The Bad Batch 3: tutti i riferimenti e gli easter egg della tredicesima puntata!

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Rampart e la Clone Force 99 nell'episodio

La tredicesima puntata di The Bad Batch 3, intitolata “Nella breccia“, è molto coinvolgente e ricca di tensione fino all’ultimo secondo (trovate qui la video analisi completa). Come sempre, al suo interno sono presenti anche tantissimi riferimenti ed easter egg, dei quali vi parlo di seguito!

Omega e i bambini nel caveau

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Omega con i bambini nel caveau

La 3×13 di The Bad Batch si apre all’interno della struttura del monte Tantiss, in particolare nella sala del caveau dove si trovano i bambini sensibili alla Forza e ora anche Omega. La ragazza si avvicina ad Eva e comincia a parlare con lei, chiedendole informazioni su quel gioco olografico visto negli scorsi episodi. Si tratta di un rompicapo con cui gli scienziati chiedevano loro di giocare, probabilmente per stimolarli. Mentre Omega comincia a farne uno fisico, nota che la piccola iktotchi stringe tra le braccia quella che fu la sua bambola di paglia. Eva le dice che a regalargliela era stata Emerie Karr, definendola l’unica scienziata gentile.

Nella scena iniziale abbiamo visto da vicino sia un nuovo scienziato inedito che nuovamente tanti altri che li osservano costantemente dall’alto. Arrivano poi al tavolo Jax e gli altri bambini, e scopriamo che la pantorana si chiama Sami. Il piccolo tarlafar invece, come ricorderete dalla 3×10, si chiama Bayrn. Omega si accorge subito di quanto questi bambini siano ormai tristi e rassegnati per la loro condizione.

La Clone Force 99 non si ferma

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La Clone Force 99 nell’episodio

Successivamente la scena si sposta su Bora Vio, pianeta comparso per la prima volta nella 1×09 di The Bad Batch, in cui si trova un impianto di clonazione kaminoano abbandonato. Quest’ultimo come ricorderete fu protagonista di quell’episodio e ci regalò scontri e soprattutto sorprese, con macabri corpi che rappresentavano esperimenti falliti.

Phee Genoa aveva lasciato lì la Clone Force 99 e Rampart, probabilmente perché considerato un luogo sicuro e remoto. Poco dopo il gruppo viene raggiunto da Echo con una navetta imperiale di classe Rho rubata. Giunti all’interno, Rampart spiega anche a noi spettatori che prima di giungere su Tantiss tutte le navi dovevano attraccare alla Stazione Imperiale 003, che si trova nell’orbita di Coruscant, dove le coordinate venivano trasmesse direttamente al navicomputer. Si tratta proprio di quella stazione orbitale che abbiamo visto nella 3×10, e che come vi avevo suggerito funge da struttura che triangola il traffico da e verso Weyland.

Il piano prevedeva quindi di trovare una nave diretta verso Tantiss e acquisirne le coordinate, ma in primis avrebbero dovuto recuperare dei codici di autorizzazione imperiali per intrufolarsi nella Stazione. Ovviamente Rampart è scettico sulla riuscita del piano, ma per infiltrarsi indisturbati avrebbero utilizzato proprio lui, camuffandolo da imperiale e facendogli da scorta.

Tutta la sua boriosità viene fuori quando fa presente ai cloni che la divisa che avrebbe dovuto indossare era quella da semplice capitano (e infatti le mostrine corrispondono), mentre lui ricorda di essere stato Vice Ammiraglio come ben sappiamo. Una scena molto divertente che stempera la tensione.

Omega in azione in The Bad Batch 3×13

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Tutta la sicurezza di Omega

Torniamo poi nella sala del caveau, dove Emerie Karr effettua il consueto prelievo ad Omega. La ragazza tenta di carpire informazioni sulla provenienza degli altri bambini, senza ovviamente ottenere risposta. E mentre la dottoressa inserisce il suo campione all’interno di un condotto ne approfitta per rubare un pezzo appuntito della strumentazione medica.

La dottoressa Scalder critica la scelta di far interagire Omega con gli altri bambini, dati i problemi da lei causati in passato, ma Emerie Karr impone le sue scelte e la sua autorità come scienziata capo. Non sa però che la ragazza sta già elaborando un piano di fuga, e chiede ai bambini informazioni sugli spostamenti dei droidi e dei soldati che entravano nel caveau. I piccoli le raccontano della fuga non riuscita di Jax, che ribadisce non esistessero vie d’uscita. Omega, per tirare loro su il morale, confida di essere già fuggita da quella struttura e soprattutto che lo avrebbe rifatto, portandoli con sé.

Ella mostra infatti ai bambini una pianta del caveau, spiegando loro nei dettagli le caratteristiche del luogo e soprattutto dei condotti utilizzati dai droidi per trasportare i loro campioni. Il suo piano era di entrarci e scoprire dove conducessero: aveva la possibilità di aprire il condotto con lo strumento rubato, ma ovviamente aveva bisogno di copertura e di non essere vista. La sicurezza e la risolutezza di Omega in questa scena ci mostrano quanto fosse cresciuta e soprattutto quanto fosse diventata pragmatica e decisa. Una sequenza davvero splendida.

