Rogue One: la perfetta soluzione al problema della Morte Nera
Lo abbiamo ribadito più volte, ma continueremo a farlo: Rogue One è un film stupendo sotto molti punti di vista. Abbiamo parlato di quasi tutti quelli che sono i suoi punti di forza: la splendida lotta della ribellione nel periodo più oscuro dell’oppressione imperiale; la collocazione perfetta all’interno dell’universo di Star Wars, tramite easter egg e camei inseriti ad hoc; la magnifica atmosfera cupa del film. (Atmosfera resa perfetta anche dall’utilizzo della figura di Darth Vader, si pensi alla scena finale). Rogue One, però, è un film che deve oggettivamente piacere al fan di Star Wars anche perché risolve uno di quei “problemi” che persistono da 40 anni. Uno degli aspetti più criticati o scherniti di tutta la saga: la fantomatica questione del punto debole della Morte Nera. E lo fa tramite la stupenda e commovente storia della famiglia Erso.
Era il 1977, 40 anni sono passati da quando Star Wars è entrato a far parte della nostra vita. Da allora, e fino all’uscita di Rogue One, uno dei punti più “criticati”, o meglio oggetto di scherno e prese in giro per la sua ilarità, è stato quello legato alla storia del punto debole della Morte Nera. L’incredibile dimenticanza di quel misero condotto di scarico, largo appena 2 metri. Condotto che, bombardato con precisione da Luke Skywalker, provocò una reazione a catena che distrusse l’intera stazione spaziale.
Mai più parodie
Sin da subito la gente cominciò a chiedersi come fosse possibile che, da una falla così piccola, potesse scaturire una reazione a catena di tale potenza da distruggere l’intera stazione. Noi, come molti, non ci siamo mai torturati l’anima per tentare di dare all’accaduto una spiegazione scientifica a tutti i costi. Si sa, non si possono fare discorsi di questo tipo con la fantascienza, si rischierebbe di diventare infruttuosamente paranoici. E’ lo stesso motivo per cui riusciamo a godere dei mitici “pew pew” di Star Wars, gli iconici suoni che si propagano nello spazio durante le battaglie, ma che in realtà non si dovrebbero sentire. Ma, appunto, sorvoliamo senza problemi su queste questioni e ci godiamo le guerre stellari. Come dovrebbero fare tutti.
https://www.youtube.com/watch?v=8Idqvs5YeRY
Tornando al punto debole della Morte Nera, come si può vedere in questo video dei mitici Griffin, negli anni si è consolidata questa presa in giro nei confronti della questione tramite video, immagini, battute, ecc. Noi stessi in pagina, su Facebook, abbiamo creato innumerevoli pic e meme per prendere in giro la questione. Ovviamente, sempre per ridere, non ci è mai interessato porre il problema sotto l’aspetto critico o strettamente scientifico.
Ecco perché Rogue One è stata una piacevolissima sorpresa. Il film, come detto, tramite le vicende della famiglia Erso, risolve il problema del punto debole della Morte Nera non solo con una spiegazione convincente, ma tramite una commovente e bellissima storia che è il perno dello spin-off di Star Wars.
Il piano di Galen Erso
L’artefice della creazione di un punto debole piccolo ma potenzialmente distruttivo della Morte Nera è infatti lo scienziato Galen Erso. Egli, inizialmente restio a lavorare per l’Impero e per il suo ex amico Orson Krennic, si convinse a sottostare all’oppressione imperiale dopo l’uccisione di sua moglie Lyra e dopo aver dovuto abbandonare, per proteggerla, sua figlia Jyn. Per anni quindi Galen lavorò con uno dei tantissimi team di scienziati al perfezionamento della Morte Nera.
Sarà egli stesso, in un ologramma mandato a Saw Gerrera, a spiegare il suo piano per distruggere la stazione da battaglia e la modalità di attuazione. Nel messaggio egli si rivolge a sua figlia, nella speranza che sia ancora viva. Ecco il commovente e significativo spezzone del messaggio olografico:
Ho inserito un punto debole all’interno del sistema, una falla così piccola e potente che non la troveranno mai; ma Jyn, se mi ascolti, amore mio…Gran parte della mia vita è andata sprecata…Cerco di pensare a te solo nei momenti in cui sono forte perché il dolore di non avere più te, tua madre, la nostra famiglia, è una perdita così insopportabile che rischio di fallire il mio piano. E’ così difficile non pensare a te, chiedermi dove sei, mia Stellina.
Poi, rivolgendosi a Saw:
la chiave è nel modulo del reattore, è lì che ho messo la mia trappola. E’ ben nascosta e instabile. Colpirla in un punto qualsiasi distruggerà l’intera stazione. Ti serviranno i piani strutturali della Morte Nera per trovare il reattore. So che c’è un completo archivio tecnico nel centro dati della torre della cittadella su Scarif. Un’esplosione pressurizzata nel modulo del reattore innescherà una reazione a catena che distruggerà l’intera stazione…
Qui, come sappiamo, l’ologramma si interrompe e l’Impero attacca e distrugge la capitale di Jedha. Data la dipartita di Saw Gerrera, Jyn è l’unica a sapere dell’esistenza dei piani e di questa falla nel sistema, e con la distruzione del messaggio non ha modo di dimostrare la veridicità dei fatti. Il destino della Galassia è nelle sue mani e nelle sue azioni.
My Stardust
Mandiamo avanti la pellicola e arriviamo direttamente al centro dati della torre su Scarif. Jyn e Cassian cercano disperatamente il disco contenente i piani strutturali della Morte Nera, unica via per scoprire la posizione del reattore-trappola. Il problema è che l’archivio è colmo di dati identici; l’unico modo di trovare i piani sarebbe sapere come sia stato nominato il loro file. Come tutti sappiamo, e come fortunatamente intuisce Jyn, i file sono nominati “Stellina”.
Dopo aver sentito per tutto il film Galen nominare dolcemente Jyn in quel modo, a questo punto anche il più insensibile non può che commuoversi. Una vita spesa non solo per salvare la Galassia, ma anche e soprattutto per riuscire a dimostrare a sua figlia quale sconfinato amore provava nei suoi confronti. E quanto fosse grande il desiderio di poter tornare indietro nel tempo e prendersi cura di lei. Il sacrificio di Jyn, poi, nonché di tutti i ribelli presenti su Scarif, non fa che rendere questa storia ancor più bella e significativa.
Da oggi in poi, quando rivedremo Una Nuova speranza, alla scena della presentazione dei piani e del punto debole della Morte Nera non scapperà più una risata o una battuta, ma una lacrima. Penseremo al grande sacrificio di Galen Erso, e all’amore infinito che solo un padre può avere nei confronti della propria figlia, della sua Stellina.