The Bad Batch 3: tutti i riferimenti e gli easter egg della seconda puntata!

Dopo quella dedicata al primo episodio, proseguono le analisi dettagliate delle puntate della ricchissima premiere di The Bad Batch 3. Siamo giunti a quella del secondo episodio, intitolato “Strade sconosciute”, che ci presenta davvero tante tematiche e riferimenti interessanti: trovate tutto di seguito! (Sono presenti spoiler).

Approfondimento devaroniano

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Isa Durand nel secondo episodio

Il secondo episodio di The Bad Batch 3 si apre sul pianeta Devaron, presso la dimora della famiglia criminale dei Durand. Rivediamo infatti il devaroniano Roland Durand, che avevamo conosciuto nella 1×13 della serie, e vediamo per la prima volta sua madre Isa Durand, che era stata menzionata da lui in quell’episodio ed è il capo di questa famiglia criminale. I due, compreso il capitano devaroniano sotto accusa e gli altri membri del sindacato, portano il vessillo dei Durand.

L’apparizione di un esemplare femminile di specie devaroniana mi permette di fare alcune interessanti considerazioni: la loro società è prettamente matriarcale e le donne sono più austere e serie, mentre i maschi avevano un animo più avventuriero. Ciò quindi le portava spesso ad avere ruoli di governance sul pianeta. Isa Durand rappresenta alla perfezione questi aspetti, e ha la pelle bianca e una folta chioma di capelli, anche questi elementi in linea con la biologia femminile devaroniana (i maschi infatti erano calvi).

Canonicamente però le femmine di questa specie non possedevano corna ma solo lievi protuberanze circolari, come abbiamo visto in opere e guide sia legends che canoniche. Quelle di Isa potrebbero quindi rappresentare un’eccezione, oppure potrebbe trattarsi di corna cerimoniali simili ad una corona (sembrano infatti attaccate ad una montatura in oro con il simbolo del sindacato). Altro aspetto interessante è che il personaggio è doppiato in lingua originale dalla mitica Anjelica Huston.

La ricerca di Hunter e Wrecker in The Bad Batch 3×02

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Hunter e Wrecker alla ricerca di Omega

Tornando alla sequenza iniziale, dopo che il capitano traditore viene eliminato si presentano al cospetto di Lady Durand Hunter e Wrecker, con un Pyke catturato. Notiamo subito che le armature dei due sono parecchio rovinate, segno del fatto che è passato molto tempo dagli eventi della seconda stagione e che ne hanno passate di cotte e di crude. I due, come mercenari, hanno catturato il Pyke che aveva disonorato la loro famiglia tagliando il corno a Roland, come visto sempre nella 1×13.

I due membri della Bad Batch sono alla disperata ricerca del luogo in cui è stata portata Omega, e riescono ad ottenere delle coordinate del laboratorio di Hemlock, che però non sono verificate. Poco dopo, mentre Hunter scansiona le coordinate sulla Marauder, possiamo vedere due oggetti emotivamente fortissimi: gli occhiali rotti di Tech, recuperati da Hemlock, e la bambola Lula di Omega. Il dolore è ancora forte per Hunter, e nonostante le parole di Wrecker, che invita ad aspettare i rinforzi di Rex ed Echo, egli punta ad assaltare subito la base imperiale.

Nuovi incontri in The Bad Batch 3×02

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I due ex cloni cadetti Deke e Stak

I due raggiungono quindi questo pianeta, ricoperto da una fitta giungla. Appena atterrati, Wrecker esclama di sentire puzza di Jotaz. Si tratta di una creatura che appare nel videogioco Jedi: Fallen Order sul pianeta Zeffo. Ovviamente però è una semplice citazione, poiché i due non si trovano lì. Hunter e Wrecker raggiungono quindi il laboratorio, ma purtroppo trovano una brutta sorpresa: era stato abbandonato da tempo e sottoposto ad un bombardamento orbitale.

Mentre raggiungono il laboratorio, i due si imbattono in due giovani cloni: si tratta di due ex cadetti che, come scopriremo dopo, si chiamano Deke e Stak. Quest’ultimo ha lo stesso nome di un clone ARF che partecipò alla campagna di Ryloth con il 91esimo Corpo di Ricognizione di Mace Windu, nella 1×21 di The Clone Wars. Ovviamente anche in questo caso si tratta di un riferimento, poiché sono passati 3 o 4 anni da quegli eventi e quel clone era adulto.

Poco dopo i due giovani cloni racconteranno la loro storia: prima che Kamino venisse distrutto l’Impero li aveva prelevati e portati lì, non per addestrarli ma per usarli come cavie (raccontano infatti dei prelievi di sangue). Come ricorderete, in Episodio II i giovani cloni cadetti (e ovviamente Boba Fett) furono interpretati da Daniel Logan, ma questi due sono doppiati in lingua originale da Julian Dennison, un altro attore neozelandese. Logan invece doppierà Mox, personaggio citato dai due che vedremo a breve.