Infiltrazione nella Stazione orbitale

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La Clone Force 99 e Rampart infiltrati nella Stazione orbitale

La scena si sposta poi alla navetta di classe Rho, dove i membri della Clone Force 99 tolgono dalle loro armature qualsiasi tipo di contrassegno distintivo. Giunti presso la Stazione orbitale, i nostri riescono ad attraccare con i codici di atterraggio. Dopo un altro battibecco tra Rampart e i cloni, e un ultimo avvertimento di Hunter sul pensarci due volte a tradirli, i nostri si imbattono subito in un tenente dell’esercito imperiale, che presenta una mostrina con due placche rosse e una blu. Egli si accorge subito delle irregolarità sull’attracco e soprattutto delle loro armature non regolari, e Rampart interviene tempestivamente dicendo che i suoi ordini erano riservati e che se aveva problemi poteva contattare il governatore Tarkin.

Egli fa quindi valere il suo grado superiore e soprattutto tira in ballo un pezzo grosso per spaventare il tenente. Anche in un’altra occasione, seppur molto diversa, Tarkin fu usato come “spauracchio” da Thrawn contro alcuni predoni di Q’anah, come narrato nel romanzo omonimo “Thrawn”, il primo della trilogia imperiale.

All’interno della Stazione orbitale troviamo le classiche presenze di ogni tipica base imperiale di quel periodo: cloni commando, soldati TK, ufficiali di vario rango, droidi protocollari RA-7, droidi topo MSE-6, ecc. Anche per entrare nella sala di controllo Rampart si sbarazza dei due soldati TK di guardia minacciandoli con l’intricata burocrazia imperiale, dimostrando nuovamente di saperci ancora fare.

Il piano si complica

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La squadra pronta ad affrontare nuovi rischi

Una volta dentro, ignorando la richiesta di Rampart, Hunter stordisce senza troppi complimenti l’ufficiale delle comunicazioni ed Echo si mette all’opera. Nel frattempo il tenente di prima, che si dimostra alquanto diligente, torna alla nave per riportare al capitano nuove irregolarità, ma in tutta risposta viene stordito da Wrecker.

Intanto Echo riesce a decriptare la lista dei trasporti, scoprendo che una nave scientifica sarebbe partita di lì a poco per Tantiss dal Molo 8. Purtroppo però la nave avrebbe attivato il navicomputer solo dopo la partenza, perciò sarebbe stato impossibile carpire prima le coordinate. A quel punto, l’unica soluzione era quella di intrufolarsi dentro la nave, che però possedeva alti protocolli di sicurezza.

Di questo si sarebbe occupato Echo, che una volta a bordo avrebbe dovuto disattivare i sensori di prossimità per permettere alla navetta di classe Rho di agganciarsi allo scafo per essere trasportata su Tantiss. Si tratta di un piano rischiosissimo e pieno di variabili, che darà grande verve alle sequenze finali dell’episodio. I nostri inoltre avrebbero agito in silenzio radio, il che rendeva tutto ancor più complesso.

The Bad Batch 3×13: pregevoli sequenze finali

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Il momento cruciale dell’aggancio

Nella sequenza successiva ci spostiamo nuovamente sulla struttura del Monte Tantiss e sul caveau. Le inquadrature dall’alto ricordano molto quelle della prigione di Narkina 5 in Andor, e le similitudini con la situazione di Omega e dei bambini sono molteplici. La ragazza approfitta di un momento di distrazione per tornare nella sua cella e aprire il condotto sul muro, ma Scalder si accorge dei suoi movimenti raggiungendola. Omega però è scaltra e riesce a far finta di nulla. Tornata dai bambini, annuncia con entusiasmo di aver trovato “la loro via d’uscita”. Anch’esso sicuramente un omaggio ad Andor e al bellissimo decimo episodio, intitolato “One Way Out”, “Una via d’uscita”.

Nella Stazione orbitale 003, un altro tenente, questa volta della marina (la sua mostrina possiede, al contrario dell’altra, due placche blu e una rossa), dirige le operazioni di carico del trasporto scientifico verso Tantiss. Echo approfitta del condotto adibito ai droidi per intrufolarsi all’interno dell’astronave in partenza, e mentre gli altri salgono sulla navetta di classe Rho lui corre a disattivare i sensori.

Saranno momenti concitati e ricchi di tensione: un soldato TK viene infatti inviato a controllare le attività droidi non programmate, e mentre Echo se ne libera i nostri sono in trepidante attesa che i sensori si disattivino. Manca pochissimo al salto nell’iperspazio e non potevano ancora avvicinarsi senza essere scoperti. Hunter però, riponendo totale fiducia in Echo, si avvicina comunque nonostante i sensori siano ancora attivi e compie la manovra di attracco. Proprio in quell’istante, i sensori si disattivano e la nave si aggancia mentre il trasporto scientifico compie il salto nell’iperspazio. Una splendida catena di eventi che chiude l’episodio con il batticuore.

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