La Vendetta dei Sith è stato uno dei film di minor successo al botteghino della saga, ma anche dei più lodati tra critica e un gran numero di fan. Effetti speciali migliori, personaggi meglio caratterizzati, il cerchio che si completa e tante scene iconiche, non sono riusciti a salvare questo film dall’effetto dovuto ai due predecessori. Ma vorrei sfidarvi a trovare un fan che non possiede almeno il dvd di questo splendido film.
Volete un’occasione per rivederlo? Bene ecco a voi la mia personale classifica delle cinque scene per cui vale la pena rivedere questo gioiello ancora e ancora. Dopo averla letta, postate la vostra nei commenti aprendo un confronto!
Numero 5 – L’intera sequenza iniziale
Non c’è altro modo di definire questa sequenza se non come ventiquattro, non lunghi abbastanza, minuti di delirio. Dopo una delle battaglie spaziali meglio realizzate dell’intera saga, la missione continua tra droidi tagliati, teste mozzate e Grievous con un po’ di catarro. Il finale con l’”another happy landing” è da Oscar. Bravi tutti gli attori, e bravo Lucas che quando usa la CG dove necessaria e mette il giusto impegno, diventa anche un ottimo regista d’azione. Non si fa scrupoli ad eliminare un Christopher Lee come nulla fosse nei primi quindici minuti e ci dona un primissimo sguardo sul tormento di Anakin. A mia opinione è l’apertura più bella di tutto Star Wars.
Numero 4 – L’ordine 66
Avete un bidone dell’immondizia al posto del cuore se non vi siete mai commossi durante la famosa scena in cui uno dopo l’altro tutti i jedi periscono a causa dei cloni, con cui avevano condiviso mille battaglie fino a qualche secondo prima. L’infame ordine di Palpatine, ora rivelato definitivamente come Darth Sidious, si abbatte con tutta la sua forza su un ordine che si credeva abbastanza potente, ma che si è rivelato essere come una serie di fruscelli esposti al tenace vento dei sith. Questa potrebbe essere, molto letteralmente, la vera “vendetta dei sith” e Lucas, con l’ausilio del maestro Williams, la carica di pathos fino all’inverosimile, facendoti piangere per dei personaggi che fino ad ora avevi visto solo come comparse su schermo. Il rewatch dopo Clone Wars è sconsigliato per l’alta dose di feels.
Numero 3 – La storia di Darth Plagueis
L’attore che probabilmente ha dato il meglio di sé in questo film è stato Ian Mcdiarmid. La sua interpretazione di Palpatine aka Darth Sidious è ineccepibile. Il personaggio è molto classico e teatrale, e Mcdiarmid è un attore che ha fatto moltissimo teatro, un connubio che si è rivelato perfetto sin dagli esordi. Il meglio di questo personaggio può essere sicuramente visto durante la famosissima scena, divenuta anche uno dei meme più importanti del ventunesimo secolo. Ironico, direbbe quel vecchio volpone di Palpatine, perché quella scena è tutto tranne che divertente. Il piano di Sidious dopo decenni si sta finalmente mettendo in atto, e un brivido di piacere estasiante lo pervade mentre ricorda il momento esatto nel quale pugnala il maestro nel sonno. Non solo tra i momenti più belli di Episodio III, ma anche di tutta la saga.
Numero 2 – La scena finale
Registicamente non saranno nulla di eccezionale, ma gli ultimi dieci minuti di Episodio III sono la dimostrazione su schermo di quanto Lucas abbia amato il suo prodotto fino alla fine, nel momento in cui a causa delle critiche, aveva già probabilmente deciso di aver dato abbastanza. Il tema di Luke e Leia di sottofondo, con i due bambini e il tramonto di Tatooine a chiudere il cerchio della saga. La minacciosità dei due Darth che guardano la Morte Nera in costruzione dopo aver parlato con Tarkin. Questo immenso lucchetto che chiude la catena della saga, rappresenta molto di più di quanto si possa pensare e commuove non poco nella sua bellezza. Peccato per il grande “Nuooooooo” di Vader assolutamente evitabile.
Numero 1 – Anakin vs Obi-Wan
Un’altra scena, un altro meme, ma il confronto tra Anakin e Obi-Wan è qualcosa di, allo stesso tempo, epico e sacro. L’amicizia che si infrange, il pianto e il grido di Obi-Wan, la rabbia e il dolore di Anakin, mentre la follia può essere vista dai suoi occhi mentre il lato oscuro lo divora. Tutto è gestito alla perfezione, gli effetti speciali, le musiche e il combattimento; il caso non esiste in questa bellissima scena che suggella alla perfezione un rapporto intimo e controverso tra allievo e maestro. Persino un concetto come l’High Ground diventa perdonabile davanti a cotanta bellezza.