Circolare INPS, tagliata l’indennità di malattia: se ti ammali perdi fino a 456€ al mese | Serve un nuovo modulo

Uomo disperato (Depositphotos foto) - www.insolenzadir2d2.it
Se non soddisfi questi particolari requisiti, niente indennità: la nuova circolare INPS lascia scoperti questi lavoratori.
Quando si parla di malattia e lavoro, c’è sempre un certo senso di incertezza. Nessuno può sapere in anticipo quando si troverà costretto a fermarsi per motivi di salute, e proprio per questo è fondamentale avere delle garanzie minime.
Insomma, sapere che — anche senza stipendio pieno — un sostegno c’è. O almeno, dovrebbe esserci. Il problema nasce quando quelle tutele cambiano, magari in modo silenzioso, e rischiano di lasciare scoperto chi ne ha più bisogno.
Ci sono comunicazioni ufficiali che passano in sordina. Magari pubblicate online o inserite in circolari che pochi leggono. Eppure, dietro certe frasi tecniche, si nascondono cambiamenti che toccano la vita quotidiana di chi lavora. Basta una cifra diversa, un requisito in più o un modulo da compilare, e l’indennità che credevi di ricevere non arriva più. È per questo che restare aggiornati è importante, anche se non sempre è facile.
Poi c’è tutto il discorso legato al contesto attuale. L’inflazione continua a mordere, le spese aumentano, e tante famiglie si ritrovano a fare i conti col minimo indispensabile. In questo scenario, il fatto di poter contare su un’indennità quando si sta male non è un dettaglio. È spesso la differenza tra riuscire a gestire una situazione difficile e cadere nel caos economico.
Cosa prevedono le modifiche dell’INPS
In più, c’è da dire che ogni cambiamento, soprattutto se riguarda i soldi, viene accolto con una certa apprensione. “Cosa cambia per me?” è la domanda che ci si fa subito. E se la risposta non è chiara o arriva tardi, il rischio è che si finisca per scoprire tutto quando è ormai troppo tardi.
E infatti l’INPS ha aggiornato gli importi relativi all’indennità di malattia e degenza. Ma non si tratta solo di una rivalutazione tecnica. Dietro i numeri, c’è un nuovo meccanismo di calcolo che interessa soprattutto i lavoratori dipendenti, i lavoratori autonomi e chi è iscritto alla Gestione separata. In quest’ultimo caso ad esempio il massimale annuo è stato fissato a 120.607 euro, e da lì si calcolano gli importi giornalieri. In certi casi si arriva anche a 330,43 euro al giorno, ma — e qui sta il punto — solo se nei 12 mesi precedenti sono stati versati i contributi richiesti. Ma ci sono lavoratori su cui queste modifiche pesano.

Chi rischia davvero di perdere tutto
A essere colpiti in pieno da questa novità sono soprattutto i lavoratori intermittenti e i collaboratori occasionali, cioè tutti quelli che, per mille motivi, non riescono ad avere una continuità contributiva. Se nei dodici mesi precedenti alla malattia non sono stati versati abbastanza contributi, anche solo per una pausa lavorativa o un contratto saltato, l’indennità non viene erogata. In pratica, ci si ammala e si resta senza niente, nemmeno un euro di sostegno.
Per dare un’idea concreta: un lavoratore dipendente del settore privato guadagna in media circa 1.300 euro netti al mese. Nei primi 20 giorni di malattia, la copertura INPS è parziale (spesso intorno al 66%). Questo significa che si perde il 34% dello stipendio. E se facciamo due conti — 34% di 1.300 euro — si arriva a una perdita di circa 450euro. Ed è proprio questo l’ammanco mensile che tanti, oggi, rischiano di affrontare senza nessuna rete di protezione.