“Ero in malattia e mi hanno licenziato”, il certificato medico non basta più: ti licenziano con giusta causa appena stai male

Lavoratore malato licenziato (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
Anche un certificato di malattia può costarti il posto di lavoro: se non piace al tuo capo può licenziarti in tronco.
Essere licenziati mentre si è in malattia sembra una possibilità remota, ma la realtà è ben diversa. Alcuni lavoratori hanno scoperto sulla propria pelle che il semplice invio di un certificato può mettere a rischio il posto.
Il rapporto di fiducia con il datore di lavoro è un elemento essenziale del contratto, e se viene compromesso, le conseguenze possono essere drastiche.
Molti dipendenti credono che il certificato medico sia una protezione assoluta contro il licenziamento, ma le ultime decisioni della giurisprudenza dimostrano il contrario.
Alcune aziende, infatti, hanno contestato l’autenticità di questi documenti, avviando procedimenti disciplinari che si sono conclusi con il licenziamento per giusta causa. Il problema è che, in queste situazioni, l’onere della prova non è sempre a carico del datore di lavoro.
L’azienda contesta il certificato
Le normative sul lavoro impongono ai dipendenti obblighi di diligenza e lealtà, principi fondamentali per il mantenimento del posto. Se il datore di lavoro sospetta che il certificato medico sia pretestuoso o falso, può procedere con il licenziamento. Ma ciò che è ancora più sorprendente è che spetta al lavoratore dimostrare il contrario. Una sfida difficile, soprattutto quando si deve fronteggiare una decisione aziendale già presa.
Il rischio, dunque, è concreto: anche chi presenta un certificato rilasciato da un medico potrebbe trovarsi a dover difendere la propria posizione. L’azienda può contestare il documento, e se il dipendente non riesce a provare la legittimità della propria assenza, il licenziamento diventa una possibilità reale. Ma come si è arrivati a questo punto?

La sentenza della Cassazione che cambia tutto
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 172 del 7 gennaio 2025, ha chiarito che la trasmissione di un certificato di malattia può giustificare il licenziamento per giusta causa. Se il datore di lavoro ritiene che il documento sia falso o strumentale, il dipendente deve dimostrare la sua legittimità. Come dice Brocardi, il rapporto di fiducia tra azienda e lavoratore è la base del contratto: se viene meno, il licenziamento è inevitabile.
Secondo la sentenza, il problema non è solo l’eventuale falsità del certificato, ma l’effetto che ha sulla fiducia dell’azienda. Ogni episodio contestato, se considerato grave, può bastare per il licenziamento. Inoltre, non è l’azienda a dover provare che il dipendente ha sbagliato: è quest’ultimo che deve dimostrare di non aver abusato del certificato. Una decisione che mette in allarme migliaia di lavoratori.