Gli esperimenti imperiali

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Le piante striscianti attaccano Hunter e Wrecker

Nel cammino i nostri vengono attaccati da feroci piante rampicanti citate in precedenza: si tratta di piante striscianti create dall’Impero, un’arma di cui poi avevano perso il controllo e che aveva portato ad un ordine Base Delta Zero sul pianeta. Il Base Delta Zero citato dal giovane clone rappresenta un ordine di un bombardamento orbitale capace di distruggere l’intera superficie planetaria. Nel canone fu citato per la prima volta in Rebels, nella 1×05, ma venne utilizzato in molte opere legends a partire dall’Imperial Sourcebook del gioco di ruolo di Star Wars del 1987.

Poco dopo il gruppo raggiunge l’altro clone Mox, che offre altri dettagli sulla loro storia di sopravvissuti. Hunter e Wrecker si offrono di portarli al sicuro, ma non prima di aver cercato indizi nella base. Il clone Deke dice che al suo interno c’è un pannello della sala di controllo rimasto intatto ma senza corrente. Stak e Mox ricordano che il laboratorio però pullula di piante striscianti ed è tossico, ma Deke si offre comunque di accompagnarli. Egli infatti è rimasto colpito dalla lealtà dei membri della Bad Batch, disposti a tutto pur di recuperare una loro compagna. Qualcosa che a lui e gli altri non era accaduto.

I pericoli del laboratorio

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L’interno del laboratorio completamente infestato

I nostri tornano alla Marauder per prendere l’attrezzatura, incluso Gonky. I droidi GNK infatti sono primariamente generatori di energia, come sappiamo. Molto emozionante in questo frangente lo sguardo sognante di Deke verso la Marauder: da ex clone cadetto aveva sempre sognato di volare in missione su un’astronave, ma l’avvento dell’Impero aveva cambiato tutto.

I tre si avventurano quindi all’interno del laboratorio, completamente invaso dalle piante striscianti. L’atmosfera di queste sequenze, con i protagonisti che indossano le maschere antigas e i luoghi chiusi in cui sembrano volare spore, ricorda molto quella di The Last of Us e di altre opere simili. I nostri vengono nuovamente attaccati dalle piante, anche da alcune che hanno raggiunto uno stadio quasi animalesco e riescono a muoversi più agilmente.

Gli oscuri progetti dell’Impero

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Gli scienziati della Morte Nera con il simbolo dell’Iniziativa Tarkin

E’ davvero affascinante la tematica dello sviluppo di un’arma sfuggita selvaggiamente al controllo imperiale. Qui venivano effettuate una marea di sperimentazioni dall’Impero: sia la Divisione Scienza Avanzata che moltissimi altri reparti imperiali infatti non si occupavano solo del programma di clonazione o della costruzione di stazioni da battaglia (come il Dipartimento Militare Imperiale di Ricerca Avanzata sulle Armi guidato da Krennic per la Morte Nera) ma di tantissimi altri esperimenti. C’era ad esempio la divisione del dottor Cylo, esperta in cibernetica e sfruttata da Palpatine per la creazione di cyborg, ecc. Molte di queste sezioni e divisioni facevano capo alla grande Iniziativa Tarkin, un bacino di progetti segreto in cui confluivano tutte queste aberrazioni e armi.

Tornando all’episodio, Stak tenta di convincere Mox a rubare la Marauder e fuggire. Anche Mox però riflette sul fatto che quei cloni sono diversi da tutti gli altri che avevano eseguito gli ordini dell’Impero. Stak comunque crede che non sarebbero mai usciti vivi di lì, e lo porta all’astronave. All’interno della Marauder i due notano un blaster DC-17, utilizzato sia da Hunter che da Echo e arma dei clone trooper d’elite, soprattutto Rex. Allo stesso tempo, Mox osserva la bambola Lula mentre viene raggiunto proprio da una richiesta d’aiuto di Deke.

Lealtà e nuove speranze

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Hunter, Wrecker e i giovani cloni nel finale

Nel laboratorio infatti i tre avevano raggiunto e attivato la console, ma erano stati attaccati da un’enorme pianta strisciante. I nostri lottano con tutte le forze ma vengono circondati; quando tutto sembra perduto, arriva in loro soccorso la Marauder. Mox e Stak dimostrano la loro lealtà e calano dei cavi, ma mentre i tre risalgono la creatura si aggrappa saldamente all’astronave mostrando le sue enormi e temibili fauci. Queste ultime (e anche i tentacoli) ricordano molto quelle dell’ibdis maw, altra feroce creatura che viveva su Bracca e che abbiamo visto in Jedi: Fallen Order.

Per liberarsi di questo mostro non basta un solo esplosivo, perciò Mox e Stak gli scaricano addosso un’intera cassa di detonatori termici, riuscendo a neutralizzarlo. I nostri riescono quindi a fuggire, ma nonostante gli sforzi erano riusciti a recuperare solo poche informazioni: il fatto che la base e gli esperimenti erano stati spostati in un altro luogo, e il settore corrispondente. Un settore però equivale ad una porzione di spazio vastissima.

Hunter e Wrecker non si perdono comunque d’animo, anche perché quella missione non era stata inutile. Tre ex cadetti erano stati salvati e avrebbero vissuto su Pabu, per trovare la loro strada non come soldati. I due membri della Bad Batch avevano invece un’ultima missione da compiere, e l’emblematica inquadratura a Lula (simile a quella della bambola nella puntata precedente) riporta l’attenzione su Omega e le sue vicende.

Si conclude così questo secondo episodio di The Bad Batch 3. Di seguito ne trovate anche la video analisi:

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