Pensione posticipata, il Governo ti paga in contanti ogni mese se non smetti di lavorare: intanto i giovani sono disoccupati

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Lavoratore pensa alla pensione (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it

Pensione posticipata: adesso il Governo ti paga se non smetti di lavorare, il meritato riposo si allontana sempre di più.

Rinviare la pensione potrebbe trasformarsi in un’opportunità inaspettata. Mentre molti lavoratori sognano di lasciare il lavoro il prima possibile, altri potrebbero trovare vantaggioso restare occupati. Le nuove misure introdotte dal Governo offrono incentivi economici per chi decide di non ritirarsi subito, rendendo più ricca la propria busta paga mese dopo mese.

La questione delle pensioni anticipate continua a dividere l’opinione pubblica. Da un lato, c’è chi vede in questi strumenti un modo per lasciare il lavoro con qualche anno di anticipo, dall’altro chi preferisce rimanere attivo più a lungo, magari per ottenere benefici economici maggiori. Le nuove regole mirano proprio a premiare questa seconda categoria, introducendo una forma di compensazione per chi sceglie di restare al lavoro nonostante abbia già i requisiti per la pensione.

Questa politica, però, si inserisce in un contesto più ampio e controverso. Se da un lato il Governo incentiva i lavoratori a ritardare l’uscita dal mondo del lavoro, dall’altro molti giovani faticano a trovare un impiego stabile.

La disoccupazione giovanile resta una piaga sociale, con un mercato del lavoro che sembra favorire chi ha già esperienza alle spalle piuttosto che chi cerca di entrare per la prima volta.

Incentivi per chi rinvia quota 103

L’Inps ha chiarito che chi ha già maturato i requisiti per Quota 103 – ovvero 62 anni di età e 41 di contributi – può scegliere di posticipare la pensione e, in cambio, ricevere direttamente in busta paga i contributi che sarebbero stati versati all’ente previdenziale. Questa somma corrisponde al 9,19% della retribuzione e rappresenta una quota dell’assicurazione generale obbligatoria destinata alla pensione di invalidità, vecchiaia e superstiti.

L’agevolazione introdotta con la Manovra 2025 solleva il datore di lavoro dall’obbligo di versare questa quota contributiva per il dipendente che opta per il posticipo della pensione. Inoltre, dal 2025, la somma accreditata in busta paga sarà esentata dall’Irpef, aumentando così ulteriormente l’importo netto che il lavoratore riceverà ogni mese.

Coppia in pensione
Coppia in pensione (Canva foto) – www.insolenzadir2d2.it

Le condizioni per accedere all’incentivo

Come ricorda QuiFinanza, la misura è valida solo per chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2025. Tuttavia, per i dipendenti del settore privato, i contributi in busta paga inizieranno a essere riconosciuti solo dopo il 1° agosto 2025, mentre per i lavoratori pubblici dal 1° ottobre 2025. Questo significa che chi raggiunge i 62 anni e 41 di contributi a gennaio 2025 dovrà attendere diversi mesi prima di poter beneficiare dell’incentivo.

Oltre alla possibilità di ricevere uno stipendio più alto, i lavoratori pubblici con i requisiti per la pensione anticipata dal 2025 potranno restare in servizio fino a 67 anni, invece dei precedenti 65. Questo allineamento con il settore privato potrebbe avere un impatto significativo sulla gestione delle risorse umane nelle amministrazioni pubbliche, con effetti ancora da valutare sul mercato del lavoro e sulle nuove generazioni in cerca di occupazione.