Ahsoka: la recensione dei primi due episodi!
Finalmente ci siamo, la serie live action Ahsoka ha debuttato su Disney Plus con la premiere contenente i primi due episodi. Un ritorno epico all’interno dell’universo di Star Wars, del quale vi parliamo in questa nostra recensione, ovviamente prima senza e poi con spoiler!
Equilibrio perfetto tra passato, presente e futuro
Le prime due puntate di Ahsoka (trovate qui l’analisi easter egg della prima e qui quella della seconda) fungono da lungo “prologo” e ci catapultano sapientemente nel passato, nel presente e nel futuro delle vicende delle protagoniste. L’eredità di Rebels è a dir poco centrale per tutti gli eventi della premiere, ma la scrittura solida non rende questi collegamenti stantii e fini a se stessi: il passato viene trattato con astuzia, colpendo le corde giuste senza forzature, e soprattutto ci porta nuovi elementi narrativi che stuzzicano la curiosità dello spettatore.
Viene infatti sapientemente costruito un rapporto complesso e inedito tra Ahsoka e Sabine, che tassello dopo tassello ci viene presentato nel corso di tutta la premiere. Questo, oltre a fornirci prerogative nuove sul passato, rende il presente intrigante. E accade lo stesso con le vicende riguardanti il futuro: la ricerca di Ezra e Thrawn è ben apparecchiata, con altri risvolti narrativi che fanno venir voglia di proseguire la visione della serie. Il tutto è coadiuvato da una splendida colonna sonora e soprattutto dalle ottime performance attoriali delle protagoniste e dei villain. Ma adesso parliamo di spoiler, quindi se non avete ancora visto gli episodi fermatevi qui!
Il ritorno di Ahsoka
ATTENZIONE SPOILER DI AHSOKA 1X01 E 1X02
La ricerca di Ahsoka ricomincia da dove ci eravamo fermati in The Mandalorian 2: scopriamo che ella è riuscita a carpire da Morgan Elsbeth informazioni su una mappa che permetterebbe di trovare Thrawn, e la recupera proprio sul mondo di Arcana. Intanto, in una prima apparizione a dir poco sontuosa, i nuovi villain Baylan Skoll e Shin Hati liberano il Magistrato Elsbeth dalla sua prigionia. Purtroppo Ahsoka, che intanto ha incontrato Hera Syndulla, non riesce a decifrare la mappa, e le due giungono alla conclusione che Sabine Wren avrebbe potuto aiutarle.
Già qui Ahsoka ci permette di capire che ci sono forti attriti tra le due. Pian piano, nel corso dei vari dialoghi della premiere, scopriremo sempre più dettagli: per un certo lasso di tempo Sabine è stata l’apprendista di Ahsoka, ma poi quest’ultima l’ha abbandonata. La ragazza perciò è tornata su Lothal, e proprio lì la ritroviamo testarda e insolente come sempre mentre boicotta la cerimonia in onore dell’equipaggio della Ghost. Una sequenza epica in cui sono presenti graditi ritorni, come quello di Ryder Azadi, e interessanti dettagli sul murale di Rebels; tutti elementi dei quali vi ho parlato nel dettaglio nell’analisi easter egg della prima puntata.
Il rapporto tra Ahsoka e Sabine, con il supporto di Hera
Il fulcro di questa premiere, oltre al portare avanti la trama della serie con la ricerca di Ezra e Thrawn, è proprio la parabola del rapporto tra Ahsoka e Sabine. E’ un gioco di aspettative disilluse, insicurezze e sensi di colpa che avranno due climax principali: quello del finale del primo episodio, in cui purtroppo la ragazza soccombe contro Shin Hati, e quello del finale del secondo, in cui ella riacquista fiducia in se stessa e si ricongiunge con Ahsoka.
E in questi frangenti Hera Syndulla è stata un fantastico ago della bilancia tra le due, sempre pacata ma decisa nel tentare di farle ragionare entrambe. Il secondo episodio è stato importante perché ci ha mostrato (e ricordato, da chi la conosce da Rebels) queste sue doti empatiche e materne, ma anche e soprattutto perché ha dato lustro alla twi’lek per le sue grandi abilità da pilota.
Il tutto mentre con Ahsoka, che nel frattempo ci mostra invece le sue doti in combattimento affrontando il misterioso ex inquisitore Marrok, scopre su Corellia un gruppo di simpatizzanti imperiali ancora fedeli alla Elsbeth. Durante queste vicende avviene invece la catarsi di Sabine, che recuperando la sua armatura mandaloriana compie figurativamente un recupero di se stessa e dei suoi scopi, ed è quindi pronta per affrontare le sfide che si presenteranno nella ricerca di Ezra.
Il grande pregio della serie
Il pregio di questi primi due episodi è sia quello di far emozionare (e tanto) i fan che conoscono questi personaggi da Rebels, sia instillare empatia e curiosità in coloro che non li conoscono. Ne è un esempio la scena in cui Sabine guarda e ascolta l’ologramma di Ezra e si commuove. Ecco perché, come vi dicevo, a mio parere il pilastro di questa serie al momento sono le fantastiche performance attoriali. E questo non riguarda solo le protagoniste, ma anche i villain.
Baylan Skoll e Shin Hati mi hanno colpito moltissimo: non sono i classici cattivoni piatti, ma nascondono molte interessanti sfaccettature. Baylan è chiaramente ancora legato ai modi dei jedi, pur percorrendo la strada del lato oscuro (e ribadisco ancora una volta che non è un sith) mentre Shin è risoluta ma allo stesso tempo curiosa. E, a mio parere, nutre profonda fiducia verso il suo Maestro. Sono certo che non saranno le solite macchiette, ma anche loro ci proporranno un interessante rapporto Maestro e Apprendista.
La scrittura solida e la regia impeccabile (di Dave Filoni per il primo episodio e di Steph Green per il secondo) sono condite da una colonna sonora splendida, ad opera di Kevin Kiner, e soprattutto da una CGI ben fatta e su cui è stato speso palesemente molto più budget rispetto a prodotti precedenti. Insomma, la serie Ahsoka ha tutte le carte in regola per proseguire ottimamente, e questo inizio scoppiettante ne è la prova.
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