SCATTA IL BLOCCO – I Comuni ti tolgono l’affitto con una firma: adesso non vogliono più cittadini non residenti | Perdi casa e soldi

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Affitto bloccato illustrazione (Canva foto) - insolenzadir2d2

Scatta il blocco: adesso i Comuni non possono più fermare gli affitti brevi, con la nuova sentenza cambia tutto.

Negli ultimi mesi, molti affittuari hanno cominciato a guardarsi attorno con preoccupazione. La casa che fino a ieri sembrava un punto fermo, oggi rischia di diventare un terreno instabile, soprattutto nelle città dove il mercato immobiliare si sta trasformando rapidamente. Alcuni cittadini si sono visti costretti a lasciare l’alloggio senza preavviso, senza sapere se e quando sarebbero riusciti a trovare una nuova sistemazione.

A complicare le cose, c’è un clima sempre più teso tra chi ha bisogno di un tetto e chi, legittimamente, cerca di ottenere un ritorno economico dalla propria proprietà. In questo scenario, non sono mancati casi in cui l’inquilino si è sentito spinto ai margini, quasi fosse diventato un intralcio, più che una persona con dei diritti.

Il sospetto cresce. Si moltiplicano gli episodi in cui i contratti non vengono rinnovati, gli annunci spariscono dopo pochi giorni e gli affitti “normali” sembrano scomparsi. Chi vive in affitto teme di perdere casa da un momento all’altro, a favore di formule più redditizie e temporanee. Tutto questo mentre i Comuni tentano di mettere ordine, imponendo limiti che però si scontrano con altri interessi.

E proprio in questo scontro, qualcosa è cambiato. Una recente decisione del Consiglio di Stato ha ribaltato le carte in tavola, aprendo una nuova fase.

La decisione che ridisegna i confini tra privati e Comuni

La sentenza n. 2928 del Consiglio di Stato ha chiarito che i Comuni non possono impedire o limitare le locazioni turistiche brevi, se queste sono svolte in modo non imprenditoriale. Secondo i giudici, si tratta di un’attività riconducibile al diritto di proprietà e alla libertà contrattuale. Non c’è, allo stato attuale, una normativa statale che conferisce ai Comuni il potere di intervenire con regolamenti che limitino questo tipo di locazioni.

Come afferma anche il portale Brocardi, questa pronuncia rappresenta un importante precedente in materia e potrebbe aprire la strada a nuovi ricorsi da parte di proprietari che si sono visti ostacolare da regolamenti locali. Nel caso specifico, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di una cittadina contro un Comune lombardo che le aveva impedito di affittare il proprio immobile per uso turistico.

Casa affitto
Casa affitto illustrazione (Canva foto) – insolenzadir2d2

Il blocco ai regolamenti comunali e le nuove prospettive per i proprietari

In sostanza, non serve la SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività) per iniziare un’attività di locazione turistica se non si agisce in forma imprenditoriale. Basta una semplice comunicazione d’inizio attività. Il tentativo dei Comuni di imporre certificazioni o requisiti aggiuntivi viene quindi dichiarato illegittimo. Gli enti locali non hanno il potere di bloccare queste iniziative, se restano nel perimetro della gestione privata.

Questa sentenza potrebbe accelerare ulteriormente l’espansione degli affitti brevi, spingendo molti proprietari a scegliere questa formula. E per chi cerca un’abitazione stabile e duratura, il rischio concreto è che l’offerta si riduca sempre di più.