come nel finale di Episodio VII, sull’isola irlandese di Skelling Michael, sito protetto dall’UNESCO per il valore estetico e naturalistico. Il posto è certamente difficile da raggiungere e al contempo da attraversare. Va da sé che, per molte delle scene più difficoltose, sarebbe stata certamente d’aiuto la tecnica del Green Screen; ovvero girare su di un set negli studios con gli attori, inserendoli poi in post-produzione all’interno di un ambiente esterno ripreso a parte o ricreato digitalmente.
Di questa tecnica, Lucas ne ha fatto una specie di marchio di fabbrica nella trilogia prequel; ed in questo caso sarebbe stata certamente la scelta più economica possibile. In una recente intervista a Hollywood Reporter, Rian Johnson ha espresso le seguenti parole al riguardo della scelta di girare direttamente a Skelling Michael:
Sono sicuro che sarebbe stato più economico, ma farlo come abbiamo fatto ne valeva la pena. Avevamo una sensazione, una vibrazione, una sorta di sguardo da terra che non avremmo mai potuto ottenere dal Green Screen. Immagino che dovrei aggiungere che stavo quasi per rotolare giù per le scale non avendo uno zaino sulla schiena. Per tutta la nostra crew irlandese, che ha agito come degli sherpa [popolazione del Nepal tra i migliori portatori di alta quota ndr.] trasportando le nostre attrezzature sulle scale, era molto più difficile. Non voglio essere superbo nei riguardi delle scale.
Difficoltà sormontabili
Insomma, girare sull’isola ha comportato parecchie difficoltà logistiche. Esse tuttavia, sono state affrontate nonostante tutto, per preservare un certo tocco registico e migliorare il rendimento finale della pellicola. Ciò fa ben sperare anche per il resto del film, tralasciando ovviamente tutte le scene, come le battaglie spaziali, le quali realizzate in CGI, sono molto più realistiche di quanto potrebbero mai essere grazie ad un set o effetti analogici. Voi cosa ne pensate? Credete che Rian Johnson possa aver fatto un gran lavoro sul set? Fatecelo sapere come al solito nei commenti.