“I suoi vestiti sono vecchi, 2.500€ di multa”, la Polizia non accetta più i trasandati: o li butti via o ti becchi la mazzata
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Scarpe vecchie polizia (Canva foto) - www.insolenzadir2d2.it
La Polizia non accetta più i trasandati: o li butti via o ti becchi la mazzata, adesso non hai più scuse, la decisione drastica.
Negli ultimi anni, la moda ha visto un ritorno prepotente dello stile vintage, con capi usati e logori diventati simbolo di uno spirito anticonformista. Jeans strappati, giacche oversize e scarpe consumate non sono più segni di trascuratezza, ma vere e proprie dichiarazioni di tendenza. Le passerelle e i social network hanno sdoganato questo look, trasformandolo in un fenomeno globale che attrae giovani e appassionati di moda sostenibile.
Tuttavia, non tutti vedono di buon occhio questa tendenza. L’aspetto trasandato, se da un lato può essere una scelta di stile, dall’altro viene spesso associato a mancanza di cura personale e decoro. In alcuni ambienti, soprattutto istituzionali, l’abbigliamento influisce sulla percezione sociale e può persino causare problemi. Molti luoghi di lavoro, scuole e uffici pubblici adottano regolamenti rigidi sull’abbigliamento, vietando capi troppo usurati o poco consoni al contesto.
L’attenzione all’abbigliamento non si ferma solo all’aspetto estetico. L’igiene e la pulizia degli indumenti sono fondamentali per il rispetto degli spazi condivisi e della salute pubblica.
Capita spesso di imbattersi in abiti sporchi o maleodoranti, abbandonati in strada. Alcuni Comuni hanno avviato campagne di sensibilizzazione, cercando di arginare il degrado urbano.
Multe salate per chi smaltisce male i vestiti usati
Dal 1° gennaio 2025, in tutta l’Unione Europea è entrato in vigore l’obbligo di differenziare gli abiti usati e gli altri rifiuti tessili. In Italia, questa normativa era già stata introdotta con il Decreto Legislativo n. 116/2020, ma ora il rispetto delle regole è diventato ancora più stringente. Chi getta vestiti nell’indifferenziata rischia multe fino a 2.500 euro.
Ogni Comune deve garantire la presenza di cassonetti dedicati alla raccolta tessile, solitamente di colore giallo, verde o bianco. Gli indumenti raccolti vengono selezionati e, quando possibile, riutilizzati o riciclati. Tuttavia, alcuni cittadini continuano a smaltire i vestiti in modo scorretto, aumentando il rischio di sanzioni. Come riportato da Teleambiente, il presidente di UNIRAU, Andrea Fluttero, ha chiarito che solo conferendo gli abiti nei contenitori ufficiali si garantisce un corretto riuso o riciclo.
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Attenzione ai metodi di riciclo: servono regole precise
Non è l’abbigliamento trasandato a far scattare le multe, ma il modo in cui si smaltiscono gli abiti usati. Vestiti sporchi o in pessimo stato non vanno gettati nell’indifferenziata, ma smaltiti nei contenitori specifici. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale, evitando che materiali ancora utilizzabili finiscano in discarica.
Esistono diverse alternative allo smaltimento nei cassonetti gialli, come swap party, donazioni dirette e vendita di abiti second hand. Piattaforme come Vinted o associazioni come Humana People to People offrono soluzioni sostenibili per dare nuova vita ai vestiti usati. Tuttavia, chi decide di gettare i propri abiti senza rispettare le regole dovrà fare i conti con sanzioni severe, che possono arrivare fino a 2.500 euro.