COMUNICATO URGENTE – Caffè contaminato: ecco cos’hanno trovato dentro questi famosi marchi | Sono in vendita ovunque

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Caffè attenzione sostanze chimiche pericolose illustrazione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Arriva il comunicato: una contaminazione sospetta rilevata in diverse confezioni di caffè. Scopri i dettagli.

Alcuni gesti quotidiani sembrano così abituali da non richiedere alcuna riflessione. Preparare un caffè rientra senza dubbio tra questi. Una tazzina fumante accompagna ogni giornata, ma pochi si soffermano a pensare alla qualità reale di ciò che consumano. Dietro l’aroma intenso e il gusto avvolgente, potrebbero celarsi sostanze indesiderate.

Negli ultimi tempi, l’attenzione verso quello che portiamo sulla tavola è cresciuta. Sempre più spesso emergono studi e analisi che gettano ombre su prodotti considerati sicuri. L’industria alimentare si trova così a dover rispondere a interrogativi complessi, dove la salute del consumatore torna al centro del dibattito.

Proprio il caffè, simbolo di convivialità e cultura in molte parti del mondo, non sfugge a questi controlli. La filiera produttiva, dalle piantagioni alla tostatura, passa attraverso numerosi passaggi che, se non gestiti correttamente, possono favorire la presenza di residui indesiderati.

Recentemente, alcuni marchi molto diffusi sono finiti sotto osservazione. Una scoperta inattesa riguarda confezioni disponibili ovunque, compresi supermercati molto noti.

Contaminanti e residui nel caffè: cosa è emerso dall’indagine

Un’analisi condotta dalla rivista svizzera Saldo ha esaminato 12 varietà di caffè in grani acquistate in diversi supermercati. L’obiettivo era rilevare tracce di glifosato, acrilammide e metalli pesanti. Come riporta Green Me, sono emerse tracce di glifosato in due prodotti: il Barissimo Caffè Crema & Aroma venduto da Aldi e l’Espresso Bellarom extra dark di Lidl. I livelli sono comunque inferiori ai limiti di legge.

Accanto al glifosato, sono state individuate piccole quantità di cadmio e nichel in alcuni campioni, come il Bio Caffè di Migros e l’Espresso M-Budget. Anche i livelli di acrilammide in alcuni prodotti sfiorano i limiti stabiliti dalle normative europee. L’indagine ha inoltre evidenziato carenze nelle etichette relative alla provenienza dei chicchi, spesso indicata in modo poco chiaro.

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Chicchi di caffè illustrazione (Canva foto) – www.insolenzadir2d2.it

La qualità del caffè sotto la lente: dati e precisazioni

Nonostante la presenza di queste sostanze, i risultati complessivi dell’indagine non parlano di emergenze sanitarie. I residui rilevati, infatti, sono stati valutati come conformi alle soglie legali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica il glifosato come “possibilmente cancerogeno“, ma l’Agenzia europea per le sostanze chimiche precisa che non esistono al momento motivi per un divieto.

I test, eseguiti dal laboratorio Planton di Kiel, hanno riguardato anche altri contaminanti come idrocaburi policiclici aromatici e ocratossina A. Tuttavia, nessun campione ha superato i limiti previsti. L’indagine non mira a demonizzare il consumo di caffè, ma invita a mantenere alta l’attenzione sulla qualità e sulla trasparenza delle informazioni per il consumatore.