Ecco il jedi che Palpatine temeva più di chiunque altro
Negli anni in cui Palpatine portò avanti il suo piano per l’ascesa al potere e la distruzione dei jedi, egli non aveva mai avuto particolari timori nei loro confronti. Li odiava e non li riteneva una seria minaccia per i suoi piani (ciò ovviamente non gli impedì di agire con cautela). Aveva avvertito da tempo le crepe nell’Ordine, e non fece altro che accentuarle, fino ad annientarlo. Ma dopo la proclamazione dell’Impero, le cose cambiarono: c’era qualcosa da plasmare e difendere. E soprattutto c’era da annientare un jedi, ancora in circolazione, che avrebbe potuto rovinare tutto.
Palpatine e la luce morente
Chi ha letto i fumetti, anche grazie al sottotitolo, avrà già capito di chi stiamo parlando: Jocasta Nu, capo bibliotecaria dell’Ordine. I più la ricorderanno per essere apparsa in Episodio II, ma il personaggio ha giocato un ruolo chiave in altre opere. Ella è sopravvissuta per un po’ alla Purga jedi, ed era nella lista degli scampati all’Ordine 66. Palpatine considerava la sua uccisione di primaria importanza, perché Jocasta avrebbe potuto distruggere tutto ciò che avevano appena creato.
Ella non era una combattente forte o abile con la spada, ma per Darth Sidious era la più pericolosa perché “sapeva tutto“. Jocasta Nu era letteralmente un pilastro vivente di tutta la millenaria conoscenza jedi, e il suo sapere avrebbe potuto minare il neonato Impero Galattico. Nessuno più di Palpatine poteva capire quanto, in quel momento, la cosa più pericolosa di tutte non fosse la forza, ma la conoscenza. Chi ha letto le storie a lei dedicate (il secondo volume della serie Darth Vader 2017) sa come è andata a finire la vicenda.
E sa anche quanto Jocasta sia stata importante per la sopravvivenza del sapere dell’Ordine dei jedi. Negli anni successivi, Darth Sidious applicò una massiccia campagna del terrore e dell’informazione forzata, riuscendo in appena due decenni a sradicare quasi completamente il ricordo dei jedi. Grazie anche a quanto fatto da Jocasta Nu, il suo piano di damnatio memoriae non fu mai del tutto completo.
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